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Fnsi 10 Giu 2004

Jannuzzi rischia di nuovo il carcere: la dura protesta della Fnsi e dell’Ordine

Jannuzzi rischia di nuovo il carcere: la dura protesta della Fnsi e dell’Ordine

Jannuzzi rischia
di nuovo il carcere:
la dura protesta
della Fnsi
e dell’Ordine

JANNUZZI RISCHIA CARCERE, TORNO DA PARIGI PER FARMI ARRESTARE Si riapre dopo un anno e mezzo la vicenda giudiziaria contro Lino Jannuzzi: il Tribunale di sorveglianza di Napoli, a quanto risulta all'avvocato Grazia Volo, difensore del senatore azzurro, ha depositato presso la Cancelleria un provvedimento che rigetta le istanze di affidamento al servizio sociale come richiesto dalla difesa. Quindi per il reato di diffamazione Lino Jannuzzi rischia di finire in carcere. "Comunque -dice l'avvocato Grazia Volo- non sono ancora in condizione di valutare il contenuto del provvedimento prima di domani mattina quando mi recherò in Cancelleria per visionarlo". Lino Jannuzzi si trova a Parigi e fa sapere che sabato rientrerà a Roma con il volo Alitalia delle 9.25 che atterrerà a Fiumicino alle 10.20. Il senatore Lino Jannuzzi informa inoltre di aver appreso la notizia della sentenza depositata dal Tribunale di sorveglianza di Napoli a Parigi dove si trovava per la riunione dell'Assemblea dell'Unione europea Occidentale che ha avuto luogo dal 2 al 4 giugno e dove si è trattenuto per partecipare alle manifestazioni organizzate dall'Istituto italiano di Cultura in attesa della riunione dell'Assemblea del Consiglio d'Europa che avrà luogo a Strasburgo dal 21 al 27 giugno. Lino Jannuzzi informa inoltre che si apprestava a votare per le elezioni europee presso il Consolato generale d'Italia a Parigi per poi recarsi a Strasburgo, ma ha deciso di rientare in Italia. "Questa volta ho seguito -dice Jannuzzi- il consiglio che un anno e mezzo fa mi diede Francesco Cossiga di farmi arrestare perché questo avrebbe messo la magistratura di fronte alle sue responsabilità". (AGI) Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “La situazione dell’informazione in un Paese dove si arrestano i giornalisti e li si manda in galera per diffamazione è davvero gravissima. Il caso di Lino Jannuzzi si somma a quelli di centinaia di colleghi condannati in sede penale e civile al pagamento di milioni e milioni di euro per risarcimento danni. Una situazione insostenibile che il Parlamento non ha affrontato, per sottovalutazione o peggio perché condivide un meccanismo legislativo che di fatto si traduce in una costante intimidazione nei confronti della libera informazione. Occorre immediatamente che la proposta di legge sulla diffamazione sia approvata nel testo in discussione ancora alla Commissione giustizia della Camera. A questo punto occorre che il Ministro della giustizia intervenga, nelle forme previste dalla legge, anche nei confronti del Capo dello Stato per impedire che Lino Jannuzzi sia nuovamente arrestato ed incarcerato. Si tratta di una battaglia per la libertà di stampa, contro le forme più odiose di intimidazione che ha lo stesso valore di quella che si combatte per difendere il diritto dei cittadini di essere informati in modo corretto e contro il conflitto di interessi.” Siddi (Fnsi), sistema perverso e sconcertante Non si può mettere al guinzaglio l’informazione “La nuova decisione della magistratura che prevede l’arresto per il giornalisti Lino Jannuzzi, condannato per reati di opinione, è figlia di un sistema perverso che appare incapace di liberare le sue voci critiche più inquiete e fuori schema. La legittimità degli atti del tribunale di sorveglianza di Napoli non può coprire la perversione di un sistema che non riesce a riformare le regole che sanzionano i reati di opinione compiuti nel corso dell’attività giornalistica. Il carcere appare un’enormità sconcertante. Da tempo i giornalisti chiedono misure alternative di garanzia dei diritti di tutti, a cominciare dai lavori forzati della penna con l’esercizio della rettifica, per la correttezza dell’informazione in caso di errore o danni gravi a persone, o soggetti giuridici. Il mondo politico, in occasione del primo rifiuto delle misure alternative al carcere per Jannuzzi (oggi Senatore della Repubblica), indignato si impegnò, tutto, per una rapida riforma che si è presto insabbiata per i troppi interessi particolari di quanti vogliono tenere a guinzaglio la libera informazione. Che si possa mettere a tacere con il carcere una voce che pure ha compiuto battaglie significative nell’informazione d’inchiesta, dal caso Sifar in poi, è davvero sconcertante. A Jannuzzi va un sentimento di solidarietà e la categoria rinnova l’impegno per una compiuta riforma della legislazione sui reati a mezzo stampa.” Del Boca (Ordine dei Giornalisti), non si può rischiare la galera per fare informazione “Tanto sensibili nelle difese della loro indipendenza e della loro autonomia, i magistrati - probabilmente soltanto alcuni – si lasciano distrarre quando sono in gioco l’autonomia e l’indipendenza di altri. Lorenzo Del Boca, presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti esprime solidarietà a Lino Jannuzzi che rischia la galera per aver fatto il suo lavoro di giornalista. L’informazione è un bene prezioso ma è anche assai fragile e, quindi va difesa e protetta per evitare di piangerla quando non c’è più o è troppo tardi.”

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