«Giù le mani dal Tg3 e da colleghi dalla professionalità specchiata, che svolgono quotidianamente il proprio lavoro con equilibrio e correttezza. Dopo Lucia Goracci, questa sera è toccato a Jacopo Cecconi, inviato a Udine per seguire la partita di calcio tra Italia e Israele, finire al centro di un linciaggio mediatico del tutto ingiustificato e inqualificabile». Lo si legge in una nota diffusa da Usigrai martedì 14 ottobre 2025.
I rappresentanti sindacali proseguono: «Ecco le sue parole, in riferimento alle proteste in corso prima del fischio d'inizio: 'Da questa piazza arriva il messaggio che questa partita non si dovesse giocare, che Israele dovesse essere esclusa dalle competizioni. Allo stadio ci saranno 10mila persone, circa la metà della capienza. L’Italia ha la possibilità di eliminare Israele almeno sul campo vincendo'. Nessuna allusione a vicende politiche, solo il riferimento a questioni di campo: la nazionale di calcio, infatti, poteva battere Israele sul rettangolo di gioco, come è avvenuto, anziché aspettare i risultati degli altri incontri o l'esclusione a tavolino da parte della Fifa, ipotesi circolata nelle scorse settimane. A questo si riferiva Cecconi».
L’Usigrai sottolinea che «chi vuole dare letture diverse è evidentemente in malafede e tenta di distogliere l'attenzione dai veri problemi della Rai che in questi giorni sono al centro dell'attenzione. Attacchi volutamente scomposti e fuorvianti che utilizzano temi dolorosi per colpire professionisti stimati sono e saranno sempre respinti e non ci vedranno restare in silenzio.»
I sindacalisti concludono: «Quel silenzio inaccettabile che, al contrario, mantengono i vertici dell'azienda in merito all'intervento della direttrice dell'Ufficio Stampa Rai. Sull'argomento e sul ruolo del giornalismo nel raccontare il conflitto ha espresso una posizione chiara e precisa. Rinnoviamo la domanda: è questa la stessa posizione della Rai?».
Sulla vicenda interviene anche il Cdr del Tg3 con un comunicato: «A scanso di equivoci molto spiacevoli, si chiarisce che il collega Jacopo Cecconi non ha mai nemmeno pensato di accennare o alludere all'eliminazione dello Stato di Israele. Cosa inverosimile anche per i suoi trascorsi professionali». La frase che ha destato critiche, «l'Italia ha la possibilità di eliminare Israele almeno sul campo vincendo», sottolinea il Cdr «è stata estrapolata dalla diretta del Tg3 di stasera e faceva parte di un discorso riferito esclusivamente alla competizione calcistica. È evidente che l'uso strumentale e fuori contesto della sola ultima frase costituisce un grave fraintendimento. La parola 'almeno' - conclude il Cdr - è chiaramente riferita all'eventualità di esclusione a tavolino che era stata ventilata nelle settimane scorse».
Al fianco del giornalista si schierano anche l'Associazione Stampa Toscana e il Comitato di redazione della Tgr Toscana che, «a nome di tutto il corpo redazionale, esprimono - in un nota - solidarietà e vicinanza al collega del Tg3 Jacopo Cecconi, attaccato in maniera ingiustificata per una frase pronunciata in diretta prima della prima partita Italia-Israele. Intenzione del collega era chiaramente quella di esprimere un giudizio sportivo, viceversa le sue parole sono state artatamente strumentalizzate e decontestualizzate». Ast e Cdr della Tgr Toscana «sono pronti a sostenere il collega se dovesse essere chiamato a rispondere, in qualsiasi sede, di un’affermazione meramente di cronaca e senza alcun intendimento offensivo». (anc)