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Editoria 27 Feb 2006

Islam, appello da Acli e Fnsi: "Un'altra informazione è possibile, basta fomentare l'odio, serve un giornalismo della convivenza"

Una "nuova grammatica" dell'informazione, al servizio di una "convivenza piu' matura" fra religioni e culture. Questa in sintesi la proposta lanciata al termine delle 'Giornate dell'Interdipendenza' di Montepulciano, promosse da Acli, Legambiente, Movimento politico per l'unita' e Comunita' di Sant'Egidio, in collaborazione con la Regione Toscana, la Provincia di Siena, il Comune di Montepulciano, la Banca Monte Paschi di Siena e la Fondazione Monte Paschi di Siena

Una "nuova grammatica" dell'informazione, al servizio di una "convivenza piu' matura" fra religioni e culture. Questa in sintesi la proposta lanciata al termine delle 'Giornate dell'Interdipendenza' di Montepulciano, promosse da Acli, Legambiente, Movimento politico per l'unita' e Comunita' di Sant'Egidio, in collaborazione con la Regione Toscana, la Provincia di Siena, il Comune di Montepulciano, la Banca Monte Paschi di Siena e la Fondazione Monte Paschi di Siena

Il seminario 'Noi e l'Islam', dedicato agli operatori dei media, si e' concluso con un appello, gia' sottoscritto da Fnsi e Usigrai, per una "maggiore responsabilita', ma anche riconquistare spazi per un'informazione piu' indipendente". Il testo e' stato presentato ufficialmente al Teatro Poliziano di Montepulciano dal presidente delle Acli Luigi Bobba e dal presidente di Legambiente Roberto Della Seta durante un dibattito sull''Islam di Casa Nostra', cui prendono parte, fra gli altri, il Gran Mufti' di Marsiglia Soheib Bencheickh, Ermete Realacci dei Dl e l'imam di Colle Val d'Elsa Jabareen Ferras. Bobba ha parlato di un "patto fra societa' civile e informazione", ma anche di un "tracciato di lavoro per il futuro". "L'interdipendenza - secondo il presidente delle Acli - e' la chiave di un'informazione per aprire le strade del dialogo e abbattere muri", per arrivare a un "giornalismo della convivenza". L'appello si propone di riaffermare la liberta' d'informare e l'indipendenza di chi informa come "valori universali e irrinunciabili". "Queste istanze - denuncia il testo - più volte e in vario modo espresse dalla societa' civile, non hanno trovato sempre adeguata rispondenza nello stile della comunicazione, nel menu dei palinsesti e nella selezione delle notizie". "Cio' accade - secondo gli autori - anche per motivi imputabili alle esigenze del media-logic, alla tirannia degli ascolti e al sistema della pubblicita', combinati con interessi economici e pressioni politiche che costituiscono innegabili condizionamenti per la liberta' dell'informazione e per l'autonomia dei giornalisti". L'appello, in particolare, invita giornalisti e direttori di testata ad assumersi "dieci impegni precisi": - offrire ai cittadini strumenti per 'leggere' e 'interpretare' in modo libero e critico i nuovi processi locali e mondiali legati alla globalizzazione, cosi' contribuendo a costruire un circuito virtuoso tra il vedere, il capire e l'agire; - condannare esplicitamente ogni forma di violenza e di terrore ed evitare di alimentare la logica della vendetta, informando di piu' e meglio sulla realtà del dolore come dimensione comune a tutte le vittime di tutti i conflitti. - evitare di fomentare odii ed ostilità ed evidenziare tutti gli sforzi che quotidianamente si fanno per la mediazione pacifica dei conflitti, il superamento delle ferite storiche, la riconciliazione tra i popoli; - combattere la formazione dei pregiudizi, delle pre-comprensioni e degli stereotipi sull'"altro", sia esso l'arabo, l'islamico, l'ebreo, o il cristiano; offrendo al pubblico quelle informazioni che permettono la conoscenza reciproca e il superamento della paura che è spesso alla base di quegli atteggiamenti di chiusura che impediscono l'accoglienza e l'integrazione; - estromettere anche dai linguaggi della comunicazione l'offesa, la derisione, lo svilimento delle diverse culture, delle diverse tradizioni religiose, delle scelte etiche e dei comportamenti individuali, recuperando anzitutto il valore del rispetto reciproco; - promuovere la valorizzazione delle diverse identità etniche, nazionali, culturali, religiose, ed operare per favorire relazioni positive di reciproca comprensione, di dialogo, di partnership tra i popoli e gli stati; - denunciare e condannare ogni violazione dei diritti umani, civili, sociali delle persone e delle comunita', da chiunque e per qualunque scopo perpetrata; - contribuire, attraverso la maggiore sensibilizzazione possibile, a combattere ogni forma di poverta' e a far crescere un welfare globale del benessere e della salute per tutti, per un modello di sviluppo integrale; - accrescere e affinare l'informazione sui problemi ambientali legati all'inquinamento, alla dissipazione delle risorse, alla necessita' di uno sviluppo sostenibile; - sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza, ai fini d'impedire un "collasso ecologico" dell'umanita', di trasformare i modelli energetici privilegiando le fonti pulite e rinnovabili rispetto a quelle fossili e al nucleare, e di aprire maggiormente la scienza e la ricerca al principio di precauzione. Per concretizzare questi impegni le associazioni offrono la loro disponibilita' e chiedono a tutte le testate giornalistiche - pubbliche e private - stampa, radio, tv e internet di collaborare con associazioni, organizzazioni di categoria, università e imprese alla costituzione di un laboratorio per il giornalismo interdipendente che, con il contributo stabile di rappresentanti qualificati delle diverse comunità nazionali, culture e tradizioni religiose presenti in Italia, lavori per: - aggiornare alla luce dell'interdipendenza i criteri di notiziabilita'; - organizzare corsi di formazione per i professionisti dei media; - creare una banca delle storie e una rete degli esperti; - co-ideare spazi informativi, rubriche, format e programmi nell'ottica dell'interdipendenza. (Apcom)

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