Una escalation di minacce e intimidazioni che hanno come bersaglio Repubblica e i suoi giornalisti. Da circa un mese, dopo il falso allarme bomba del 15 gennaio scorso, la redazione e tutti coloro che lavorano al quotidiano, il suo fondatore Eugenio Scalfari e il suo direttore Carlo Verdelli sono oggetto di messaggi di odio. Episodi che sono culminati, con l'arrivo nella sede del giornale di sei lettere sospette negli ultimi giorni inviate a Scalfari dall'estero da parte di mittenti fasulli. Segnali di intimidazione, si legge su repubblica.it, ormai divenuti «troppi, e troppo ravvicinati, per tacerli, derubricandoli a innocue goliardate ancorché di pessimo gusto». A maggior ragione perché prendono di mira un organo di informazione.
«Le minacce e i messaggi intimidatori al fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari, al direttore Carlo Verdelli e a numerosi giornalisti dello stesso quotidiano, ai quali la Fnsi esprime solidarietà e vicinanza, richiedono una reazione forte da parte di tutti, a cominciare dalle istituzioni e dalle autorità competenti, alle quali spetta il compito di mettere chi fa informazione nelle condizioni di lavorare serenamente e di individuare i responsabili di azioni vili e indegne», rilevano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.
«È inaccettabile – proseguono – il clima di odio che si cerca di diffondere sempre di più nei confronti di quei giornalisti e di quelle testate che si sforzano ogni giorno di fare informazione con correttezza e passione e di raccontare il Paese con le sue contraddizioni e le sue debolezze, denunciandone le derive estremiste. La Federazione nazionale della Stampa italiana sarà sempre al fianco dei colleghi che, con il loro impegno, onorano l'articolo 21 della Costituzione e il diritto dei cittadini ad essere informati ed è pronta a intraprendere ogni iniziativa in difesa della libera informazione».
Il comunicato del Cdr
Non si ferma l'escalation di minacce e intimidazioni che hanno come bersaglio Repubblica e i suoi giornalisti. Dopo gli attacchi al direttore Carlo Verdelli, questa volta a finire nel mirino di anonimi vigliacchi è stato il fondatore Eugenio Scalfari, al quale sono stati recapitati alcuni plichi contenenti polvere bianca e messaggi vaneggianti. Il Comitato di redazione si schiera al fianco del fondatore e del direttore perché la Redazione farà sempre loro da scudo. E chiede alla comunità dei lettori di continuare a sostenere la battaglia civile e democratica che Repubblica combatte ogni giorno.