All'indomani dell'eclatante caso che ha visto protagonista Sandro Ruotolo, costretto sotto scorta per le minacce di morte rivoltegli dal carcere dal boss della camorra Michele Zagaria, vengono alla ribalta due nuovi episodi di intimidazione a giornalisti in provincia di Roma e a Reggio Calabria.
Nel primo caso nel mirino è finita la giornalista
Elisabetta Aniballi, 49 anni, addetta stampa del sindaco di Guidonia
Montecelio, Eligio Rubeis, e coordinatrice del periodico freepress “Il
Municipale” diretto da Raffaele Giordanelli.
"Due sconosciuti - riporta il sito Giornalistitalia - hanno lanciato contro l’auto della giornalista parcheggiata davanti al Comune
di Guidonia, in via Leonardo da Vinci, un rudimentale ordigno esplosivo che ha
infranto il parabrezza e danneggiato il cofano ed altre parti della
carrozzeria. Un botto assordante che ha fatto tremare non solo i vetri del
palazzo del Comune, ma anche quelli di tutti gli edifici della zona".
Aniballi ha riferito ai Carabinieri di non aver mai
subito intimidazioni o minacce, né di aver avuto liti o problemi di natura
personale che possano essere collegati all’episodio. L’attenzione degli
investigatori si concentra, a questo punto, sull’attività della giornalista,
con particolare riferimento ai servizi pubblicati sul quindicinale “Il
Municipale”, il giornale dell’Amministrazione Comunale.
Nel 2009, la giornalista, da componente in carica del
Comitato di redazione del quotidiano del Gruppo Ciarrapico “Nuovo Molise” (che
tra le varie edizioni annoverava anche il “Nuovo Guidonia”), era stata
licenziata in tronco, assieme alla collega Antonietta Ruoto, senza valido
motivo in spregio alle più elementari norme sindacali. Un episodio che la
Federazione Nazionale della Stampa non aveva esitato a definire di autentico
“killeraggio”, come ricordano Carlo Parisi, Giuseppe Di Pietro ed Enrico
Cocciulillo della Giunta esecutiva Fnsi che, esprimendo “piena e totale
solidarietà – scrivono – alla collega Elisabetta Aniballi, al direttore
Raffaele Giordanelli ed all’Amministrazione comunale di Guidonia Montecelio,
auspicano che le indagini portino al più presto all’identificazione dei
responsabili a testimonianza che episodi di questo genere non possano rimanere,
come purtroppo spesso accade, impuniti”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Sindacato cronisti
romani, al quale “sembra incomprensibile un attentato di tale gravità, ma il
fatto è - si legge in una nota del
gruppo capitolino - che la giornalista romana Elisabetta Aniballi ha visto
quasi saltare in aria la sua auto davanti al Comune di Guidonia per un ordigno
lanciato da due uomini in moto, poi riusciti a fuggire”. I cronisti romani, con
in testa il presidente Fabio Morabito, sono vicini alla collega “con la più
forte solidarietà, ma anche con la preoccupazione di un atto che appare come
un’intimidazione inaccettabile”.
“Si parla di trasparenza degli atti amministrativi, ma
che trasparenza c’è se non c’è un giornalista che li racconta”, dice Elisabetta
Aniballi, spiegando con un entusiasmo il suo progetto. “Che sia questo –
concludono i cronisti romani – l’obiettivo dell’intimidazione appare tanto
credibile che i carabinieri hanno sequestrato gli ultimi quattro numeri della
rivista per cercare indizi e ragioni dell’attentato”.
L'altro caso è andato in scena - qualche giorno addietro - a Reggio Calabria, dove un violentissimo incendio ha distrutto auto e casa
del giornalista sportivo Lorenzo Vitto (in foto), 58 anni, collaboratore del
quotidiano La Gazzetta dello Sport e della testata on line Calcio Web.
"Per cause all’esame dei periti dei Vigili del Fuoco
e degli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Stato - scrive
ancora giornalistitalia.it - l’incendio si è sviluppato nell’autovettura Opel
Agila che il giornalista aveva parcheggiato davanti alla propria abitazione. In
pochi minuti le fiamme hanno provocato l’esplosione del serbatoio dell’auto,
che ha investito la vetrata d’ingresso della palazzina di due piani di
proprietà del giornalista. Nell’androne era parcheggiato anche lo scooter del giornalista, il cui serbatoio è a sua volta esploso innescando la
reazione a catena che, nel volgere di pochi istanti, dalla tromba delle scale
ha raggiunto i piani soprastanti, devastandoli".
Fortuna ha voluto che all’interno e davanti all’edificio
non ci fosse nessuno, pertanto non si sono registrati danni alle persone, ma il
bilancio dei danni è ingentissimo.
Come a tutte le giornaliste e i giornalisti coinvolti in analoghe vicende, ai colleghi Vitto e Aniballi la Federazione nazionale della stampa
esprime solidarietà e vicinanza, auspicando che le forze dell'ordine facciano
presto chiarezza su tali vili gesti, individuando i responsabili e tutelando
l'incolumità dei giornalisti e il loro diritto-dovere di svolgere senza
condizionamenti il lavoro che amano.