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Uffici Stampa 27 Lug 2007

Interrogazioni parlamentari presentate dall’On. Leoluca Orlando e dal Senatore Giovanni Russo Spena sull'intera questione riguardante i giornalisti dell'ufficio stampa dell'Inps

I componenti del Cdr martedì 31 luglio volantineranno davanti l'ingresso dell'Istituto la lettera inviata ai ministri dell'Economia, del Lavoro e della Solidarietà sociale, nonché le copie delle interrogazioni parlamentari presentate da Orlando e Russo Spena.

I componenti del Cdr martedì 31 luglio volantineranno davanti l'ingresso dell'Istituto la lettera inviata ai ministri dell'Economia, del Lavoro e della Solidarietà sociale, nonché le copie delle interrogazioni parlamentari presentate da Orlando e Russo Spena.

L’On. Leoluca Orlando, Italia dei Valori, ha dichiarato: "Occorre che il Governo si affretti a fare chiarezza sulla gestione della spesa nella Struttura Comunicazione e Relazioni esterne dell'Inps". Lo ha dichiarato Leoluca Orlando, portavoce nazionale dell'Italia dei Valori, a seguito di un'Interrogazione al Ministro del lavoro e della previdenza sociale depositata al Sindacato ispettivo della Camera dei Deputati. "Convergono da tempo più interrogazioni parlamentari su questioni pubblicamente sollevate dal Cdr dell'Inps, quali ad esempio – ha proseguito Orlando - alcune costose ed evitabili esternalizzazioni da parte della Struttura Comunicazione dell'Ente e dispendiose pubblicità in un regime di non concorrenza; il tutto – ha concluso il portavoce Idv - in contrasto con la politica messa in atto dal Governo volta alla restrizione ed alla responsabilità della spesa pubblica". ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04538 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 15 Seduta di annuncio: 195 del 26/07/2007 Firmatari Primo firmatario: ORLANDO LEOLUCA Gruppo: ITALIA DEI VALORI Data firma: 26/07/2007 Destinatari Ministero destinatario: · MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE delegato in data 26/07/2007 Stato iter: IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-04538 presentata da LEOLUCA ORLANDO giovedì 26 luglio 2007 nella seduta n.195 LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che: a seguito di interrogazioni precedenti registrate con atto Camera 4-02938 e 4-03817, i cui oggetti concernevano la sospetta legittimità della disposizione di trasferimento della rivista ufficiale dell'Inps «Sistema Previdenza», con i giornalisti componenti la redazione, dall'Ufficio comunicazione e relazioni esterne alla Direzione centrale studi e ricerche e il richiamo alla mancata applicazione per tali giornalisti delle leggi 150/2000 e 388/2000, l'interrogante ha ritenuto opportuno richiamare nuovamente l'attenzione sui quesiti per la delicatezza di ulteriori questioni emerse ed intrecciate agli oggetti predetti; in una lettera del Cdr dell'Inps inviata ai Ministri dell'economia, del lavoro e della solidarietà sociale, comparsa questo 10 luglio sul sito della Federazione nazionale della stampa e visibile sulla home page della stessa per quasi una settimana, sono emersi rilievi critici relativamente alla conduzione di «esternalizzazioni delle attività» da parte della struttura comunicazione e relazioni esterne; nella lettera in questione si precisa, difatti, come l'apparentemente incomprensibile rimozione dei sottoscriventi la lettera da un Ufficio a un altro sia dimostrabile come atto persecutorio nei loro confronti per aver, in sede di assemblee sindacali, «più volte denunciato l'allegra gestione della spesa nella Struttura Comunicazione e relazioni esterne (pubblicità pagata a suon di miliardi delle vecchie lire, costose riviste interne cartacee anziché on-line e a costo zero, gare continue per lavori che si sarebbero potuti fare con le sole risorse interne molto professionalizzate)»; nella predetta lettera, inoltre, viene riportato come la rivista dell'ente sia stata lasciata morire, sino al punto da farne decadere l'iscrizione al Tribunale di Roma dopo oltre trenta anni di rinomata attività editoriale, e viene menzionano l'invio, avvenuto lo scorso anno da parte dello stesso Cdr, di un «dossier con i documenti comprovanti quanto qui riportato» -: quali iniziative si intendano predisporre per comprendere sino in fondo la portata delle questioni già sollevate dal Cdr dell'Inps e dai precitati atti ispettivi parlamentari; come si intenda, eventualmente, intervenire per richiamare alle proprie responsabilità chi non abbia avuto cura del danno procurato all'immagine dell'istituto con pratiche ed operazioni di gestione che suscitano perplessità. (4-04538) Atto n. 4-02466 Pubblicato il 24 luglio 2007 Seduta n. 200 RUSSO SPENA - Ai Ministri del lavoro e della previdenza sociale e dell'economia e delle finanze. - Premesso che: è stato indetto un bando di gara d’appalto per 1.320.000 euro (iva inclusa) avente ad oggetto “campagna informativa Inps 2007”; è stato indetto un bando di gara d’appalto per 240.000 euro per la fornitura di cinque numeri bimestrali pari a 36.000 copie di 24 pagine ciascuna, avente a oggetto la stampa e la spedizioni di una rivista interna bimestrale dell’Inps, si chiede di sapere: per quali motivi l’Istituto nazionale della previdenza sociale, a fronte di una politica messa in atto dal Governo tesa al contenimento della spesa pubblica, possa spendere 1.320.000 euro per una campagna informativa generica per la quale, come già in precedenti iniziative pubblicitarie era avvenuto, non siano stati nemmeno previsti gli eventuali ritorni in termini di immagine e di risultati. Peraltro, va sottolineato che l’Inps non opera in un regime di libera concorrenza e pertanto, non dovendo conquistare un mercato previdenziale, non si ravvisa la necessità di una campagna informativa così generica finanziata con fondi pubblici. Ogni campagna informativa dovrebbe essere finalizzata al raggiungimento di specifici obiettivi (quali ad esempio, quella a suo tempo effettuata per l’estratto conto ovvero in materia di recupero crediti) e finanziata non da fondi pubblici ma attraverso contratti di sponsorizzazione, peraltro previsti e disciplinati dal Consiglio di amministrazione dell’Istituto; per quali motivi una rivista interna, che potrebbe essere trasmessa ai lavoratori dell’Istituto on-line (date le potenzialità informatiche dell’Inps), sia invece oggetto di gara d’appalto per una somma così rilevante pari a 240.000 euro. Ciò a fronte dell’ingiustificata chiusura della prestigiosa rivista ufficiale dell’Ente, Sistema Previdenza, per la quale sono intervenute precedenti interrogazioni parlamentari a firma dello scrivente, dell'on.le Giuseppe Caldarola e, più recentemente, dell’on.le Leoluca Orlando; in quali modi intendano intervenire i Ministri in indirizzo – preposti alla vigilanza dell’Inps - di fronte a provvedimenti che si muovono in contrasto con la politica di restrizione della spesa pubblica. 10 luglio 2007 Gentili Ministri Lo scrivente Comitato di redazione si permette di sottoporre alla Vostra attenzione una vicenda che, se può sembrare di dettaglio rispetto alle enormi questioni che rientrano nelle competenze di un Dicastero, in realtà presenta aspetti inquietanti da meritare una vostra diretta valutazione imposta, peraltro, dal compito di vigilanza sull’Ente. La questione coinvolge in particolare due componenti del Cdr di Direzione generale che sono rispettivamente l’uno redattore e l’altro capo redattore di “Sistema Previdenza”, rivista ufficiale dell’Inps. Si tratta di una pubblicazione a carattere divulgativo da sempre molto apprezzata, alla quale hanno collaborato esperti e studiosi di materie giuridiche, economiche e politiche (valgano per tutti nomi illustri quali Romano Prodi, Marco Biagi, Livia Turco, Gianni Geroldi). Il periodico è stato prodotto dalla struttura comunicazione che ne ha curato l’edizione per oltre trenta anni, cioé fino a quando, con un provvedimento apparentemente inspiegabile, il 14 novembre 2005 quattro direttori centrali dell’Ente, con il consenso del Direttore generale, sottoscrivendo un documento informale non concordato con alcuna struttura sindacale ne hanno disposto il trasferimento in un’altra struttura, unitamente all’intero gruppo redazionale. La scelta è stata motivata con la necessità di un’implementazione organizzativa del ruolo di servizio Inps che, in quel medesimo documento, “assegnava” al periodico lo stesso ruolo avuto da sempre, di trasmettere all’esterno un punto di vista Inps scientifico e articolato. Solo che tale ruolo la rivista non avrebbe più potuto esercitarlo nella sua sede naturale, vale a dire il settore comunicazione, ma nella Direzione centrale Studi e Ricerche. A parere non solo dello scrivente comitato, le ragioni vere della decisione sono altrove e possono essere ricercate nella costante azione che i due interessati componenti il Cdr, hanno svolto nel corso di quattro anni nel: 1) chiamare in causa l’Istituto per la mancata applicazione della legge 150/2000 e della legge 388/2000 tant’è che gli stessi sono ricorsi al giudice ordinario per imporre all’Istituto il rispetto della normativa in vigore; 2) sostenere una lotta contro le esternalizzazione delle attività con cui la struttura Comunicazione e relazioni esterne, nella quale i medesimi operavano, ha mortificato le professionalità interne. In tale quadro è lecito ipotizzare che con questo provvedimento si sia mirato, da un lato a contrastare l’azione sindacale svolta e, dall’altro, a svilire la professionalità dei componenti la redazione. E’ in questo contesto perciò che si colloca la “sorprendente” decisione adottata dal Direttore Generale dell’Istituto di trasferire i redattori alla D.C. Studi e Ricerche. Per chiedere conto di questa azione, che si configura come vero e proprio mobbing per coloro che l’hanno subita, sono state avanzate diverse interrogazioni parlamentari: da quella a firma degli Onorevoli Giovanni Russo Spena e Giuseppe Caldarola ad altre recenti dell’On. Leoluca Orlando. Sulla vicenda sono intervenute ripetutamente la FNSI e l’ASR che hanno chiesto e ottenuto un incontro urgente con il Capo del personale dell’Ente il quale, in una lettera sucessivamente spedita alle due strutture sindacali, aveva personalmente garantito che il trasferimento sarebbe avvenuto senza pregiudizio per i diretti interessati Le numerose iniziative, adottate dal Comitato di redazione e dalla RSU di Direzione Generale, sono state, in diversi casi, oggetto di attenzione della stampa nazionale. Peraltro molti degli articoli apparsi in proposito non sono stati inseriti nella rassegna stampa quotidiana dell’Inps perché censurati dalla responsabile della Struttura comunicazione in quanto non graditi ai vertici dell’Amministrazione. Sull’intera vicenda si è scomodato persino il presidente dell’Istituto Gian Paolo Sassi che, malgrado sia chiamato a rispondere di problemi ben più gravi che affliggono l’Ente e il sistema pensionistico, ha inviato una lettera al giornale “Liberazione” per “spiegare” che quello del trasferimento di Sistema Previdenza era solo un piccolo problema di cambiamento di stanza o di piano”: “Un piccolo problema” che meriti tanta attenzione è una contraddizione che colpisce persino il più ingenuo degli osservatori. In realtà, questo comitato può dimostrare, qualora lo si volesse, che si è fatto di tutto per allontanare coloro che, in sede di assemblee sindacali, hanno più volte denunciato l’allegra gestione della spesa nella Struttura Comunicazione e relazioni esterne (pubblicità pagata a suon di miliardi delle vecchie lire, costose riviste interne cartacee anziché on-line e a costo zero, gare continue per lavori che si sarebbero potuti fare con le sole risorse interne molto professionalizzate). E per raggiungere l’obiettivo non si è esitato a lasciar morire la rivista: prima riducendo il numero delle copie da distribuire (da 12000 a 3000) e la cadenza da bimestrale a quadrimestrale, poi rimandando all’infinito la nomina del nuovo Direttore responsabile del periodico fino a far decadere l’iscrizione dello stesso al Tribunale di Roma. Dietro questa strategia c’è stata l’abile regia di chi aveva interesse a continuare la persecuzione nei confronti dei due redattori. L’intera vicenda era già stata sottoposta alla Vostra attenzione il 28 luglio dello scorso anno, quando questo comitato ha inviato, con Raccomandata a.r,. un dossier con i documenti comprovanti quanto qui riportato. Se a distanza di un anno si ripropone un nuovo esame della questione è perché si nutre ancora la speranza che una rivista così prestigiosa e conosciuta possa essere mantenuta malgrado le diatribe assurde che ne mettono in pericolo la sopravvivenza. È per tale motivo che si sollecita ogni intervento che rientri nelle possibilità dei Dicasteri di Vostra competenza per richiamare alle proprie responsabilità chi non si cura del danno che deriva all’immagine dell’Istituto con l’esercizio di comportamenti poco trasparenti. Ringraziando anticipatamente per la nuova disponibilità si porgono i più cordiali saluti. Il Cdr dell’Inps Direzione generale Antonio Baldi – Angelo De Santis – Rita Sacconi

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