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Sindacale 10 Lug 2008

Intercettazioni: “Sì a diritti no a bavagli” Manifestazione davanti a Piazza Montecitorio organizzata dall’Assostampa Romana, presente il vertice della Fnsi e dell’Unci

Arance distribuite ai giornalisti, "possibili detenuti" se venisse approvato il disegno di legge del Governo sulle intercettazioni telefoniche. È la simbolica iniziativa messa in atto dall'Associazione stampa romana, che questa mattina ha indetto in Piazza Montecitorio una manifestazione per denunciare il tentativo di colpire la libertà di stampa con quella che è stata definita "la legge bavaglio più grave nella limitazione dei diritti dell'informazione, dai tempi del regime fascista". (AGI)

Arance distribuite ai giornalisti, "possibili detenuti" se venisse approvato il disegno di legge del Governo sulle intercettazioni telefoniche. È la simbolica iniziativa messa in atto dall'Associazione stampa romana, che questa mattina ha indetto in Piazza Montecitorio una manifestazione per denunciare il tentativo di colpire la libertà di stampa con quella che è stata definita "la legge bavaglio più grave nella limitazione dei diritti dell'informazione, dai tempi del regime fascista". (AGI)

“Il nostro scopo – hanno dichiarato Paolo Butturini e Fabio Morabito, rispettivamente segretaro e presidente dell'Associazione Stampa Romana – era sensibilizzare i cittadini, i parlamentari e gli addetti ai lavori sulla gravità delle norme contenute in quel disegno di legge. In nome della riservatezza dei cittadini, valore che ci sta quanto mai a cuore, si introducono divieti che sanno di censura preventiva. Se la legge verrà varata con il testo depositato, non si potrà più fare informazione su reati o scandali che toccano punti nevralgici della civile convivenza: dall’economia alla sanità, dalla sicurezza alle indagini sulle organizzazioni criminali. E chi dovesse trasgredire, verrà punito addirittura con il carcere. Senza una libera informazione i cittadini sono meno tutelati, la democrazia è menomata e la professione giornalistica svuotata della sua stessa ragione d’essere”. La delegazione ha ricevuto la solidarietà di vari parlamentari fra i quali l’onorevole Giuseppe Giulietti, portavoce dell’associazione Articolo 21, il senatore Vincenzo Vita, Membro della Commissione parlamentare per la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi, l’onorevole Roberto Zaccaria, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali. “Ci appelliamo al Presidente della Camera, Gianfranco Fini – concludono Butturini e Morabito -, sia nella sua qualità di terza carica dello Stato, sia in quella di collega giornalista e ci chiediamo: nelle vesti di editore de Il Secolo d’Italia, permetterà ai suoi reporter di dare conto di indagini che interessano la collettività? Siamo certi che il Presidente della Camera è sensibile all’argomento e non mancherà di sollecitare una profonda modifica del disegno di legge sulle intercettazioni”.

@fnsisocial

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