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Fnsi 29 Giu 2008

Intercettazioni. Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto della Fnsi, dal convegno su "Privacy e salute mentale, i diritti negati", attacca il Ddl Alfano: "Le nuove norme tendono a tutelare i potenti"

“Le questioni che affrontate oggi sono di estrema attualità nel momento in cui si discutono leggi che possono produrre significative limitazioni alla libertà d’informazione nel nostro Paese”. Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto della Fnsi, è intervenuto in questi termini al convegno padovano dal tema “Notizie atroci e percezione sociale. Privacy e salute mentale: diritti negati”, organizzato da varie associazioni e dagli Ordini degli psicologi e degli avvocati della città patavina, nella giornata di sabato 28 giugno.

“Le questioni che affrontate oggi sono di estrema attualità nel momento in cui si discutono leggi che possono produrre significative limitazioni alla libertà d’informazione nel nostro Paese”. Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto della Fnsi, è intervenuto in questi termini al convegno padovano dal tema “Notizie atroci e percezione sociale. Privacy e salute mentale: diritti negati”, organizzato da varie associazioni e dagli Ordini degli psicologi e degli avvocati della città patavina, nella giornata di sabato 28 giugno.

“Il tema delle intercettazioni dilaga, ma esso è solo un velo dietro il quale si celano norme che, se approvate, impedirebbero la pubblicazione di notizie relative alle indagini giudiziarie”. Rossi ha ribadito l’impegno del Sindacato dei giornalisti “ad impedire, anche attraverso lo strumento dello sciopero, che venga messo in discussione il diritto dei cittadini a sapere molte cose che sono effettivamente di interesse pubblico e che riguardano non già soggetti deboli ed inermi, ma i potenti ed i privilegiati”. Al convegno di Padova hanno preso parte circa 120 persone tra assistenti sociali, avvocati e psicologi. Al centro del convegno i temi della tutela dei soggetti deboli dalle conseguenze di un uso distorto dell’informazione. Argomenti rispetto ai quali gli organismi di categoria ed in particolare la Fnsi “ribadiscono – ha detto Rossi - il loro impegno ed il loro interesse a combattere le violazioni deontologiche ed il mancato rispetto di regole che la categoria si è liberamente data, come la Carta di Treviso, ma che non sono certamente al centro dell’interesse del legislatore e meno che mai delle norme che si prospettano”. La sera prima Rossi era intervenuto ad una lunga trasmissione sullo stesso tema trasmessa da “Radio Verona”.

@fnsisocial

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