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Sindacale 09 Giu 2010

Intercettazioni, Fulvio Fammoni, segretario confederale Cgil: “L’iniziativa di protesta non si fermerà”

Le preoccupanti previsioni di voto di fiducia sulle intercettazioni sono state purtroppo confermate. Il governo che le ha nascoste fino ad oggi, dichiara addirittura che il voto di fiducia finora sempre smentito era stato autorizzato dal Consiglio dei Ministri del 25 maggio, ben prima degli ultimi emendamenti. Questa era la falsa volontà di dialogo più volte dichiarata. E’ molto grave che su norme di rango costituzionale come giustizia e informazione il governo faccia questa scelta.

Le preoccupanti previsioni di voto di fiducia sulle intercettazioni sono state purtroppo confermate. Il governo che le ha nascoste fino ad oggi, dichiara addirittura che il voto di fiducia finora sempre smentito era stato autorizzato dal Consiglio dei Ministri del 25 maggio, ben prima degli ultimi emendamenti. Questa era la falsa volontà di dialogo più volte dichiarata. E’ molto grave che su norme di rango costituzionale come giustizia e informazione il governo faccia questa scelta.

Ma d’altronde se si considera la Costituzione e il dibattito parlamentare un impedimento perché stupirsi?

Per questo abbiamo contribuito insieme a tanti altri alla grande manifestazione del 2 giugno a Milano a difesa della straordinaria attualità della Costituzione.

Per questo su norme di questa importanza, che i principali costituzionalisti italiani non giudicano legittime, non si può arretrare.

La maggioranza parlamentare può approvare una legge sbagliata a colpi di fiducia ma l’iniziativa di protesta non si fermerà ed è indispensabile annunciare al più presto le tappe ulteriori di questa mobilitazione, che metta in rete le tantissime iniziative esistenti, che preveda date e modalità di una grande manifestazione nazionale. Una reazione immediata e assieme un programma di più largo respiro di questa iniziativa per la legalità e l’informazione libera che dia l’appoggio necessario agli operatori della sicurezza, ai magistrati e ai giornalisti direttamente impegnati in prima fila e che confermi che questo epilogo non è accettabile.

@fnsisocial

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