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Fnsi 02 Lug 2008

Intercettazioni: Fnsi, Ordine e Unci contro l’ipotesi del ricorso al decreto legge per imbavagliare i giornalisti Siddi: “Pronti a scendere in piazza”

''Se il governo farà ricorso al decreto in materia di intercettazioni scenderemo in piazza”, lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, concludendo l'incontro 'Etica e diritto di cronaca: no alle censure!' organizzato dalla Federazione nazionale stampa italiana, dall’Ordine dei Giornalisti e dall’Unione Cronisti.

''Se il governo farà ricorso al decreto in materia di intercettazioni scenderemo in piazza”, lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, concludendo l'incontro 'Etica e diritto di cronaca: no alle censure!' organizzato dalla Federazione nazionale stampa italiana, dall’Ordine dei Giornalisti e dall’Unione Cronisti.

Alla manifestazione hanno preso parte esponenti dei gruppi parlamentari, magistrati, avvocati, direttori di giornali, rappresentanti della Fieg. Unanime l’allarme nei confronti di un provvedimento che punti a imbavagliare giornalisti e giornali negando ai cittadini il diritto di ricevere notizie e formarsi un’opinione. “Il disegno legge sulle intercettazioni che limita la libertà di stampa è illiberale: lo pensavamo quando lo propose il ministro Mastella, lo pensiamo oggi quando a proporlo è il ministro Alfano'', ha aggiunto Siddi. Il segretario nazionale della Fnsi ha spiegato che i giornalisti italiani sono pronti a intraprendere una mobilitazione di lunga lena per rintuzzare ogni attacco al dovere di informare i cittadini: ''La prima fase di questa battaglia è volta ad informare di più sui rischi contenuti nel disegno legge del governo anche coinvolgendo i direttori e gli editori dei giornali ai quali chiederemo di pubblicare “pagine a scacchiera”, ossia pagine confezionate secondo le norme attuali che consentono un'informazione completa e pagine confezionate alla luce delle norme che si vorrebbero introdurre; la terza fase prevede di andare nella piazze per informare i cittadini''. Il direttore generale della Fieg, Alessandro Brignone, ha convenuto sulla “pesantezza dell’impatto” che i provvedimenti del governo potrebbero esercitare sull’informazione. “Giornalisti e giornali dovrebbero restare muti fino alla chiusura delle indagini preliminari. Il giudizio negativo sul provvedimento è comune a quello della Fnsi: non possiamo essere d’accordo”. Grave, ha sottolineato Brignone, che adducendo il pretesto di porre rimedio ad un uso distorto delle intercettazioni si imponga lo stop al loro impiego per accertare reati gravi quali l’estorsione, i sequestri di persona, l’usura. Il sistema sanzionatorio, ha aggiunto Brignone, punta a mettere l’editore nella paradossale condizione di impedire di scrivere per non rischiare multe: “Ciò non ha senso ed è necessario farlo capire al governo”. Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara, ha offerto anche un’indicazione operativa: “Per le intercettazioni bisogna prevedere una udienza stralcio di fronte al giudice dove Pubblico ministero e difesa tolgono dal processo le telefonate penalmente irrilevanti. Limitare le intercettazioni – ha aggiunto Palamara - rischia di limitare la possibilità di scoprire gli autori dei reati: Un paradosso nel momento in cui si enfatizza il tema della sicurezza''. ''Sulle intercettazioni non c'è carattere d'urgenza. Quello del governo è un atteggiamento incomprensibile schizofrenico, non capisco questo ulteriore strappo'', ha detto il ministro ombra della Giustizia, Lanfranco Tenaglia (Pd). “Riteniamo che sia necessaria una legge moderna –ha aggiunto - che non limiti le indagini e il diritto della stampa a informare''. ''Puo' darsi che dal disegno legge sulle intercettazioni venga separata la parte relativa alla privacy e messa in un decreto''. ha spiegato il presidente della Commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli. ''Non credo che il diritto di cronaca possa sconfinare nella violazione della privacy - ha aggiunto Berselli - da parte della Commissione Giustizia del Senato, garantisco che al di la' dello strumento utilizzato, ci sarà massima interlocuzione con le categorie della stampa italiana''. (ANSA) - ROMA, 2 LUG - L'ipotesi avanzata dal premier Silvio Berlusconi, di intervenire per decreto sulle intercettazioni, fa inasprire la posizione della Federazione nazionale della stampa italiana che minaccia di scendere in piazza. E attorno al sindacato nazionale dei giornalisti fanno cerchio magistrati, gli editori e anche i consumatori, cosi' come e' emerso dal dibattito 'Etica e diritto di cronaca. No alle censure!', organizzato dalla Fnsi cui hanno partecipato, oltre al segretario della Federazione, Franco Siddi, anche il Presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, e il ministro della Giustizia del governo-ombra, Lanfranco Tenaglia. ''Se ci sara' un decreto sulle intercettazioni scenderemo in piazza - avverte Siddi -. Il decreto e' illiberale: lo pensavamo con Mastella, lo pensiamo con Alfano''. Ma, in attesa di capire le mosse del governo, il sindacato pensa ad altre forme di protesta. ''La prima - dice Siddi - e' sicuramente quella di informare di piu', cosa che stiamo gia' facendo; poi dobbiamo prevedere nei giornali delle pagine a scacchiera: da una parte, cioe', l'informazione piena, cosi' com'e' ora, dall'altra quella messa in prigione con il decreto legge. Non ultima - aggiunge - anche la possibilita' di andare nelle piazze ad informare i cittadini su quello che sta accadendo''. Per la tutela della privacy, poi, Siddi pensa ad un Giuri' presso il Garante: ''Deve includere sia esponenti dell'Ordine dei giornalisti che della societa' civile, ed entro tre giorni deve pronunciarsi sulle violazioni della privacy''. La limitazione delle intercettazioni preoccupa anche i magistrati e gli editori. ''Bisogna trovare un punto di equilibrio - dice Luca Palamara, presidente dell'Anm - le intercettazioni come strumento investigativo vanno difese. Si possono pensare a correttivi come le udienze filtro in cui si decida le telefonate utili al processo e quelle penalmente irrilevanti''. Per il direttore della Fieg, Alessandro Brignone ''c'e' allarme''. ''Siamo preoccupati - dice - anche per il sistema sanzionatorio che potrebbe mettere in ginocchio persino le imprese piu' sane. Bisogna far capire al governo che gli e' scappata la penna''. Dalla maggioranza, intanto, sembra ci sia una sostanziale convergenza sulla proposta di Berlusconi. ''Puo darsi che dal disegno di legge venga separata la parte relativa alla privacy e messa in un decreto - anticipa il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, con riferimento ai contenuti delle intercettazioni che non hanno rilevanza penale -. Garantisco, pero' - aggiunge - che al di la' dello strumento utilizzato, ci sara' massima interlocuzione".

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