"La libertà d'informazione, se uno prende l'articolo 2 del progetto di legge che riguarda le intercettazioni - ma che va ben oltre le intercettazioni - è a rischio". È quanto ha dichiarato il procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli partecipando al convegno, in memoria dell'avvocato Chiusano, "Vittorio Chiusano difensore di diritti costituzionali - Giusto processo e libertà di informazione", in corso al Palazzo di Giustizia di Torino.
"L'articolo 2 – ha proseguito Caselli - dice testualmente: - è vietata la pubblicazione anche parziale, o per riassunto o nel contenuto, di atti di indagine preliminare nonché di quanto acquisito al fascicolo del Pm o del difensore, anche se non sussiste più alcun segreto, fino alla chiusura delle indagini preliminari-. Vuole dire - ha spiegato Caselli - che per mesi, se non per anni in alcuni casi, non si può scrivere niente di niente: forse il nome dell'indagato ma non il reato per cui si procede, non gli elementi di accusa, non quelli di difesa. E questo vale per tutto: mafia, omicidi, rapine, malasanità, malamministrazione. Giusto processo significa almeno potenzialmente - ha poi aggiunto Caselli - l'applicazione della legge uguale per tutti e quindi l'indipendenza della magistratura, senza indipendenza l'applicazione della legge uguale per tutti ècompromessa alla radice". (AGI) "Caselli confonde le accuse che muove un Pm con la verità storica e le sentenze". Questa la replica del deputato del Pdl Gaetano Pecorella alle affermazioni del procuratore Caselli sulla libertà di informazione, che sarebbe messa a rischio dal progetto di legge che riguarda le intercettazioni. "Per portare a conoscenza le cose – ha precisato Pecorella, intervenuto, oggi, a Torino, al convegno in ricordo di Vittorio Chiusano - c'è il dibattimento, e c'è la necessità di dare notizia laddove sia funzionale a una ripresa, a una correzione, a una critica per come si sta amministrando la giustizia. Ma non credo - ha aggiunto – che questo accada quando si pubblicano le telefonate di natura privata". "L'intercettazione - ha spiegato - viene fatta in funzione del processo non in funzione della stampa. Se poi il giornalista fa un'inchiesta e riesce a scoprire che il signor X va a letto con la signora Y è un problema diverso. Ciò che è raccolto nel processo deve servire al processo, - ha concluso - tant'è che tutte queste intercettazioni di natura privata dovrebbero essere immediatamente distrutte secondo il nostro codice, solo che c'è qualcuno che le fa filtrare". (AGI)