«Ormai non passa giorno senza registrare vili attacchi di anonimi "leoni da tastiera" contro chi con il proprio lavoro si impegna a garantire ai cittadini il diritto a una informazione corretta e veritiera. Bersaglio "privilegiato" degli hater sono le donne. Come la giornalista di SkyTg24 Mariangela Pira, vittima di disgustosi insulti sessisti su Twitter. Ma è in costante e preoccupante aumento anche il fenomeno delle minacce a sfondo politico, online e non solo. Su questo fronte l'ultimo caso riguarda ancora il direttore di Repubblica, Carlo Verdelli, e la sua famiglia. Una situazione non più sostenibile né più tollerabile». Lo affermano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi.
«L'invito ai colleghi – proseguono – è a denunciare ogni singolo tweet, ogni post. L'appello alle autorità e alle forze dell'ordine è di individuare e sanzionare gli odiatori seriali. Ma le responsabilità sono anche altre. Della politica, che ha il dovere di non inquinare i pozzi della convivenza civile sdoganando l'insulto e l'aggressione verbale come strumenti per conquistare spicciolo consenso. E delle piattaforme online, ormai protagoniste indiscusse delle nostre vite, che non possono concedere cittadinanza a chi usa la rete per offendere e intimidire. Bisogna agire insieme. Per contrastare l'odio online serve l'impegno di tutti».
Anche il Cdr di SkyTg24 esprime «solidarietà e vicinanza» a Mariangela Pira, «grande professionista, specializzata in informazione economica e finanziaria, che dimostra quotidianamente imparzialità ed equidistanza rispetto alle notizie trattate, sempre molto delicate. Insulti personali e violenti come quelli che siamo stati costretti a leggere - si legge in una nota - sono un attacco anonimo e pericoloso contro chi ogni giorno si impegna per riportare le notizie in maniera neutra e corrispondente alla verità dei fatti. In ultima analisi, questi insulti, rigorosamente anonimi, sono un attacco alla libertà di informazione». Alla collega, infine, «un invito a continuare a fare quello che ha sempre fatto: informare in maniera corretta e imparziale».
E solidarietà e vicinanza al direttore arrivano anche dal Comitato di redazione di Repubblica. «Neanche davanti al dramma che sta attraversando il Paese – scrivono i giornalisti – si fermano le minacce di morte indirizzate al nostro direttore Carlo Verdelli e alla sua famiglia. Un'escalation di intimidazioni, quasi sempre a sfondo neonazista, che hanno il chiaro obiettivo di condizionare il lavoro di Repubblica e dei suoi giornalisti». Il Cdr, concludono i rappresentanti sindacali, «nell'esprimere massima vicinanza al direttore Verdelli, ribadisce ancora una volta che il nostro giornale non ha paura, continuerà a portare avanti le sue battaglie e mai abdicherà al dovere di informare, che per i cittadini si traduce nel sacrosanto diritto di ricevere un’informazione libera, corretta e indipendente».
Intanto il "caso Verdelli", sotto scorta dopo le ripetute minacce di morte ricevute da gruppi neonazisti, è stato inserito sulla piattaforma per la protezione dei giornalisti creata dal Consiglio d'Europa. Si tratta di «un'ulteriore prova dell'aumento dei crimini contro i giornalisti commessi dagli estremisti», commenta su Twitter il portavoce del Consiglio d'Europa, Daniel Holtgen.
Le minacce al direttore di Repubblica sono state classificate sulla piattaforma di "livello 1" cioè tra "le violazioni più gravi e dannose alla libertà di stampa", e seguono di qualche giorno l'apertura del fascicolo sulle minacce fatte dalla camorra "il 6 marzo a Gennaro Del Giudice, direttore di Cronaca flegrea". Queste ultime sono state catalogate come di "livello 2" cioè come "atti di intimidazione".