“A doversi “dare una regolata” è il Presidente della Giunta del Molise, Michele Iorio, e non certo i giornalisti della sua Regione. Se la Procura di Campobasso sta indagando perché suo figlio è stato assunto da una società che riceve incarichi di consulenza dalla regione, questa è indubitabilmente una notizia.
Il Presidente Iorio non vuole prendere atto di questa semplice verità perché è partecipe, anche lui, di un malcostume politico ormai dilagante, per il quale si dà la colpa ai giornalisti quando c’è qualche fatto che può creare imbarazzo nel rapporto con il proprio elettorato. La Federazione della stampa è certa che i colleghi molisani continueranno ad esercitare pienamente il loro diritto-dovere di informare, senza farsi condizionare da una scoperta arroganza.” ''Il presidente della giunta regionale del Molise, Michele Iorio, si aggiunge alla lunga lista di quanti vorrebbero decidere quali notizie i giornalisti debbano diffondere''. A sottolinearlo è il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, che commenta le accuse mosse ieri alla stampa da Iorio. ''Fa anzi di più: ritiene di poter stabilire quando ciò debba essere fatto - continua l'Ordine - e coltiva la singolare teoria secondo la quale un fatto esiste solo se viene partecipato. Si spinge anche ad ipotizzare 'complotti', orditi in tutta evidenza da giornalisti che hanno il torto di avere segnalato che la Procura della Repubblica di Campobasso sta indagando sull'assunzione del figlio da parte di una società''. ''È un'idea curiosa quella che il presidente Iorio ha dei doveri del giornalista - continua la nota - visto che ritiene che 'il sistema della comunicazione e dell'informazione si deve dare una regolata''. Parole infelici e teoria davvero curiosa perché‚ è lo stesso Iorio ad affermare che appena gliene verrà data l'occasione chiarirà 'che non c'è alcun reato'. I giornalisti saranno felici di registrare, quando sarà, che c'è stato un chiarimento, ritenuto in tutta evidenza necessario dalla magistratura e dallo stesso protagonista. Ma rivendicano, appunto, il dovere e non il diritto di informare l'opinione pubblica - conclude l'Ordine - dell'esistenza di una iniziativa della magistratura che riguarda un esponente politico così importante nella regione''. (ANSA)