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Sindacale 05 Nov 2008

In Piazza Montecitorio per la libertà ad informare Di Pietro: “Il bavaglio alla stampa è un attentato alla democrazia”

Con la maglietta bianca come dei 'gelatai', ma in realtà per protestare contro una vicenda molto amara: sono i giornalisti italiani in Piazza Montecitorio uniti dallo slogan 'Liberi di informare, liberi di sapere'.

Con la maglietta bianca come dei 'gelatai', ma in realtà per protestare contro una vicenda molto amara: sono i giornalisti italiani in Piazza Montecitorio uniti dallo slogan 'Liberi di informare, liberi di sapere'.

Stamattina la manifestazione è iniziata nella sala del Capranichetta con l'intervento del segretario della Federazione Nazionale della Stampa, Franco Siddi, a cui hanno fatto seguito, tra gli altri, quello del presidente dell'Ordine Nazionale, Lorenzo Del Boca, dell'Unione Cronisti, Guido Columba, del segretario Usigrai Carlo Verna e in conclusione del presidente Fnsi, Roberto Natale che ha annunciato nuove mobilitazioni e, fa intendere, anche possibili scioperi. Il tema della protesta è in primo luogo quello contro il ddl Alfano sulle intercettazioni già al centro di una sorta di giro d'Italia che l'Unci ha realizzato con 26 manifestazioni per protestare dice Columba ''ma anche per dire ai cittadini che rischiano di non avere più notizie''. Ma all'inizio dell'assemblea, convocata nella giornata europea per la difesa della dignità dell'informazione, Siddi lo dice chiaramente che le questioni sul tavolo sono molte e che ''il tentativo di mettere il bavaglio all'informazione'' non è solo italiano, così come ''non c'è grande differenza tra un governo e l'altro''. A questi temi va aggiunto quello del contratto, quello dei tagli che riguardano testate come La7 o il piccolo significativo caso di Telecittà, ma anche ciò che è accaduto ieri contro il programma Chi l'ha visto e la Rai. Un clima generale negativo contro la stampa che i giornalisti vogliono contrastare scendendo oggi in piazza. Anche per dimostrare ai cittadini ''che quello di informare è uno specifico dovere - spiega Del Boca - e i giornalisti devono fare il loro dovere''. Insomma, sostiene il presidente dell'Ordine ''nessuna difesa di privilegi come la politica sembra pensare in modo trasversale''. Lo dice anche Stefano Ferrante, del Comitato di redazione de La 7 - oggi in sciopero - presente con una nutrita delegazione che ''il diritto all'informazione è sotto assedio'', e quello della sua redazione che ''è un esperienza pilota per gli editori che vogliono colpire la nostra categoria'', cominciando con l'eliminazione di 25 posti di lavoro. Per lui lunghissimo applauso e la solidarietà dell'Usigrai con Verna che parla di ''segnali inquietanti anche nei confronti della Rai''. Nel corso dell'assemblea la solidarietà di politici come Vincenzo Vita e Lanfranco Tenaglia, ministro ombra della giustiza del Pd che hanno preso la parola ma anche del direttore di Raitre, Paolo Ruffini. Quasi in conclusione le parole di Antonio Di Pietro, ''Se l'informazione verrà imbavagliata con la legge in discussione sulle intercettazioni avremo un attentato alla democrazia: meno male che i giornalisti denunciano questa situazione''. Poi tutti in piazza con le magliette bianche sopra a camicia e cravatta per dire che i giornalisti non ci stanno e l'Usigrai annuncia che presto potrebbe a sua volta protestare contro ''l'omologazione che viene richiesta alla stampa facendo indossare un'informe a tutti i conduttori dei tg''. (ANSA) ''Se l'informazione verrà imbavagliata con la legge in discussione sulle intercettazioni avremo un attentato alla democrazia: meno male che i giornalisti denunciano questa situazione''. È l'attestato di solidarietà che il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, porta alla manifestazione della stampa italiana che, su iniziativa del sindacato Fnsi e Unci, è scesa oggi in piazza Montecitorio. ''Già il Parlamento non è in grado di legiferare - sostiene Di Pietro -: già la magistratura è bloccata senza finanziamenti e imbavagliata da norme, se anche l'informazione verrà imbavagliata non ci manca che l'omino con le mani sui fianchi''. (ANSA)

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