CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Editoria 12 Feb 2010

Il voto di fiducia sul milleproroghe stoppa il ripristino dei fondi ai quotidiani delle cooperative, no profit e di partito Oggi il coordinamento dei cdr delle testate interessate

Strada ormai sbarrata quella del decreto milleproroghe per scongiurare la chiusura di circa un centinaio di testate cooperative, no profit e di partito.È la convinzione dei parlamentari bipartisan che in questi mesi hanno portato avanti la battaglia per ripristinare - con un emendamento al milleproroghe - il diritto soggettivo di queste testate a ricevere i finanziamenti pubblici in attesa di un riordino complessivo della materia.

Strada ormai sbarrata quella del decreto milleproroghe per scongiurare la chiusura di circa un centinaio di testate cooperative, no profit e di partito.
È la convinzione dei parlamentari bipartisan che in questi mesi hanno portato avanti la battaglia per ripristinare - con un emendamento al milleproroghe - il diritto soggettivo di queste testate a ricevere i finanziamenti pubblici in attesa di un riordino complessivo della materia.

Dopo il voto di fiducia incassato dal governo su questo decreto, sembra davvero difficile 'rimediare' alla Camera. Per questo si cerca un'alternativa: la più probabile è quella di riproporre l'emendamento al decreto sviluppo che sta per iniziare il suo iter parlamentare.

Oggi i giornali interessati, tra cui Europa, il Manifesto, l'Unità hanno lanciato il loro vibrante grido d'allarme: se non venisse reintrodotto il diritto soggettivo, un centinaio di testate potrebbero chiudere i battenti e circa 4000 lavoratori perdere il loro posto di lavoro. Così, parallelamente all'azione 'diplomatica' e legislativa, si cercano forme di protesta efficaci.

Beppe Giulietti (Articolo 21) plaude alla proposta del Manifesto di salire sul tetto: ''Salire sul tetto sarebbe la risposta giusta a una giornata nera per l'informazione sia sul fronte dei tagli all'editoria che sul fronte dell'orribile regolamento sulla par condicio''. Giulietti esprime profondo pessimismo sulla possibilità che si possa ancora ripristinare il diritto soggettivo nel passaggio del milleproroghe alla Camera: ''Proprio per questo bisogna attuare delle forme clamorose di protesta. Siamo arrivati ormai alle leggi contra aziendas''.

 La Federazione Nazionale della Stampa potrebbe proclamare una giornata di sciopero dei giornalisti delle testate interessate. Lunedì prossimo incontrerà i comitati di redazione.
Vincenzo Vita (Pd) preme sul governo e lo invita a non temporeggiare: ''Penso che il governo in questo momento non sappia che cosa fare, e mentre cerca di decidere molte testate muoiono''. In più mette in evidenza i ''contrasti'' tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti: ''Forse Buonaiuti ci rimarrebbe un po' male a sentirselo dire però in questa partita alla fine è stato proprio lui, sottosegretario con la delega sull'informazione e l'editoria, ad essere stato, di fatto, commissariato dal Ministro Tremonti''. (ANSA)

IL COMITATO DI REDAZIONE DI RED TV: “A RISCHIO LA QUALITÀ DELLA DEMOCRAZIA”  

Il comitato di redazione di Red Tv esprime la sua grande preoccupazione per la scelta del governo di non  reintrodurre il diritto soggettivo nel decreto mille proroghe. Tale  diritto ha fin qui garantito alle testate politiche e cooperative la  possibilità di continuare a svolgere il proprio lavoro con passione e professionalità. Il lavoro di cui parliamo è quello dell'informazione con particolare sensibilità al dibattito politico e culturale esercitato in maniera libera e autonoma". È quanto si legge in un comunicato del Cdr di RedTv.
"Le testate giornalistiche coinvolte sono più di 100 e i  lavoratori che rischiano il posto sono 4000 secondo i dati della  Federazione Nazionale Stampa Italiana. Rincresce -si legge- il fatto che la grande stampa italiana a partire da 'Repubblica' al 'Corriere  della Sera' non stia dando alcuno spazio alla vicenda, più  preoccupati dal provvedimento sulla par condicio e tranquillizzati dal fatto che tanto continueranno a prendere i rimborsi dallo Stato. La  libertà e la democrazia valori di cui spesso questi giornali si sono  fatti portatori, sono in questo modo derubricati a diritti privati e divengono così privilegio dei più forti".

"La nostra piccola iniziativa editoriale, composta da 14  lavoratori presenti in redazione, nell'amministrazione e ai circa 30 collaboratori, che non possiede i lauti mezzi dei grandi gruppi editoriali si trova ora di fronte alla prospettiva della Cassa  integrazione. Con questo comunicato -conclude il Cdr di RedTv-  intendiamo informare i nostri telespettatori di quanto sta avvenendo anche per denunciare il silenzio che si sta creando attorno ad una  vicenda che tocca molto da vicino la qualità della nostra  democrazia". (ADNKRONOS)

@fnsisocial

Articoli correlati