Il Tribunale di Bari «inibisce alla Ledi srl l'uso del marchio 'la Nuova Gazzetta di Puglia e Basilicata' ovvero segni distintivi/testate simili a quest'ultimo per l'avvio di pubblicazioni, in qualsiasi forma e con qualsiasi modalità (cartacea e/o online), e per la diffusione di qualsiasi prodotto editoriale». Lo ha deciso il giudice Michele De Palma con un provvedimento cautelare d'urgenza, inaudita altera parte, ritenendo che il marchio «presenti un elevato grado di somiglianza» con quello de La Gazzetta Del Mezzogiorno - La Gazzetta Di Puglia - Corriere Delle Puglie, «atteso che il primo evoca il secondo», «determinando così un rischio di confusione per il pubblico di riferimento anche in termini di associazione tra i due segni».
Il giudice ha così accolto l'istanza delle curatele fallimentari di Mediterranea ed Edisud, proprietaria ed editrice de la Gazzetta del Mezzogiorno, e della società Ecologica Spa che si è aggiudicata il marchio.
L'urgenza, spiega il giudice, è dovuta alla «imminenza dell'avvio da parte della Ledi della nuova iniziativa editoriale». L'udienza di merito nel contraddittorio delle parti «per la conferma, modifica o revoca del decreto» è fissata il 2 dicembre.
Il Tribunale, inoltre, ritiene che «le condotte della Ledi srl integrino la fattispecie di concorrenza sleale, costituendo la suddetta nuova iniziativa editoriale della Ledi srl, per come proposta al pubblico, una ideale prosecuzione di quella in precedenza svolta» con il marchio/testata 'La Gazzetta Del Mezzogiorno - La Gazzetta Di Puglia - Corriere Delle Puglie'.
«Il pluralismo dell'informazione è un pilastro della democrazia, a patto che non vengano alterati i principi della concorrenza leale», sostengono, in una nota congiunta, la Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni di Stampa della Puglia e della Basilicata commentando l'interdittiva.
«La decisione del Tribunale fa giustizia di un'operazione maldestra che più che arricchire il panorama dell'informazione in Puglia e Basilicata, puntava evidentemente a rendere più difficile la vita alla Gazzetta del Mezzogiorno scimmiottandone il marchio», sostiene il sindacato dei giornalisti.
«Se, dopo aver deliberatamente interrotto le pubblicazioni della storica Gazzetta lasciando per strada 134 lavoratori e i lettori di due regioni senza il loro giornale, l'obiettivo della Ledi srl è quello di continuare a editare un giornale, è bene che lo faccia – concludono Fnsi e Associazioni di Stampa – nel rispetto delle regole. È pretestuoso tirare in ballo a vanvera il pluralismo dell'informazione e la tutela dei propri dipendenti, vere e uniche vittime dell'operazione alle quali va la solidarietà del sindacato».