L'Associazione Stampa Toscana «si schiera al fianco del Cdr e dell'assemblea di redazione de Il Tirreno che ha deciso di proclamare lo stato di agitazione in risposta alle pretese dell'azienda, il Gruppo Sae, che pretenderebbe di finanziare nuove iniziative, come l'apertura di una redazione a Firenze, chiedendo nuovi sacrifici ai giornalisti».
Il sindacato regionale, si legge in una nota, «d'intesa con la Fnsi, è pronto a sedersi ad un tavolo, assieme ai colleghi del Cdr, per far valere il rispetto dell'accordo su prepensionamenti e solidarietà, senza ulteriori aggravi a carico del corpo redazionale».
PER APPROFONDIRE
Di seguito il comunicato del Cdr de Il Tirreno.
Nell'assemblea dei redattori del Tirreno, riunita il 20 aprile in presenza e da remoto, il Cdr ha illustrato ai colleghi la richiesta dell'editore di rivedere profondamente i termini dell'accordo sottoscritto appena nove mesi fa a Roma, al tavolo Fieg-Fnsi e successivamente al ministero del Lavoro, che prevede una serie di impegni reciproci in merito all'applicazione della cassa integrazione per 18 mesi a scalare in relazione alle uscite in prepensionamento dei giornalisti secondo la legge 416/81.
L'assemblea con 62 voti a favore e un'astensione ha respinto la richiesta di revisione dell'accordo, ritenendo che la sede opportuna per discutere un'eventuale disdetta reciproca dell'intesa sia il tavolo Fieg-Fnsi al quale quell'accordo è stato siglato.
A sostegno della posizione l'assemblea ha confermato la sua piena fiducia al Comitato di redazione, proclamando l'immediato stato di agitazione col blocco delle iniziative editoriali speciali, affidando al Cdr un pacchetto di 5 giorni di sciopero.
Assemblea e Cdr evidenziano il sacrificio quotidiano con cui i redattori sono impegnati nella salvaguardia del giornale, sia sulla carta che sul web, a fronte di una significativa riduzione dell'organico e delle difficoltà causate dalla cassa integrazione.
La richiesta di ulteriori tagli a una redazione che già ha accettato forti riduzioni salariali e aggravio dei carichi di lavoro, appare ancor più contradditoria e inaccettabile nel momento in cui l'azienda si appresta a varare una nuova iniziativa con l'apertura della redazione di Firenze.