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Fnsi 16 Ott 2003

Il Segretario generale della Fnsi spiega in una lettera al Ministro Maroni i motivi della protesta e chiede un incontro anche sui contenuti della legge delega sul lavoro

Il Segretario generale della Fnsi spiega in una lettera al Ministro Maroni i motivi della protesta e chiede un incontro anche sui contenuti della legge delega sul lavoro

Il Segretario generale della Fnsi spiega in una lettera al Ministro Maroni i motivi della protesta e chiede un incontro anche sui contenuti della legge delega sul lavoro

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha inviato al Ministro del Lavoro, Roberto Maroni, la seguente lettera: “I giornalisti italiani, attraverso il loro Sindacato unitario, hanno proclamato una giornata di sciopero per protestare contro le ipotesi di modifica delle regole previdenziali contenute nella bozza di emendamento alla delega nella misura pensionistica presentato dal Suo Dicastero. I motivi della nostra protesta sono riassunti in un comunicato diffuso nella tarda serata di ieri e riguardano, tra l’altro, la previsione, contenuta nel comma 4 dell’art. 1 ter, in base alla quale il nuovo meccanismo di calcolo della pensione di anzianità troverebbe applicazione anche nei confronti degli Enti previdenziali privatizzati e, quindi, anche nei confronti dell’Inpgi, l’Istituto che assicura in regime di autonomia le prestazioni previdenziali ai giornalisti italiani. Se le motivazioni della manovra sulla previdenza sono quelle contenute nel comma 1 del citato art.1 ter, ovvero “al fine di assicurare la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico, stabilizzando l’incidenza della relativa spesa sul prodotto interno lordo”, non Le sfuggirà come tali motivazioni siano estranee agli Istituti privatizzati e in particolare all’Inpgi. Non a caso il decreto legislativo 509/1994, che ha privatizzato alcuni Istituti e Enti previdenziali di categoria, ne ha previsto l’autonomia gestionale, organizzativa, contabile e finanziaria, con l’esplicito divieto che i predetti Istituti possano avere finanziamenti pubblici diretti o indiretti. Una autonomia che le ipotesi di riforma delle pensioni, se approvate, per la prima volta, lederebbero gravemente. E’di tutta evidenza che l’Inpgi non incide in nessun modo sui bilanci dello Stato. Peraltro, c’è da aggiungere che il richiamato decreto legislativo 509/1994 impone agli Enti privatizzati una gestione economico-finanziaria che assicuri l’equilibrio di bilancio mediante l’adozione dei necessari provvedimenti ed aggiunge che per quanto attiene la materia dei contributi e delle prestazioni le decisioni devono essere assunte in esecuzione degli accordi determinati tra le organizzazioni sindacali titolari della contrattazione collettiva di settore. In adempimento di queste indicazioni la gestione dell’Inpgi assicura bilanci costantemente in attivo e sulla base delle previsioni attuariali le parti sociali (la Federazione della Stampa e la Federazione degli Editori) assumono di volta in volta tutte le opportune e necessarie decisioni che intervenendo su prestazioni e contribuzioni possono garantire nel tempo l’equilibrio di gestione. Non Le sfuggirà, Signor Ministro, come l’estensione anche all’Inpgi dell’ipotesi di modifica dei trattamenti pensionistici prevista per gli Enti pubblici, alteri i meccanismi di autogestione introdotti con il decreto legislativo 509/1994 e, di fatto, cancelli la privatizzazione del nostro Ente. Sono queste le motivazioni che ci hanno spinto ad una azione di protesta e sulle quali auspichiamo un confronto e un chiarimento che ci permettiamo di sollecitarLe. Con l’occasione riteniamo necessario incontrarLa anche per sottoporLe le nostre valutazioni in merito al provvedimento legislativo di attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, per l’esame dei riflessi che esso può avere nei confronti del lavoro giornalistico e degli impegni che al riguardo furono assunti dal Suo Dicastero in occasione del rinnovo del contratto collettivo di categoria.”

@fnsisocial

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