Il quotidiano tedesco Bild sfida oggi il presidente Christian Wulff, chiedendogli di acconsentire alla pubblicazione del messaggio telefonico nel quale avrebbe tentato di esercitare pressioni per bloccare la pubblicazione di un articolo relativo al prestito ricevuto in passato da un amico facoltoso. Ieri, nel corso di un'intervista televisiva, Wulff ha sostenuto che con la sua telefonata, effettuata il mese scorso dal Kuwait, intendeva solamente ottenere dal quotidiano un ritardo di 24 ore nella pubblicazione dell'articolo, per consentirgli di fare ritorno in Germania e affrontare le accuse.
GERMANIA: BILD SFIDA WULFF, CI LASCI PUBBLICARE SUA TELEFONATA =
Il quotidiano, in una nota, si e' detto "attonito" riguardo alla pretesa di Wulff di non aver esercitato pressioni. La telefonata incriminata, registrata sulla segreteria telefonica del direttore del popolare tabloid, e' stata definita dai media tedeschi un vero e proprio attacco alla liberta' di stampa. L'episodio, che rischia di creare ulteriori imbarazzi al cancelliere Angela Merkel, si aggiunge alle polemiche suscitate in precedenza proprio dalla vicenda del finanziamento per un mutuo ottenuto a un costo di favore, all'epoca in cui Wulff era premier della Bassa Sassonia. La Bild nei giorni scorsi aveva riferito di non avere immediatamente dato conto della telefonata del presidente, poiche' lo stesso Wulff, dopo due giorni, si era scusato con il direttore, Kai Diekmann. Diekmann ha affermato di aver scritto a Wulff chiedendogli di poter rendere pubblico il contenuto del messaggio, registrato lo scorso 12 dicembre. "Non vorremmo farlo senza il suo consenso e per questo le chiediamo, in nome della trasparenza da lei evocata, di acconsentire alla pubblicazione", ha sostenuto Diekmann. In base alla legge tedesca, e' un reato pubblicare il contenuto di messaggi telefonici senza il consenso di tutti gli interessati. La stampa in questi giorni ha lasciato trapelare alcuni contenuti del messaggio, nel quale Wulff avrebbe avvertito Diekmann che l'atteggiamento del giornale costituiva una "guerra" e che "era stato passato il Rubicone". Berlino, 5 gen. (Adnkronos/Dpa