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Giudiziaria 08 Set 2011

Il Messaggero condannato per “comportamento antisindacale” Piena soddisfazione dell’Assostampa Romana

Il Giudice del Tribunale Civile di Roma, Mariapia Magaldi, ha condannato il quotidiano Il Messaggero per “comportamento antisindacale”. Il magistrato ha così dato ragione all’Associazione Stampa Romana che era ricorsa contro l’azienda per i ripetuti atteggiamenti volti a limitare i diritti sindacali dei giornalisti, sanciti dallo Statuto dei Lavoratori e da un accordo interno. In particolare, il giudice ha riconosciuto come antisindacali i contenuti delle lettera aziendale del 24 maggio scorso.

Il Giudice del Tribunale Civile di Roma, Mariapia Magaldi, ha condannato il quotidiano Il Messaggero per “comportamento antisindacale”. Il magistrato ha così dato ragione all’Associazione Stampa Romana che era ricorsa contro l’azienda per i ripetuti atteggiamenti volti a limitare i diritti sindacali dei giornalisti, sanciti dallo Statuto dei Lavoratori e da un accordo interno. In particolare, il giudice ha riconosciuto come antisindacali i contenuti delle lettera aziendale del 24 maggio scorso.

La missiva intimava di svolgere l’assemblea di redazione soltanto in un determinato orario, pena una possibile trattenuta in busta paga, annunciando inoltre l’uso di vigilantes qualora i giornalisti avessero cercato di utilizzare, come storicamente hanno fatto, il salone della cronaca per svolgere la loro riunione. “Non posso che esprimere piena soddisfazione per la sentenza - afferma il segretario della Asr, Paolo Butturini - e ringrazio l’avvocato Bruno Del Vecchio per il lavoro svolto. La decisione del magistrato civile ha accolto tutte le istanze del sindacato territoriale che si è mosso di comune accordo con il Cdr. In un momento in cui vengono messi in discussione i fondamenti stessi dell’azione e dell’esistenza del sindacato, la condanna subita da Il Messaggero deve essere un monito per chiunque cerchi di limitare, o peggio cancellare, i diritti dei lavoratori. Credo che azienda e direzione farebbero bene a riavviare una serena discussione con l’organismo sindacale di base. Soltanto corrette relazioni sindacali e professionali possono garantire quel confronto fra le parti attraverso il quale si migliorano i prodotti editoriali e si vince la sfida della crisi, esaltando e non deprimendo l’apporto di ciascuna componente aziendale, a cominciare dall’irrinunciabile ruolo dei giornalisti”.

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