La Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l’Associazione Siciliana della Stampa comunicano: “Esprimiamo piena soddisfazione per la decisione del giudice delle indagini preliminari del tribunale di Palermo che non ha accolto la richiesta di intercettazione telefonica dei colleghi di ‘la repubblica’ Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, giudicandola priva di presupposti di reato, secondo quanto richiesto dalla Procura della Repubblica di Palermo ipotizzando il reato di favoreggiamento intenzionale alla mafia".
Il rispetto per la magistratura non ci può far condividere per nulla che taluno abbia immaginato, nei confronti dei nostri due colleghi, un’ipotesi di reato del genere. Su questo esprimiamo la nostra totale protesta perché è inaccettabile che colleghi già sottoposti alle minacce della criminalità mafiosa debbano guardarsi le spalle persino da alcuni magistrati. Non capiamo, infatti, come si possa mettere sullo stesso piano chi ha sempre cercato di far emergere la verità su fatti criminosi e chi, invece, tramesta da nel torbido e nel sangue come gli uomini di mafia. Un incredibile corto circuito tra chi fa informazione e magistratura che si ripete troppo spesso e che non è più sopportabile. Su questi comportamenti ci va data una risposta immediata sia dal Csm sia dall’Associazione nazionale magistrati a cui chiediamo, di nuovo, un incontro urgentissimo e chiarificatore”. CDR RAI SICILIA, DA RESPINGERE TENTATIVO CENSURA PROCURA Il Cdr della Tgr Sicilia esprime solidarietà ai colleghi di Repubblica, Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, indagati dalla Procura di Palermo. "I giornalisti della Rai Siciliana -si legge in una nota- ribadiscono preoccupazione per il susseguirsi di eventi che limitano la libertà dell'informazione e invitano i colleghi a proseguire con serenità il proprio lavoro, respingendo ogni tentativo di censura dalla Procura di Palermo". Il gip del Tribunale di Palermo ieri non ha accolto la richiesta di intercettazione telefonica nei confronti dei due giornalisti di Repubblica, coinvolti in un'indagine dopo la pubblicazione delle carte ritrovate nel covo del boss Lo Piccolo, recanti i nomi dei commercianti vittime delle estorsioni. (ADNKRONOS)