Il Consiglio nazionale della Fnsi, riunito oggi, 18 dicembre, a Roma, approva la relazione del segretario generale Raffaele Lorusso. «Per i consiglieri nazionali della Fnsi – si legge nel documento conclusivo della riunione – è inaccettabile la decisione del governo che, nella manovra di bilancio 2020, ha inserito una norma che prevede altri prepensionamenti ma senza la contestuale messa in sicurezza del bilancio dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani attraverso l'allargamento della platea degli iscritti a professioni affini a quella giornalistica».
Il Consiglio nazionale ritiene che «la situazione della professione giornalistica, la cui libertà e indipendenza è sotto attacco anche attraverso l'autonomia dell'Inpgi, debba essere portata all'attenzione dell'opinione pubblica perché l'informazione è un bene comune, di rilevanza costituzionale, e per questo da tutelare in ogni sede».
La situazione del bilancio dell'Inpgi, rilevano i consiglieri nazionali della Fnsi, «è il risultato di oltre un decennio di espulsioni, non accompagnate da un numero adeguato di nuovi contratti, dal mondo del lavoro, volute dagli editori e sostenute dai governi che continuano ad utilizzare soldi pubblici per demolire il mondo dell'informazione professionale, senza mai affrontare in modo organico i temi che riguardano la lotta al precariato per favorire invece il lavoro regolare, come dimostra la sistematica bocciatura dal Parlamento degli emendamenti diretti a rendere più difficile lo sfruttamento dei giornalisti giovani e meno giovani».
Il Consiglio nazionale ritiene, inoltre, che «il governo abbia la responsabilità di convocare un tavolo con gli editori e un tavolo per l'allargamento della platea di chi contribuisce all'Inpgi» e invita i Cdr a «verificare con attenzione e rigore che ogni richiesta di stato di crisi sia corredata dai corretti dati di bilancio, che non si ritorni al meccanismo delle liste di attesa che hanno provocato da parte degli editori la corsa ai prepensionamenti, e che al posto dei colleghi in uscita anticipata entrino nelle aziende solo ed esclusivamente giornalisti».
Sostenendo che si debbano mettere in campo «tutte le azioni di mobilitazione e di lotta, fino alla convocazione dello sciopero generale, per impedire l'indebolimento della professione attraverso la distruzione dell'Inpgi» i consiglieri della Fnsi consegnano infine «al segretario generale e alla segreteria federale ogni decisione necessaria a sostenere il futuro della categoria».