“E’ stato fatto ciò che era giusto e doveroso fare: revocando gli arresti domiciliari ad un giornalista di 79 anni, malato, finito in manette per una condanna per diffamazione a mezzo stampa e per essersi rifiutato di rivelare le fonti fiduciarie delle notizie, la Procura ha finalmente rimesso a posto i tasselli di una vicenda assurda”.
Commenta così la decisione della Procura di Catania di scarcerare Francesco Gangemi, direttore del periodico “Il Dibattito”, il vicesegretario della Federazione nazionale della stampa e segretario del Sindacato giornalisti della Calabria, Carlo Parisi.
Una vicenda che, per primi, appresa la notizia dell’arresto del giornalista reggino, Carlo Parisi e Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, avevano subito definito “allucinante”, anzi peggio: “Una mostruosità difficilmente concepibile per qualsiasi ordinamento democratico che si fondi sulla libertà di espressione, di stampa e sul pluralismo delle idee”.
“Il provvedimento di scarcerazione messo in atto dalla Procura di Catania – rimarca Parisi -, che ha fatto, con coraggio, un palese e concreto passo indietro, lascia ben sperare che d’ora in avanti, in un Paese civile e democratico, quale è il nostro, vengano approvate e varate, definitivamente, quelle modifiche alla giurisprudenza in materia di diffamazione a mezzo stampa. Un giornalista che commette reato, diffamando qualcuno, va punito, certo. Con una multa, non con il carcere. Ma non va, in ogni caso, punito per non aver rivelato le fonti fiduciarie di una notizia vera, sacrosanto diritto di chi svolge questa professione. Sconci dolorosi, come quello che ha visto protagonista Francesco Gangemi, non sono più tollerabili”. Da http://www.giornalisticalabria.it/