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Fnsi 21 Mag 2004

Il caso delle foto sulla decapitazione di Berg provoca lo scontro all'interno di alcune componenti sindacali e Franco Abruzzo che ritira la sua candidatura all'Ordine. Quarto Potere e Stampa Democratica gli chiedono di restare. E Abruzzo ci ripensa

Il caso delle foto sulla decapitazione di Berg provoca lo scontro all'interno di alcune componenti sindacali e Franco Abruzzo che ritira la sua candidatura all'Ordine. Quarto Potere e Stampa Democratica gli chiedono di restare. E Abruzzo ci ripensa

Il caso delle foto sulla decapitazione di Berg provoca lo scontro all'interno di alcune componenti sindacali e Franco Abruzzo che ritira la sua candidatura all'Ordine. Quarto Potere e Stampa Democratica gli chiedono di restare. E Abruzzo ci ripensa

«La libertà di stampa non ammette, da parte dei giornalisti, la discriminante tra immagini lecite e immagini illecite": è la posizione del presidente dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti, Maurizio Andriolo, di Stampa Democratica, Puntoeacapo, Quarto Potere, Giornalisti Uniti per la Campania. «Lo schieramento che raccoglie Stampa Democratica, la presidenza dell'Associazione lombarda dei giornalisti, Puntoeacapo, Quarto Potere e Giornalisti Uniti della Campania - si legge in una nota - ritiene che debba essere pubblicato tutto ciò che rende l'informazione più completa possibile e che dunque, come è stato giusto diffondere le foto (purchè vere e con le dovute prudenze verso i minori) delle torture inflitte dai soldati americani ai prigionieri iracheni, altrettanto doveroso sia stato pubblicare le immagini, sebbene orribili, della decapitazione subita dal civile americano Nicolas Berg, da parte di un gruppo di estremisti iracheni, in un corretto rapporto con i lettori. Il dovere di informare non può consentire limiti che non potrebbero che rivelarsi arbitrari - conclude la nota - fino a suggerire un'autocensura lesiva del diritto dei cittadini a essere informati». (ANSA). ''Non sono piu' disponibile a ricoprire la carica di presidente''. Franco Abruzzo, presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia dal 1989 ad oggi e candidato alle elezioni per il rinnovo delle cariche, spiega che rimarra' candidato consigliere, ma di non voler piu' accettare un'eventuale conferma al vertice dell'Ordine in quanto ''isolato nella difesa dei valori costituzionali''. Abruzzo fa riferimento a un comunicato diffuso oggi da Stampa Democratica, Puntoeacapo, Quarto Potere, Giornalisti uniti per la Campania e dal presidente dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti, Maurizio Andriolo, secondo i quali ''la liberta' di stampa non ammette, da parte dei giornalisti, la discriminante fra immagini lecite e immagini illecite''. I firmatari del comunicato ritengono inoltre che ''debba essere pubblicato tutto cio' che rende l'informazione piu' completa possibile e che dunque, come e' stato giusto diffondere le foto (purche' vere e con le dovute prudenze verso i minori) delle torture inflitte dai soldati americani ai prigionieri iracheni'', e che ''altrettanto doveroso sia stato pubblicare le immagini, sebbene orribili, della decapitazione subita dal civile americano Nicolas Berg, da parte di un gruppo di estremisti iracheni, in un corretto rapporto con i lettori. Il dovere di informare non puo' consentire limiti che non potrebbero che rivelarsi arbitrari, fino a suggerire un'autocensura lesiva del diritto dei cittadini a essere informati''. ''I miei amici - commenta Abruzzo - hanno messo insieme un guazzabuglio di concetti senza capo ne' coda, che dimostra una mancanza di cultura costituzionale senza confini. Li invito a leggersi tutto l'articolo 21 della Costituzione e in particolare l'ultimo comma secondo il quale 'sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni'. ''Gli stessi padri costituenti - aggiunge il presidente dell'Ordine lombardo - hanno messo quindi un limite alla liberta' di pensiero: e' il buon costume. Buon costume significa comune sentimento della morale. Conseguentemente l'articolo 15 della legge sulla stampa n. 47/1948 vieta la pubblicazione di immagini raccapriccianti e impressionanti''. ''Nel prendere atto che si e' determinata una frattura insanabile tra me e il cartello di 'Inpgi.si cambia' - conclude Abruzzo - mi appresto a riconsiderare le ragioni che mi hanno spinto a presentare la candidatura alla guida del Consiglio dei Giornalisti dell'Ordine della Lombardia. Devo ammettere che oggi sono isolato nella difesa dei valori costituzionali e che, conseguentemente, non mi ritengo piu' candidato alla presidenza dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia''. (ANSA). Stampa Democratica: solo con il confronto vive la democrazia. Non esiste, per noi, il pensiero-unico. Franco Abruzzo resta il candidato alla presidenza dell’Ordine della Lonbardia. Stampa Democratica chiede a Franco Abruzzo di mantenere la candidatura a Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia Il comunicato diramato anche da Stampa Democratica sulla libertà di pubblicazione di foto-shock, non poteva in alcun modo mettere in dubbio l’operato del Presidente dell’Ordine della Lombardia Franco Abruzzo. Stampa Democratica è una componente sindacale composita, nella quale convivono molte anime, garanzia di assoluto pluralismo, che dibattono, discutono, si confrontano per poi trovare la sintesi. Non esiste il pensiero-unico e nessuno di noi lo auspica. Anzi. La vicenda della pubblicazione delle fotografie sulla decapitazione di Nicholas Berg – cui va un pensiero riverente e pieno d’angoscia, lo stesso sentimento che proviamo pensando alle torture subite dagli iracheni - non poteva non aprire un importante dibattito sui confini della libertà di stampa. Il Presidente dell’Ordine ha ricordato a tutti che esistono vincoli precisi nella Costituzione e nelle leggi che impongono di difendere la dignità umana e ha fatto tutti i passi che riteneva dovuti per il suo ruolo. E’ però molto importante che dalla posizione di Franco Abruzzo sia riemersa nella categoria, anche con prese di posizione forti, la voglia di capire dove sta andando l’informazione e di partecipare alla costruzione di un nuovo modo di essere giornalisti. Nessuno di noi possiede la verità, ognuno di noi ha il diritto-dovere di esprimere la “sua” verità per acquisire, anche attraverso lo scontro, una nuova consapevolezza. E qualcuno che ci ricordi che il viver civile parte dal rispetto delle regole rappresenta un prezioso aiuto per tutti. Quarto Potere invita a votare tutti i candidati della lista guidata da Franco Abruzzo per il rinnovo del Consiglio regionale dell'Ordine e per l'elezione dei consiglieri lombardi al Consiglio nazionale. E lancia un appello allo stesso Abruzzo: devi restare il nostro candidato alla presidenza. Saranno i colleghi a decidere: si vota domenica 23 maggio (dalle 9,45 alle 13,15) e lunedì 24 maggio (dalle 9,30 alle 14) all'Unione del Commercio di Milano, in corso Venezia 49. Abruzzo ieri ha dichiarato: "non mi ritengo più candidato alla presidenza dell'Ordine della Lombardia", in quanto "isolato nella difesa dei valori costituzionali". No, caro Franco, sei tutt'altro che isolato: anzi, sei sempre più ascoltato. E temuto da chi non rispetta le regole. Ti ricordiamo che Quarto Potere nacque nel 1999 criticando l'istituzione dell'Ordine dei giornalisti di cui proponevamo provocatoriamente l'autoscioglimento: ma oggi la situazione è cambiata, e l'autonomia della nostra professione è sempre più a rischio. In questo quadro, il movimento sindacale Quarto Potere ritiene che l'Ordine dei giornalisti vada difeso e rafforzato come baluardo della professione. Abruzzo: "Resto candidato come presidente, raccogliendo l'invito di numerosi colleghi". Milano, 21 maggio 2004. "Cari colleghi, le numerose attestazioni di stima e solidarietà accompagnate dall'invito a non mollare, mi inducono a mantenere la candidatura alla presidenza dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia alla testa di una lista indipendente".

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