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Osservatorio sui media 13 Lug 2011

I quotidiani perdono il 7% di lettori in 2 anni Stabile la lettura delle testate online, +0,5%

Si conferma il periodo di grave crisi attraversato dalla carta stampata: i quotidiani a pagamento (47,8% di utenza) perdono il 7% di lettori tra il 2009 e il 2011 (-19,2% rispetto al 2007). La free press cresce di poco (+1,8%,salendo al 37,5%). I periodici resistono, specie i settimanali (28,5% di utenza), letti dal 36,4% delle donne e dal 20,4% degli uomini. E' quanto emerge dal rapporto del Censis-Ucsi sui media presentato oggi al Senato.

Si conferma il periodo di grave crisi attraversato dalla carta stampata: i quotidiani a pagamento (47,8% di utenza) perdono il 7% di lettori tra il 2009 e il 2011 (-19,2% rispetto al 2007). La free press cresce di poco (+1,8%,salendo al 37,5%). I periodici resistono, specie i settimanali (28,5% di utenza), letti dal 36,4% delle donne e dal 20,4% degli uomini. E' quanto emerge dal rapporto del Censis-Ucsi sui media presentato oggi al Senato.

Secondo la ricerca, è stabile la lettura delle testate giornalistiche on line (+0,5%, con un'utenza del 18,2%), che però - dice il Censis - ''non si possono più considerare le versioni esclusive del giornalismo sul web, perché i diversi portali Internet di informazione contano oggi un'utenza pari al 36,6% degli italiani''.
Per il Censis tengono anche i libri, con il 56,2% di utenza, ma il dato si spacca tra il 69,5% dei soggetti più istruiti che hanno letto almeno un libro nell'ultimo anno, contro il 45,4% delle persone meno scolarizzate. Gli e-book non decollano (1,7% di utenza). (ANSA)
CENSIS: GARIMBERTI,TROPPO PROTAGONISMO, SERVE RUVIDO REPORTER
SERVIZIO PUBBLICO NON ACCETTI DEPRECABILE USO MICROFONO PUBBLICO

''E' un'opportunità per fare una riflessione sulla nostra credibilità e sul rapporto col pubblico. Oggi esiste un protagonismo che ha preso il sopravvento sull'atteggiamento di umile distacco che i giornalisti dovrebbero avere. Serve ancora il ruvido reporter che fa inchiesta, e serve anche il ruvido direttore'': questa la riflessione del presidente della Rai Paolo Garimberti alla presentazione del Nono Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione.
''Questo è ancora più vero nel servizio pubblico – ha aggiunto Garimberti - che non deve accettare il deprecabile uso privato del microfono pubblico. Il dibattito si involgarisce e la fiducia del pubblico svanisce. Lo share è importante – ha spiegato il presidente Rai - ma non dobbiamo farlo a qualunque costo, anche con nani e ballerine. E questo è un problema non solo della tv, ma vale per tutti, anche per i giornali. Penso che la gente ci compra e ci legge perché pensa che siamo attendibili. Se percepisce che c'è qualcosa che non va se ne va via. Oggi la partisanship è molto diffusa nell'informazione, che è anche molto urlata. E il pubblico non è stupido''.
''Nel 2004 il presidente Ciampi invitò i giornalisti a tenere la schiena dritta - ha concluso - oggi c'è troppa gente che la piega''. (ANSA)

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