Guerra in Iraq:
i sette giornalisti
italiani in albergo
a Baghdad,
stanno tutti bene
Parlano i reporter
I sette giornalisti italiani prigionieri della polizia irachena sono a Baghdad e si trovano all'hotel Palestine. Lo ha riferito il direttore de "il Resto del Carlino" Giancarlo Mazzuca. In mattinata i reporter fermati dalla polizia irachena e condotti in albergo a Bassora erano stati trasferiti a Baghdad. Uno di loro, Franco Battistini del Corriere della Sera, ha anche chiamato la redazione del quotidiano milanese, dicendo che di essere stati trattati bene e precisando che tutti sono in "ottime condizioni". Ora i giornalisti sono in albergo in attesa delle decisioni delle autorità irachene. Gli inviati di giornali italiani (Franco Battistini del Corriere della Sera, Ezio Pasero del Messaggero, Vittorio dell'Uva del Mattino, Toni Fontana dell'Unita', Leonardo Maisano del Sole 24 Ore, Lorenzo Bianchi del Resto del carlino-Quotidiano Nazionale, Luciano Gulli del Giornale) di cui non si avevano notizie da ieri erano stati bloccati dalla polizia irachena e probabilmente portati in un hotel di Bassora, nel sud dell'Iraq. In immagini mostrate in nottata in una trasmissione tv, si vede un convoglio di 3 jeep bianche con a bordo un gruppo di giornalisti italiani che viene fermato prima a un posto di blocco alla periferia di Bassora da soldati britannici che gli sconsigliano di proseguire, poi il gruppo di auto che invece procede per pochissimo in avanti e viene fermato all'ingresso della citta' a un semaforo da un gruppo di uomini armati in divisa. “Si va concludendo positivamente la vicenda dei sette inviati italiani fermati a Bassora e trasferiti a Baghdad - sottolinea una nota della Federazione Nazionale della Stampa Italiana - i colleghi potrebbero essere liberati in tempi molto rapidi e, addirittura, messi nelle condizioni di poter riprendere il loro lavoro dalla capitale irachena". "Il Sindacato dei Giornalisti, che ha seguito costantemente l’evolversi della situazione - prosegue la nota - manifesta ai sette colleghi solidarietà e forte comprensione per i motivi che li hanno indotti a tentare di entrare a Bassora per raccontare le vicende drammatiche di quella città. I colleghi conoscevano i rischi ed hanno affrontato con coraggio una situazione oggettivamente difficile per testimoniare una realtà ancora assai confusa e poco conosciuta. La Fnsi ringrazia la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Esteri e il Ministero della Difesa per la grande disponibilità manifestata concretamente nel perseguire una soluzione positiva alla vicenda. Le Istituzioni italiane, con le quali siamo stati in stretto contatto, hanno svolto un ruolo determinante". "Ci hanno trattato molto meglio di quanto un italiano tratterebbe un iracheno che passasse illegalmente il confine", "è stato un viaggio un po' lungo, però sono stati abbastanza gentili", sono alcune delle dichiarazioni fatte dai sette giornalisti italiani dispersi a Bassora a Gabriella Simoni, l'inviata del Tg di Italia 1 Studio Aperto. Davanti all'Hotel Palestine il clima è piuttosto sereno. Come va? chiede la Simoni. "Benissimo" risponde Vittorio Dell'Uva. Che succede adesso? "Ah, questo non lo sappiamo... è stato un viaggio un po' lungo, però sono stati abbastanza gentili... Ci hanno fatto stare in albergo a Bassora e poi ci hanno portato qui". Che cosa vi hanno detto? "Niente - risponde Leonardo Maisano - tutto abbastanza tranquillo. Ci hanno trattati bene. Il viaggio è stato lungo. Adesso aspettiamo che ci espellano". Sei recidivo? viene chiesto a Lorenzo Bianchi (già prigioniero nel '91). "Abbonato", risponde: "ci hanno trattato bene, ci hanno portato allo Sheraton, ci hanno detto che eravamo ospiti del governo... una formula che mi ricordava quella dell'altra volta". "Mi va bene Al Jazeera che ha dato la notizia - dice Toni Fontana - ci hanno fotografato un po' tipo commissariato di polizia o sede di partito... pero' la notizia è uscita e tutto sommato è un vantaggio perchè si è saputo in giro". "Siamo contenti... è andata bene... ci hanno trattato bene... abbiamo fatto un ottimo viaggio" conferma Luciano Gulli. Non vi hanno detto che cosa succedeva? "No, ci hanno detto solo che a Bassora nessuno si prendeva la responsabilità di decidere, come sempre". Per Ezio Pasero "Sono stati molto carini... ci hanno trattato molto meglio di quanto un italiano tratterebbe un iracheno che passasse illegalmente il confine... ci hanno detto che staremo un giorno qui, ma i francesi ci sono stati una settimana... vediamo che cosa succede". E Francesco Battistini: "A noi avevano detto che ci mandavano in Giordania...". Vi danno un visto? Vi fermate a lavorare a Baghdad? "Vediamo che cosa decidono loro". Sei tranquillo? "Sì".