Guerra in Iraq:
Il cordoglio
dei giornalisti italiani
per i colleghi caduti
IRAQ: SERVENTI LONGHI (FNSI), PAGATO PESANTE TRIBUTO Roma, 23 marzo 2003.ANSA - ''Il giornalismo paga nuovamente un pesante tributo di sangue per garantire l'informazione in una situazione di conflitto'': lo dice il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Paolo Serventi Longhi. ''Il giornalismo paga nuovamente un pesante tributo di sangue per garantire l'informazione in una situazione di conflitto. La Federazione italiana della stampa e la Federazione internazionale dei giornalisti hanno espresso dolore e cordoglio per la scomparsa dei colleghi britannici, del russo e dell'australiano che hanno perso la vita per raccontare la brutta guerra in Iraq - sottolinea Serventi Longhi - . Centinaia di altri giornalisti di tutto il mondo, tra cui decine di italiani, rischiano la pelle per testimoniare la verità. In queste ore è forte la preoccupazione e l'ansia per l'incolumità di chi sta facendo, spesso in condizione di difficoltà e di sicurezza incerta, il mestiere di informare. Purtroppo i giornalisti, inviati alla guerra in Iraq, devono esporsi come in altre circostanze a causa dei numerosi tentativi di limitare nei movimenti e far prevalere la propaganda sulle notizie. Ai colleghi che stanno lavorando con coraggio - conclude Serventi Longhi - va il ringraziamento fraterno della famiglia dei giornalisti italiani e, credo, anche di tutti i cittadini''. IRAQ: SIDDI, UNA GIORNATA DI LUTTO PER I GIORNALISTI E LA LIBERTA’ «La guerra è nemica dell’informazione» Cagliari, 22 marzo 2003. (Ap.Biscom) - “La guerra, come sempre succede, ha mietuto ancora una volta vittime tra coloro che per professione cercano di testimoniare quello che accade realmente. Dandone conto al pubblico”. Così ha commentato la notizia della morte del reporter australiano e dei tre giornalisti dispersi in Iraq, il presidente della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, a Cagliari per partecipare ad un incontro dibattito su ‘Pace e diritti’. “I giornalisti, al servizio della causa della verità – ha continuato – sono oggi valorosi non belligeranti caduti al fronte. Sono giornalisti che non accettano di fare passi indietro per limitarsi a comprendere piuttosto che a verificare gli avvenimenti”. “Al collega che ha perso la vita – ha detto Siddi – va reso onore. Oggi è una giornata di lutto per tutti i giornalisti del mondo e per la libertà. C’è una grande questione sicurezza per chi lavora nei teatri del terrore”. Infine, il presidente della Fnsi ha ribadito che “la guerra è nemica dell’informazione. Quando c’è guerra anche nei paesi civili più democratici, la stampa subisce lesioni gravi. Gli Stati Uniti da 225 anni non cambiano la loro Costituzione in difesa della libertà di stampa, ma in guerra non trapela nulla e la democrazia subisce profonde ferite”