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Gruppi di Specializzazione 08 Nov 2011

Gruppo cronisti lombardi: “Il copione si ripete, no allo stop”

"Il copione si ripete: dopo i molteplici divieti imposti nei mesi scorsi a cameramen e fotoreporter durante le udienze dei processi in cui era imputato il premier Silvio Berlusconi, la Procura Generale di Milano ha deciso nuovamente di limitare il diritto di cronaca". È quanto affermano in una nota il Gruppo cronisti della Lombardia che stigmatizzano la decisione di impedire a tv e fotografi di entrare a Palazzo di Giustizia per la giornata di oggi in occasione del processo di secondo grado per omicidio aggravato nei confronti di Alberto Stasi, accusato del delitto della fidanzata Chiara Poggi, che si apre oggi davanti alla seconda Corte d'Assise d'Appello.

"Il copione si ripete: dopo i molteplici divieti imposti nei mesi scorsi a cameramen e fotoreporter durante le udienze dei processi in cui era imputato il premier Silvio Berlusconi, la Procura Generale di Milano ha deciso nuovamente di limitare il diritto di cronaca". È quanto affermano in una nota il Gruppo cronisti della Lombardia che stigmatizzano la decisione di impedire a tv e fotografi di entrare a Palazzo di Giustizia per la giornata di oggi in occasione del processo di secondo grado per omicidio aggravato nei confronti di Alberto Stasi, accusato del delitto della fidanzata Chiara Poggi, che si apre oggi davanti alla seconda Corte d'Assise d'Appello.

"La Procura Generale -si legge nella nota- ha vietato l'uso di telecamere e di macchine fotografiche all'interno del Palazzo di Giustizia, incurante dei gravi disagi che cio' provocherà agli operatori dell'informazione. Anche in questo caso, come accadde in occasione dei processi al premier, vengono addotti 'motivi di sicurezza'. Preme sottolineare che i cronisti televisivi e i fotoreporter, compresi quelli incaricati di seguire il "caso Garlasco", sono professionisti interessati unicamente a garantire la completezza dell'informazione e non certo a creare situazioni che mettano a repentaglio la sicurezza all'interno del Palazzo di Giustizia".
"È quindi palese da parte della Procura Generale la volontà di limitare il diritto di cronaca, affermando implicitamente che la ripresa delle immagini sia solo un'azione di disturbo e non - come invece è da qualche decennio - parte integrante dell'informazione. Il Gruppo Cronisti Lombardi e l'Associazione Lombarda Giornalisti già intervenuti varie volte su questioni analoghe, condannano questa ennesima compressione del diritto di informare e di essere informati da parte della Procura Generale: auspica quindi, a nome delle decine di cronisti giudiziari che operano al Palazzo di Giustizia di Milano, che il provvedimento venga revocato al più presto". (Milano, 8 novembre - ADNKRONOS)

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