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Internazionale 16 Giu 2006

Gran Bretagna: verso il bando totale degli spot sui “cibi spazzatura”

Continua serrata la lotta in Gran Bretagna contro gli spot del cibo spazzatura. Mentre si tratta ancora per stabilire dei tetti alle pubblicità in tv che riguardano cibi ad alto contenuto di grassi e zuccheri, oggi il Guardian pubblica un articolo nel quale viene sottolineato come presto il controllo sugli spot alimentari potrebbe estendersi anche a siti internet, videogames, pubblicità sui telefonini, cinema e cartelloni stradali.

Continua serrata la lotta in Gran Bretagna contro gli spot del cibo spazzatura. Mentre si tratta ancora per stabilire dei tetti alle pubblicità in tv che riguardano cibi ad alto contenuto di grassi e zuccheri, oggi il Guardian pubblica un articolo nel quale viene sottolineato come presto il controllo sugli spot alimentari potrebbe estendersi anche a siti internet, videogames, pubblicità sui telefonini, cinema e cartelloni stradali.

Secondo il governo inglese, spiega il quotidiano, una campagna che si limiti solo alla televisione non avrebbe gli effetti desiderati sulla popolazione. Sono invece necessarie una serie di misure coordinate, che comprendono anche dei bonus particolari che i negozi dovrebbero offrire a quei clienti che comprano cibo sano. Le preoccupazioni dell’esecutivo britannico nascono in seguito all’allarme lanciato da sir David King, il consulente scientifico del governo, che ha commissionato uno studio sull’obesità “epidemica” in Gran Bretagna, secondo il quale il 15% dei bambini inglesi fra i 2 e gli 11 anni sono obesi, e una stessa percentuale è in sovrappeso. La prima misura che il ministro della Salute vorrebbe adottare per combattere “la piaga” è il divieto di trasmettere spot di alimenti ad alto contenuto di grassi o zuccheri anche prima delle 9 di sera, l’orario che attualmente segna l’inizio della “fascia protetta”. Secondo l’autorità delle comunicazioni, però, un tale divieto significherebbe perdite per le emittenti televisive pari a 141 milioni di sterline (oltre 200 milioni di euro). (9Colonne)

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