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Fnsi 06 Mar 2004

Gran Bretagna: decolla l'on-line, in crisi la stampa di qualità

Gran Bretagna: decolla l'on-line, in crisi la stampa di qualità

Gran Bretagna: decolla l'on-line, in crisi la stampa di qualità

L'editoria online nel Regno Unito e' finalmente decollata, ma la situazione non e' altrettanto rosea nel mondo della carta stampata: in un Paese che conta ben 11 testate nazionali tra tabloid e non, questi ultimi arrancano dietro la stampa popolare nel tentativo di uscire da una lunga crisi che li ha gia' costretti ad imitare i loro fratelli minori. Il tradizionale quotidiano che milioni di pendolari britannici sfogliano ogni mattina non morira' mai, ma la concorrenza della stampa online comincia a farsi sentire. I risultati del sondaggio 2004 dell'Associazione degli editori online (AOP), indicano infatti che il settore registra oggi il piu' alto tasso di sviluppo della sua storia. Per i giornali virtuali del Regno Unito la fonte principale di fatturato rimane la pubblicita' (al 43%), ma le entrate legate agli abbonamenti - oggi al 13% - sono in netta crescita visto che nei prossimi 12 mesi l'82% delle testate fara' pagare i contenuti rispetto al 58% odierno. Il fatturato dei giornali online varia notevolmente(fino a 520 milioni di euro l'anno), ma la media annua oscilla tra 1,65- 3 milioni di euro rispetto agli appena 750.000 euro dell'anno scorso. A conferma del benessere del settore, ci sono poi le statistiche relative all'uso dei siti Internet: attualmente, vengono visitate 74,5 milioni di pagine al giorno, circa il 53% in piu' rispetto alle 48,8 milioni di pagine giornaliere dell'anno scorso. ''In generale, gli editori online hanno cominciato il 2004 con un grado di ottismo di gran lunga maggiore rispetto agli anni passati - ha commentato il presidente della AOP, Bill Murray - la spesa pubblicitaria online e' in crescita, gli editori stanno introducendo il modello a pagamento e finalmente la banda larga sta decollando''. Il quadro, quindi, e' invidiabile, soprattutto considerata la crisi di lunga data della stampa di qualita': il Telegraph e' stato messo all'asta, il Financial Times e' in difficolta', il Times e l'Independent hanno tentato (sembra con successo) la carta tabloid per cercare di non affondare, mentre non si ferma l'emorragia di lettori del Guardian. Negli ultimi 10 anni, i 'broadsheet' del Regno Unito hanno perso 1,5%-2,5% di lettori all'anno. Secondo i dati piu' recenti dell'Audit Bureau of Circulation, l'organismo che segue l'andamento delle vendite dei quotidiani, a gennaio il Telegraph e' sceso a una media di 891.104 unita' al giorno, il 4,18% in meno rispetto alle 930.023 unita' del gennaio 2003. Per il Telegraph, conteso da un nutrito gruppo di potenziali acquirenti, si tratta del livello piu' basso mai registrato negli ultimi 60 anni. Nello stesso periodo, le vendite del Guardian sono scese a una media di 367.040 unita' al giorno (-6,9%), cioe' il livello piu' basso degli ultimi 24 anni. Anche la stampa finanziaria soffre: secondo i dati annunciati di recente dal gruppo Pearson, le vendite del Financial Times hanno registrato un calo del 4% nei 6 mesi al 31 gennaio di quest'anno (a quota 403.324). Nel 2003, inoltre, le perdite del giornale sono passate a 48 milioni di euro rispetto ai 13,5 milioni di euro dell'anno precedente e anche se nei primi mesi del 2004 e' rallentato il tasso di declino del fatturato pubblicitario (-4% rispetto a -18% nella prima meta' del 2003), la situazione rimane difficile. Il discorso e' diverso per la versione online del quotidiano finanziario, che nei 6 mesi al 31 gennaio 2004 ha registrato un incremento del 50% degli abbonati. Ma l'amministratore delegato della Pearson, Marjorie Scardino, non si da' per vinta: per completare l'offerta mondiale del giornale ha lanciato lo scorso settembre l'edizione asiatica della testata con un investimento di 15 milioni di euro. In attesa di vedere se la strategia globale di Scardino funzionera', gli occhi di Fleet Street sono puntati sul gruppo Telegraph (che include oltre al Daily e al Sunday Telegraph, il Chicago Sun Times, il Jerusalem Post e lo Spectator). Proprio questa settimana, i fratelli gemelli Barclay hanno ritirato la loro offerta per l'acquisto della partecipazione di maggioranza nella Hollinger Inc., detenuta dal magnate dei media Conrad Black, alla luce della decisione di un giudice americano di rendere nullo qualsiasi accordo riguardante il futuro del gruppo Telegraph. Restano in lizza, tra gli altri, i gruppi d'investimento Candover e Collins Stewart e Richard Desmond - proprietario dei giornali Express- il quale per prepararsi all'asta ha venduto di recente le sue testate per adulti ad un prezzo di circa 30 milioni di euro. Intanto, l'Independent e il Times raccolgono i frutti della loro decisione di offrire il giornale anche in versione tabloid. Il primo ha registrato un aumento delle vendite del 40% tra il 30 settembre 2003 ed il 31 gennaio 2004 nelle aree in cui e' stato introdotto anche il nuovo formato (+14,39% nei 12 mesi a fine gennaio). Il secondo ha messo a segno un incremento delle vendite di circa 30.000 unita' nel solo mese di dicembre nelle aree in cui offre anche la versione tabloid. (ANSA).

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