«Il nuovo governo di Mario Draghi ha giurato, ora è nella pienezza dei poteri. È la prima volta che il Paese si trova di fronte ad un esecutivo con quasi tutte le forze politiche dentro. Vero, è una situazione eccezionale, il virus continua a picchiare forte, ci sono ancora tanti morti e adesso dovremo vedercela anche con la variante inglese e poi con la variante della variante che verrà. Il premier Mario Draghi è risorsa preziosa, forse l'unico in questo momento che può far da scudo, metterci al riparo dagli avvoltoi delle speculazioni». Il direttore dell'agenzia Dire, Nicola Perrone, parte dalla qui, dalla inedita situazione (politica, sociale, sanitaria) che stiamo vivendo per articolare una riflessione sulle relazioni, tutte da instaurare, fra il neonato esecutivo e i giornalisti.
«Come dobbiamo rapportarci a questa nuova situazione politica?», scrive sul sito web dell'agenzia. «Sappiamo già – osserva – quali sono i rischi: ci sono troppi interessi in gioco, tante criticità, tanta "fame", quindi appare scontato aspettarsi lodi e applausi, da ogni parte. Sì, ma noi siamo giornalisti, e il nostro dovere è quello di puntare sempre alla verità che non è mai neutra, fa sempre male a qualcuno, diceva il nostro collega in tonaca don Primo Mazzolari. Vero che quando ci sono interessi e soldi, tanti soldi in ballo, i mercati da controllare, il silenzio è d'oro. Ma adesso, oltre ai soldi, c'è in ballo anche la nostra democrazia, che non vive di silenzi ma di confronto e dibattito, e anche di lotta tra parti contrapposte. Spero che, passato l'idillio iniziale, qualcuno non trovi nel silenzio la novità dell'esecutivo».
Da qui la proposta: «Il capo del governo nomini subito uno staff responsabile per i rapporti con i giornalisti. Non solo, vista l'eccezionalità dell'esecutivo, che si introduca settimanalmente, come accade negli Stati Uniti o in Germania, un incontro con i giornalisti per risponde alle loro domande e fornire dati e documenti ufficiali. Quando non sarà possibile, che ci sia un ministro o un delegato a rispondere in modo autorevole alle domande dei cronisti su questo o quel provvedimento. Per noi giornalisti – aggiunge Perrone – un compito in più: non facciamoci prendere dal chiacchiericcio, dalle parole che replicano a parole. Anche noi dobbiamo entrare anima e corpo in questa fase eccezionale, per rafforzare la nostra autorevolezza, il nostro servizio ai cittadini».
La pandemia ha confermato che nei momenti di difficoltà i cittadini hanno bisogno di essere informati. Ora «servirà uno scatto, una forza di volontà davvero grande. Ma anche per noi giornalisti è suonata la campana: se non ora quando? Come giornalisti dell'agenzia Dire ci siamo confrontati e abbiamo deciso di metterci in gioco. Chi ci sta?», conclude Perrone.