In occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio al ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi e alla presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche, Noemi Di Segni. «Voglio far giungere a tutti i partecipanti alla cerimonia ufficiale, che si svolge quest'anno al Ministero dell'Istruzione, agli studenti, ai telespettatori la mia vicinanza e il mio sostegno», scrive il Capo dello Stato.
«Quando le truppe russe entrarono nel campo di Auschwitz – prosegue – si spalancarono di fronte ai loro occhi le porte dell'Inferno. Nel cuore dell'Europa si era aperta una voragine che aveva inghiottito secoli di civiltà, di diritti, di conquiste, di cultura. Una delirante ideologia basata su grottesche teorie di superiorità razziale aveva cancellato, in poco tempo, i valori antichi di solidarietà, convivenza, tolleranza e perfino i più basilari sentimenti umani: quelli della pietà e della compassione. La storia aveva subito, in meno di un ventennio, un tragico stravolgimento, tornando a concezioni e pratiche barbare e crudeli, che si pensava fossero retaggio di un passato ormai remoto. Guerra, stermini, eccidi ne furono le tragiche ma inesorabili conseguenze».
Il Giorno della Memoria, che si celebra in tutto il mondo, «non ci impone solamente di ricordare i milioni di morti, i lutti e le sofferenze di tante vittime innocenti, tra cui molti italiane. Ma ci invita – incalza Mattarella – a prevenire e combattere, oggi e nel futuro, ogni germe di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza. A partire dai banchi di scuola. Perché la conoscenza, l'informazione e l'educazione rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una società giusta e solidale. E, come recenti episodi di cronaca attestano, mai deve essere abbassata la guardia».
Auschwitz, conclude il presidente, «con i suoi lugubri reticolati, le ciminiere e le camere a gas, è diventato il simbolo dell'orrore nazista, del male assoluto. Ma è, e deve essere, la testimonianza costante di quali misfatti sia capace l'uomo quando si abbandona, tradendo la sua stessa umanità, a sentimenti, parole e ideologie di odio e di morte».