“Giornalisti italiani ancora con i cittadini, oggi a Roma, per la giornata Europea per la dignità del giornalismo e delle funzioni di garanzia democratiche. Giornata di riflessione e di impegno civile alla quale la Federazione Nazionale della Stampa Italiana partecipa e interviene continuando un suo lavoro storico – fatto di battaglie per la libertà dell’informazione e per i diritti del lavoro per i giornalisti – in coerente sviluppo con la grande manifestazione di Piazza del Popolo del 3 ottobre scorso.
L’iniziativa di oggi sta dentro il programma della Federazione Europea che, da tre anni, ogni 5 novembre, celebra la giornata “Stand Up for Journalism”, appuntamento di riconsiderazione della dignità di una professione che vuole operare con la schiena dritta e che rivendica le condizioni perché ciò non sia mai un problema su chi fa giornalismo. L’informazione è libertà.
L’abbiamo sempre detto e non ci stancheremo mai di ripeterlo non per sottolineare uno slogan ma per dare senso, giorno dopo giorno, al nostro lavoro di giornalisti e di sindacalisti di una categoria che, professionalmente, con responsabilità deontologica, autonomia e indipendenza, è chiamata ad offrire ai cittadini il pane buono per il tempo che viviam l’informazione, appunto, sui fatti che contano per la vita di ciascuno e delle comunità, senza censure né autocensure, lottando per questo contro ogni tentativo di ingerenza di qualsiasi potere.
I fatti e le voci, tutte, debbono poter circolare liberamente, perché questa è condizione di libertà, di dignità, di cittadinanza di ogni persona.
Al giornalismo è chiesto di essere frutto di una funzione, di una garanzia democratica esercitata secondo i princìpi delle convenzioni internazionali per i diritti dell’uomo e le previsioni delle costituzioni democratiche. Quella italiana, per quanto ci riguarda in primo luogo. Ma questa funzione è sotto tiro da tempo, come lo sono i poteri indipendenti di garanzia definiti dallaCostituzione della Repubblica Italiana.
L’equilibrio tra libertà di informazione e diritto di cronaca è da sempre precario e tuttavia non c‘è dubbio che gli attacchi alle autonomie di queste funzioni siano un problema molto delicato che richiede capacità di sostenerne fino in fondo l’indipendenza, perché le fondamenta della nostra Costituzione non siano intaccate. Se venissero meno, per legge, con il Disegno di legge Alfano sulle intercettazioni ed i divieti al diritto di cronaca o con certi propositi ispiratori di una legislazione (che vorrebbe mettere sotto il controllo degli esecutivi l’esercizio dell’azione penale) tutte le funzioni di garanzia che presiedono alla convivenza civile sarebbero mutilate.
La giornata di oggi, ha visto nella sede della Federazione della Stampa (sala Tobagi – ore 10,30- 13.30) a Roma confrontarsi giornalisti, magistrati, politici, rappresentanti delle forze sociali e sindacali, sarà un occasione in più per tentare di tenere vivo il senso delle regole che ci tengono insieme e che liberano, attraverso il bilanciamento di funzioni democratiche, le migliori energie che ogni società può esprimere. Si è trattato anche di un’occasione per riprendere, uno ad uno, i temi della manifestazione del 3 ottobre in Piazza del Popolo a Roma: libertà, qualità dell’informazione, standard europei e non solo nazionali per correggere le disfunzioni del conflitto di interesse e delle concentrazioni, per garantire pluralismo, liberando il mercato pubblicitario e aprendo realmente quello televisivo senza che nessuno debba immaginare di limitare la propria attività per non rischiare ritorsioni; per un servizio pubblico da liberare dalla politica e dalle ingerenze improprie di ogni potere.
Per i giornalisti, la giornata della dignità del giornalismo in Europa è anche l’occasione per ricordare il peso della crisi economica e finanziaria che in ogni Paese sta interessando il settore dei media: calo nella diffusione dei giornali, pesante riduzione degli introiti pubblicitari, forte contrazione degli organici redazionali con licenziamenti dei giornalisti, o, come accade prevalentemente in Italiaricorso agli ammortizzatori sociali per contenerne gli effetti diretti sulla vita delle persone e delle loro famiglie.
Tutto ciò senza dimenticare mai i fenomeni del precariato e delle illegalità che quando si manifestano nel mondo dell’informazione la feriscono proprio sul piano dell’effettiva disponibilità di questo bene e della libertà che contiene ed esprime. Ogni giornalista precario o sfruttato, pagato magari 3/5 euro ad articolo, è ferito nei suoi diritti, nella sua personalità. Quando, come capita in alcune aree di Italia, ognuno di questi colleghi è anche minacciato dalla malavita organizzata o da potentati locali, piccoli o grandi che siano, che magari intentano cause temerarie invocando risarcimenti civili milionari per notizie vere, ma per loro scomode, la situazione si fa nera. E’ possibile che in queste condizioni, chi non ha le spalle larghe, e necessarie tutele, si veda costretto a fermarsi sul ciglio della notizia che conta. Questo non deve più accadere!
Il quadro non è luminoso. Il futuro dell’informazione è gravido di incognite. E’ necessario essere in campo. Giornate come quelle di oggi sono giornate per un’Europa dei cittadini e del lavoro, delle professioni e delle libertà”.
MARRAZZO: SIDDI (FNSI), GARANTE PRIVACY BATTA UN COLPO MA ANCHE A CRONISTI SERVIVA PIU' ATTENZIONE DEONTOLOGICA
''Ci aspettiamo che qualcuno batta un colpo, anche il Garante per la privacy'', sul modo in cui i media hanno trattato il caso Marrazzo, con particolare riferimento alla famiglia dell'ex governatore del Lazi e' il richiamo del segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, convinto tuttavia che anche ai cronisti ''sarebbe servito un pizzico di attenzione deontologica in piu''' nel trattare la vicenda. ''Fermo restando che le notizie vanno date - ha detto Siddi nel suo intervento all'iniziativa organizzata dalla Fnsi in occasione della giornata europea per la liberta' dell'informazione - nella vicenda Marrazzo ci sono alcuni elementi che riguardano non lui, ma la sfera riservata della sua famiglia, e che dovevano essere tutelati maggiormente dai giornalisti. Su questi aspetti c'e' stato un silenzio pesante, nessuno ha detto nulla, mentre quando uscirono le foto di Villa Certosa si grido' alla violazione della privacy del premier. Ferme restando le eventuali responsabilita' del cittadino Marrazzo, sarebbe servita maggiore attenzione''. (ANSA)
SIDDI, BASTA CON LE AGGRESSIONI DEL POTERE
''La funzione di garanzia democratica dei giornalisti nel nostro Paese e' sotto tiro da tempo, oggetto di aggressioni da parte dei poteri, anche di quelli costituiti'': e' l'allarme ribadito oggi da Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa, nel suo intervento alla manifestazione organizzata dal sindacato dei giornalisti in occasione della giornata europea per la dignita' del lavoro giornalistico. ''L'equilibrio tra liberta' di informazione e diritto di cronaca - ha sottolineato Siddi - e' da sempre precario e tuttavia non c'e' dubbio che gli attacchi alle autonomie di queste funzioni siano un problema molto delicato che richiede capacita' di sostenerne fino in fondo l'indipendenza, perche' le fondamenta della nostra Costituzione non siano intaccate. Se venissero meno, per legge, con il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni e i divieti al diritto di cronaca o con certi propositi ispiratori di una legislazione (che vorrebbe mettere sotto il controllo degli esecutivi l'esercizio dell'azione penale), tutte le funzioni di garanzia che presiedono alla convivenza civile sarebbero mutilate''. L'iniziativa - che ha visto confrontarsi a Roma, nella sede della Fnsi, giornalisti, magistrati, politici, rappresentanti delle forze sociali e sindacali - ha offerto anche l'opportunita' di ''riprendere, uno ad uno, i temi della manifestazione del 3 ottobre in Piazza del Popolo a Roma: liberta', qualita' dell'informazione, standard europei e non solo nazionali per correggere le disfunzioni del conflitto di interesse e delle concentrazioni, per garantire pluralismo, liberando il mercato pubblicitario e aprendo realmente quello televisivo senza che nessuno debba immaginare di limitare la propria attivita' per non rischiare ritorsioni; per un servizio pubblico da liberare dalla politica - ha concluso Siddi – e dalle ingerenze improprie di ogni potere''. (ANSA)
INTERCETTAZIONI: PDL APRE A MODIFICHE DDL ALFANO RELATORE, ENTRO DICEMBRE FINE ITER IN COMMISSIONE AL SENATO
Il Pdl apre alla possibilita' di modificare il disegno di legge Alfano in materia di intercettazioni telefoniche, che nella seconda meta' di novembre dovrebbe riprendere il suo iter in commissione Giustizia al Senato per concluderlo entro dicembre. A confermare la disponibilita' a ''cambiamenti necessari'' e' stato oggi il relatore del provvedimento, Roberto Centaro, intervenuto all'iniziativa della Federazione nazionale della stampa per la giornata europea 'Stand up for journalism' a favore della liberta' di stampa.
''Al momento - ha assicurato Centaro - appare tramontata l'ipotesi che il Senato approvi il ddl senza modifiche, che pensiamo di concordare con il colleghi della Camera all'interno della Consulta giustizia del Pdl''. Tra le ''criticita''' segnalate dal relatore, ''il problema delle sanzioni a carico del giornalista che pubblica notizie coperte da segreto, dal momento che il cronista e' solo l'ultimo terminale della violazione'', e ''la possibilita' di pubblicare solo per riassunto o contenuto alcuni atti non piu' coperti dal segret riassunto e contenuto, infatti, possono essere piegati ad esprimere verita' parziali''. Inoltre, ha aggiunto Centaro, ''si puo' definire meglio il presupposto dei 'gravi indizi di colpevolezza''' come requisito necessario per procedere alle intercettazioni (si sarebbe parlato di 'sufficienti indizi') e si puo' discutere ''sulle procedure d'urgenza alle quali sottoporre il giornalista che violi il segreto'', immaginando ''un'Autorita' di garanzia come soggetto terzo e imparziale, rispetto a stampa e magistrati, chiamata a decidere''. Tra le proposte di modifica del Pd, il senatore Felice Casson ha invece citato ''la definizione di una fase temporale precisa per il necessario segreto istruttorio, terminata la quale gli atti diventano pubblicabili'', ''un livello di tutela ridotto per la riservatezza di politici e personaggi di alto livello'' e ''la possibilita' di intervenire rapidamente a livello disciplinare a carico dei giornalisti che violino il segreto''. L'importante, secondo il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara, ''e' trovare il giusto equilibrio tra la tutela delle indagini e quella della liberta' di stampa, e quindi tra gli atti coperti dal segreto e quelli non piu' segreti per i quali e' inutile porre rigidi paletti ai giornalisti. Ci sono sviluppi che vanno preservati e notizie che vanno date: e il caso Marrazzo conferma la necessita' di individuare un punto di equilibrio''. Per ''modifiche radicali'' al ddl ha sempre spinto la Federazione nazionale della stampa. ''Se venissero meno le funzioni di garanzia democratica dei giornalisti, la convivenza civile sarebbe mutilata'', ha detto il segretario Franco Siddi. Tra le richieste ribadite anche oggi dalla Fnsi, nell'intervento del presidente Roberto Natale, ''la pubblicabilita' integrale degli atti non piu' coperti dal segreto, la revisione delle sanzioni a carico di giornalisti ed editori, un Giuri' per la correttezza dell'informazione in grado di intervenire con rapidita', norme di garanzia per le liti temerarie''. (ANSA)
CGIL A FNSI, NECESSARIO STARE ANCORA IN CAMPO
''Una giornata importante'', ''l'occasione per discutere ancora di informazione e liberta''', anche perche' ''e' ancora necessario stare in campo con determinazione e continuita'''. E' quanto scrive in una lettera, inviata ai vertici della Federazione nazionale della stampa, il segretario confederale della Cgil Fulvio Fammoni, per la manifestazione organizzata dal sindacato dei giornalisti in occasione della giornata europea per la dignita' del lavoro giornalistico. A un mese dalla manifestazione di Piazza del Popolo del 3 ottobre, scrive Fammoni, ''l'iniziativa di oggi e' importante anche per come dare seguito a quella manifestazione'': infatti ''gran parte dei problemi al centro di quella mobilitazione permangono ed altri se ne sono aggiunti: dalle norme sulla par condicio all'imminente ripresa del dibattito sulle intercettazioni, dalle iniziative per evadere il canone Rai all'oscuramento che permane dei problemi del lavoro, al mancato rispetto delle norme sui contributi per l'editoria''. Motivi per i quali, secondo il segretario confederale Cgil, ''e' necessario stare in campo con determinazione e continuita'''. Fammoni chiede percio' di ''riconvocare rapidamente il tavolo delle organizzazioni aderenti alla manifestazione del 3 ottobre e definire un calendario di iniziative e confronti tematici che accompagnino le mobilitazioni che si renderanno ancora necessarie''. (ANSA)
Parigi, 5 novembre 2009. La situazione della stampa in Francia é "estremamente preoccupante", sia sul piano economico sia per le condizioni di lavoro. Lo affermano in una lettera aperta inviata al presidente Nicolas Sarkozy, i principali sindacati della stampa francese (Snj, Snj-Cgt, Cfdt). "Dopo la sua elezione alla presidenza della Repubblica, i sindacati dei giornalisti (Snj, Snj-Cgt, Usj-Cfdt) osservano che la situazione dei media si è sensibilmente aggravata", scrivono i tre sindacati, aggiungend "Non c'é giorno in cui un giornale, un settimanale, una radio, una televisione non licenzino dei giornalisti con il pretesto della crisi economica. Parallelamente, i giornali vanno scomparendo". Inoltre, si legge ancora nella lettera, "la stampa gratuita - per lungo tempo presentata come la soluzione alla disaffezione dei lettori - è in rosso. E i quotidiani a basse entrate pubblicitarie sono in preda a grandi difficoltà ". Secondo i sindacati, dall'inizio dell'anno, 2.300 giornalisti "hanno ingrossato le fila dei disoccupati". La lettera è stata inviata in occasione della giornata europea per i giornalisti ('Stand up for journalism'). (ANSA)