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Sindacale 21 Mar 2006

Giornalisti precari nell'organico dell'Ufficio stampa della presidenza della Regione Sicilia Billitteri (segretario regionale dell'assostampa): "Il sistema della chiamata diretta non può essere accettato come metodo ordinario"

Una decina di giornalisti precari sono stati inseriti nell’organico dell’ufficio stampa della Presidenza della Regione Di questo non possiamo che essere contenti e ai colleghi formuliamo i migliori auguri di buon lavoro.

Una decina di giornalisti precari sono stati inseriti nell’organico dell’ufficio stampa della Presidenza della Regione Di questo non possiamo che essere contenti e ai colleghi formuliamo i migliori auguri di buon lavoro.

Il sindacato siciliano dei giornalisti non può tuttavia fare a meno di rilevare che queste assunzioni sono il frutto di una procedura che suscita più di una perplessità. Il ricorso al sistema della chiamata diretta, infatti, non può essere accettato come metodo ordinario. Un ufficio stampa, per definizione, è una struttura di trasparenza legato all’istituzione e non a chi la governa. Ma se è il personale politico a scegliere che deve lavorarci, ci troviamo di fatto di fronte a una scelta che punta a un rapporto fiduciario tipico del portavoce. Non ci risulta che nella scelta dei dieci colleghi sia stato seguito un criterio se non quello del gradimento del presidente Cuffaro. Ovviamente non è in discussione la professionalità dei colleghi chiamati ma non si può neanche discutere il fatto che molti altri precari, magari disoccupati, non avrebbero avuto minori qualità e quindi minor titolo per essere scelti. Allora perché questi e non altri? Qual è stato il criterio, se criterio vi è stato? Il precariato? Non sembra, visto che alcuni dei colleghi cooptati sono precari “recenti” a fronte di altri numerosissimi colleghi precari da ben più antica data. In altre parole: cosa bisogna essere per diventare addetti stampa della Presidenza? La risposta, chi vuole, può leggerla tra le righe ma è legittima l’impressione che modi e tempi della vicenda non siano estranei al clima elettorale. Nessun criterio, nessun ruolo per il sindacato, una confusa demagogia “pro-precari” finita adesso in una listarella fatta in famiglia. Ben altre erano e sono le proposte del sindacato proprio sui precari degli uffici stampa. Non abbiamo mai chiuso la porta ad un accordo che prevedesse una sanatoria convinti come siamo che il problema del precariato vada risolto come presupposto indispensabile per avviare la stagione dei concorsi pubblici che restano l’obiettivo finale. Sono proposte che non lasciano indietro nessuno e che non rischiano di determinare, com’è a questo punto facile prevedere, una guerra di ricorsi tra precari con lo stato di famiglia e precari figli di un dio minore. Per non parlare dei disoccupati, figli di NN.

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