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Uffici Stampa 27 Apr 2009

Giornalisti nella Pubblica Amministrazione: interrogazione del Pd sulle problematiche previdenziali relative al passaggio dall'Inpdap all'Inpgi. Giovanni Rossi: attenzione positiva, pronti all'interlocuzione con il governo.

Alla Camera dei deputati è stata presentata una interrogazione a risposta in Commissione (si tratta della XI che esamina i temi del lavoro pubblico e privato) che riguarda la questione del passaggio dei giornalisti addetti stampa pubblici dalla contribuzione previdenziale all’Inpdap a quella all’Inpgi ed i conseguenti effetti negativi che si prospettano per una parte dei colleghi interessati.

Alla Camera dei deputati è stata presentata una interrogazione a risposta in Commissione (si tratta della XI che esamina i temi del lavoro pubblico e privato) che riguarda la questione del passaggio dei giornalisti addetti stampa pubblici dalla contribuzione previdenziale all’Inpdap a quella all’Inpgi ed i conseguenti effetti negativi che si prospettano per una parte dei colleghi interessati.

Il testo ha quale primo firmatario il parlamentare Alessandro Bratti e ne è co-firmatario l’on. Sandra Zampa, entrambi del Partito democratico. All’interrogazione è chiamato a rispondere il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali. Eccone il testo: “Per sapere - premesso che: con l'articolo 76 della legge n. 388 del 2000 (finanziaria 2001) - i giornalisti che svolgono attività nella pubblica amministrazione sono stati trasferiti obbligatoriamente dall'Inpdap all'Inpgi senza alcuna possibilità di scelta; la ricongiunzione può essere economicamente sostenibile solo per una piccola parte di questi e cioè per coloro che hanno un limitatissimo numero di anni di anzianità di lavoro; l'unica alternativa è la totalizzazione contributiva che provoca una grave perdita dei diritti pensionistici acquisiti; il numero dei giornalisti che si trovano in questa situazione, indipendentemente dalla propria volontà, è limitato -: se il Ministro intenda adottare un provvedimento che, in analogia a quanto disposto dalla legge sopracitata, consenta la ricongiunzione da Inpdap a Inpgi senza oneri per i lavoratori che si trovano nella situazione sopra descritta, in particolare per coloro che hanno maturato una contribuzione Inpdap di almeno 18 anni”. “Ci pare un fatto estremamente positivo – ha commentato Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto e responsabile del Dipartimento Uffici stampa della Federazione nazionale della stampa italiana – l’attenzione crescente dei parlamentari per la specifica situazione previdenziale dei giornalisti che lavorano nella Pubblica amministrazione. Si tratta di trovare soluzione ad alcuni problemi che rischiano di danneggiare ingiustamente più di un collega salvaguardando, al tempo stesso, il principio di fondo e cioè che tutti i giornalisti, a prescindere da dove svolgano la loro attività, versino i contributi previdenziali all’Inpgi. Ringraziamo, quindi, gli onorevfoli Bratti e Zampa, così come avevamo positivamente accolto analoga iniziativa avviata, tempo fa, dall’onorevole Giuliano Cazzola, del Popolo delle libertà. Siamo disponibili, come lo è, certamente, per la sua parte, l’Inpgi, ad ogni interlocuzione il Ministero ritenesse necessaria per affrontare le questioni sollevate dai tre parlamentari”.

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