Intervenendo a un incontro con i giornalisti della redazione di Cagliari della Nuova Sardegna, il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha tra l’altro dichiarato: “La vicenda Farina ha aperto un caso al quale non ci si può abituare.
Se ci sono giornalisti spie o, comunque, al soldo dei servizi segreti in violazione della legge 801 sui “servizi” (che ciò vieta a magistrati, ai sacerdoti e, appunto, ai giornalisti), il Governo renda pubblici i loro nomi al più presto: per fare pulizia, per riportare serenità e per rassicurare che la necessaria fiducia sugli organismi di sicurezza si fonda su basi di riservatezza e legittimità al solo fine di proteggere la sicurezza dello Stato. La verifica del governo su eventuali arruolamenti di giornalisti nei “servizi” è essenziale anche perché l’Ordine professionale possa far valere efficacemente i suoi compiti disciplinari a tutela dei valori dell’autonomia e del decoro dell’informazione. Tenere alta la barra dei valori, soprattutto del rigore professionale e della credibilità, è importante sempre, fondamentale oggi in presenza dell’indecente atteggiamento della Federazione degli editori che si ostina a negare qualsiasi negoziato per un equo contratto di lavoro dei giornalisti. La Fieg sta mostrando di ritenere l’informazione una merce qualsiasi e la missione delle imprese associate identica a quella di qualsiasi agenzia commerciale, non imperniata su un bene speciale, l’informazione, costituzionalmente rilevante. Per queste ragioni la categoria dei giornalisti non può permettersi incertezze né concessioni opportunistiche sul terreno dell’etica. La vicenda dell’inchiesta milanese legata al sequestro Abu Omar continua a porre inquietanti interrogativi e interpella la coscienza collettiva. Non ci possono essere giornalisti che facciano nello stesso tempo anche le spie. E’ tempo di fare piazza pulita delle mele marce e delle deviazioni e di fare pulizia ovunque. Non bisogna nascondere niente né accettare che si fabbrichino notizie a tesi per rendere normali cose che tali non sono. Una cosa sono le opinioni anche robuste e distintive, un’altra i fatti e le regole della convivenza fondate sulla liberà di tutti. Per l’informazione le stelle polari sono le notizie. E vanno date al pubblico le notizie verificate e controllate che pure non sono utili alle proprie tesi, senza cercare di fabbricarne ad hoc o di accettarne prefabbricate solo perché “fanno gioco”. Per capire e agire meglio e bene c’è bisogno di sapere e di non nascondere niente.”