L’Unione nazionale dei giornalisti somali (NUSOJ) condanna fermamente la continua persecuzione contro gli operatori dei media a Kismayo, dopo che un altro giornalista è stato picchiato e altri minacciati con le armi da parte di membri delle forze di sicurezza dell’Amministrazione Interinale del Juba. E’ stato questo l’ultimo di una serie di violenze contro i giornalisti e gli operatori dei media a Kismayo.
Ieri, intorno alla 15,00 ora locale, i tre giornalisti Adan Mohamed Salad, corrispondente della televisione nazionale somala (SNTV), Jamac Ahmed Ali di Somsat TV e Sabriye Hussein Barre di Universal Television sono stati fermati da Mohamoud Kuri, capo delle forze di sicurezza dell’Amministrazione Interinale del Juba mentre si trovavano a bordo di un’auto nei pressi della stazione di polizia di Kismayo. Adan Mohamed Salad, che era alla guida, è sceso per incontrare il Comandante che gli aveva suonato il clacson dalla sua auto, ma Mohamoud Kuri l’ha investito con una gragnola di schiaffi. Gli altri giornalisti, scesi a loro volta dall’auto per fermarlo, sono stati minacciati con le armi da altri esponenti delle forze di sicurezza ed allontanati.
Il pestaggio è avvenuto in conseguenza dell’unanime condanna da parte dei media del precedente arresto di altri due giornalisti.
In effetti il 10 giugno Mascud Abdullahi Adan di Dalsan Radio e freelance dell’emittente somala Channel TV, Abdirahman Sheik Aadan di Radio Kismayo e Khader Mohamoud Hared di Bar-Kulan Radio e Somali Channel TV sono stati arrestati per ore dopo che sono stati invitati telefonicamente a recarsi alla stazione centrale della polizia di Kismayo. Qui, una volta giunti, sono stati subito tratti in arresto e trattenuti a lungo.
Secondo i giornalisti di Kismayo dietro le detenzioni arbitrarie ed i pestaggi della polizia c’è Suldan Abdulkadir Lugadhere (gambe lunghe) il Vice Presidente dell’Amministrazione Interinale del Juba il quale pretendeva di utilizzare a suo uso e consumo la stampa libera.
“Le molestie e le intimidazioni con arresti arbitrari contro i lavoratori dei media costituiscono una grave violazione dei diritti umani” ha detto Mohamed Ibrahim, segretario generale dell’Unione nazionale dei giornalisti somali (NUSOJ) che ha proseguito: “Chiediamo che tali azioni cessino immediatamente e chiediamo il pieno rispetto della libertà di stampa. ”
In realtà Kismayo sta vivendo un periodo molto difficile, sebbene sia sempre stata una città cosmopolita e tollerante. Ahmed Mohamed Islam (Madobe), il governatore dell’Amministrazione Interinale del Juba, dal suo insediamento nell’ottobre 2013, ha trasformato la città in un luogo insicuro con uccisioni, persecuzioni ed epurazioni degli esponenti della società civile: medici, ingegneri, giornalisti, uomini d’affari, contabili e religiosi sono stati brutalmente assassinati ed al loro posto si stanno insediando i miliziani di Ras Kamboni provenienti da altre regioni. Si tratta di una politica di conquista discriminatoria che ha impoverito Kismayo dei suoi migliori abitanti e deluso tutte le aspettative nazionali ed internazionali verso l’Amministrazione Interinale del Juba che doveva costituire la prima pietra del sistema federale nel meridione della Somalia.
Da Primavera Africana - Blog di Shukri Said su Repubblica.it del 14 giugno 2014