Venerdì scorso in seguito all’invito a non fare fotografie da parte del sindaco Marta Vincenzi i colleghi fotogiornalisti erano stati allontanati dal corteo per la morte di un lavoratore portuale.
Puntualmente questa mattina i giornalisti di Primo Canale, Telegenova ed altre testate radiotelevisive sono stati aggrediti ed è stato danneggiato il loro materiale tecnico. Abbiamo dato e ribadiamo la nostra solidarietà al mondo del lavoro per le gravi tragedie che lo hanno colpito ma chi questa mattina si è reso protagonista della violenta e ingiustificata aggressione, probabilmente lavoratori portuali, ha insultato la libertà di stampa e violato le normali regole di vita civile: stupisce che lavoratori comprensibilmente colpiti dalla morte di un collega reagiscano con l’uso della violenza nei confronti di chi svolge il proprio lavoro Rifletta su quanto è accaduto anche la sindaco Vincenzi in relazione all’episodio che l’ha vista protagonista venerdì scorso. E rifletta sull’infelice dichiarazione rilasciata alle agenzie: Una guerra tra poveri. Nessuna guerra signor sindaco, ma solo un’aggressione dal sapore squadrista. Gli organismi di categoria dei giornalisti al ripetersi di atteggiamenti aggressivi nei confronti degli operatori dell’informazione sollecitano l’interveto del Prefetto e del Questore per garantire la possibilità di una corretta informazione. Associazione Ligure dei Giornalisti Ordine Ligure dei Giornalisti Gruppo Cronisti Liguri La Federazione Nazionale della Stampa Italiana esprime la propria solidarietà nei confronti dei colleghi di Primocanale, Telegenova e altre testate radiotelevisive aggrediti in margine ai funerali dell'operaio della Compagnia Unica Lavoratori Portuali, Fabrizio Cannonero. L'emozione per la morte di un operaio non può in nessun caso giusitificare l'aggressione a chi sta lavorando per documentare la partecipazione collettiva ad un lutto che ha scosso la comunità locale e il Paese. Nessuno può esercitare il potere di sospendere l'esercizio del dovere di informare e il diritto dei cittadini ad essere informati, tantomeno a nome e per conto di una parte della comunità operaia genovese che ha sempre posto al servizio dell'intero Paese la propria passione e cultura democratica. L'uso della violenza nei confronti di chi lavora va sempre condannato. Ma il ricorso alla violenza e all'intimidazione nei confronti di chi operacv per garantire un bene primario quale quello dell'informazione è tanto più pericolso e richiama un'attenzione ancora maggiore da parte di tutti gli attori sociali e istituzionali. Nel ribadire la solidarietà ai colleghi liguri, la Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa Italiana si rende disponibile ad ogni confronto con le parti sociali e la autortità locali per un'azione comune tesa a rafforzare con la tutela della libertà di informazione le ragioni di tutti coloro che non avrebbero voce e sono le prime vittime di una società meno tollerante verso la libertà di stampa.