Giornalista settantenne direttore
de Le Ore nel '60, in carcere (pubblicato da "Libero"). Il Nuovo.it rilancia l'appello a Ciampi della Fnsi
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: "Con stupore ed estrema preoccupazione siamo venuti a conoscenza dall'articolo di Lucia Esposito su "Libero" della vera e propria odissea che sta vivendo in questi giorni il collega giornalista Stefano Surace rinchiuso nel carcere di Ariano Irpino per un cumulo di sentenze per diffamazione a mezzo stampa risalenti ai primi anni Settanta. La condanna che il collega deve scontare è di due anni, sei mesi e dodici giorni per tre sentenze passate in giudicato relative a querele e per una condanna per pubblicazioni oscene in quanto primo direttore della rivista Le Ore. Il collega è stato condannato in contumacia, senza la possibilità di difendersi, giacché in quegli anni si era trasferito professionalmente a Parigi. Oggi Stefano Surace ha più di settantanni è malato e deve scontare una pena durissima per denunce risalenti alla metà degli anni Sessanta. Sono passati più di quarantanni, l’Italia è profondamente cambiata, i costumi si sono velocemente evoluti e ciò che negli anni Sessanta era considerato diffamatorio ed osceno oggi viene tranquillamente pubblicato e diffuso nelle edicole e nelle librerie. Comprendiamo che dal punto di vista giuridico non ci siano spazi di intervento ma questo ci sembra che non elimini la mostruosità della vicenda che sta vivendo il collega Surace. Per questo motivo la Fnsi chiede, con estrema fermezza, che il Presidente della Repubblica, Ciampi, intervenga per riconsegnare la libertà allo sfortunato collega con un atto di grazia e che il ministro della Giustizia, Castelli, più volte invitato ad iniziare il dialogo con la Fnsi sulla legge di riordino dei reati a mezzo stampa interrotta dalla fine della legislatura passata, trovi il tempo di riceverci e di riprendere quel percorso che riporti serenità e certezze tra la magistratura e il mondo dell’informazione". Da “il Nuovo” di martedì 21 maggio 2002 Larry Flynt italiano in carcere per oscenità Stefano Surace, 70 anni, direttore de Le Ore nei primi anni '60 è in carcere per pubblicazioni oscene. Non sapeva di essere stato condannato. L'appello del sindacato dei giornalisti: Ciampi conceda la grazia. di Olga Piscitelli MILANO – Come Larry Flynt: condannato per pubblicazioni oscene. Stefano Surace, giornalista ultrasettantenne è finito dietro le sbarre per aver accumulato una serie di sentenze per diffamazione a mezzo stampa e pubblicazioni oscene. Una storia surreale, quella del cronista, scrittore e maestro di arti marziali ora rinchiuso nel carcere di Ariano Irpino, in provincia di Avellino. Quasi un racconto kafkiano. Le manette sono scattate poche settimane fa; la libertà potrà ritrovarla, a detta degli avvocati, solo con la grazia. Era il 1960 quando Surace, ai tempi direttore del periodico Le Ore fu denunciato per l'oscenità dei servizi pubblicati sul settimanale. La giustizia fece il suo corso; nel '63 e nel '67 arrivarono le sentenze. Troppo tardi perché Surace ne venisse a conoscenza. Abbandonata quasi del tutto l'attività giornalistica, s'era infatti trasferito in Francia. A Parigi, ormai famoso per la carriera di inchiestista che s'era lasciato alle spalle, si dedicò alle arti marziali, al Ju Jitsu, in particolare, dove ha ottenuto i massimi riconoscimenti mondiali. Nel suo passato, tra l'altro, spicca un lavoro di indagine sulle carceri italiane. Entrò per 18 volte in nove galere del Paese, da San Vittore di Milano a Poggioreale di Napoli fino alle case circondariali di Monza, Arezzo, Voghera e Legnano. Ogni volta condivideva la vita dei detenuti per qualche settimana: un reportage che, ai tempi, fece scandalo. Ma delle sue condanne, una volta arrivato a Parigi, giura di non aver mai saputo nulla. Le tre sentenze emesse dai tribunali di Milano, Firenze e Monza, sono passate in giudicato: la condanna è stata comminata in contumacia. Ora si trova a dover scontare due anni, sei mesi e dodici giorni di reclusione. Lo ha scoperto quando è rientrato in Italia per far visita al fratello che vive a Napoli e sta male. E' stato allora che lo hanno ammanettato e portato in carcere. E come Larry Flynt, l'editore di Cincinnati che scandalizzò l'America con "Hustler", la prima rivista a pubblicare nudi femminili "ginecologici", Surace si ritrova condannato per pubblicazioni oscene. Il suo caso è finito sul giornale. La Federazione nazionale della stampa italiana, il sindacato unitario dei giornalisti, si è fatto carico della questione. " Sono passati più di quarantanni, l’Italia è profondamente cambiata - si legge sul sito della Fnsi - i costumi si sono velocemente evoluti e ciò che negli anni Sessanta era considerato diffamatorio ed osceno oggi viene tranquillamente pubblicato e diffuso nelle edicole e nelle librerie. Comprendiamo che dal punto di vista giuridico non ci siano spazi di intervento ma questo ci sembra che non elimini la mostruosità della vicenda". A 70 anni compiuti, Stefano Surace non riesce a superare l'empasse di una giustizia che, lenta, continua inesorabile il suo corso. Il magistrato della libertà, cui l'avvocato difensore di Surace si è rivolto, è stato irremovibile. "Dal punto di vista tecnico-giuridico - dice Alessandro Basile, il difensore - non è possibile fare molto". Ultima possibilità: il Tribunale di sorveglianza che potrebbe, almeno secondo l'avvocato Basile, disporre le misure alternative. Gli altri avvocati, tutti d'ufficio, non hanno mai avvertito Surace. Lo hanno sempre ritenuto irreperibile. L'ultimo ordine di carcerazione è quello della Procura di Milano e risale a più di 30 anni fa. Di qui l'appello del sindacato dei giornalisti: " la Fnsi chiede, con estrema fermezza, che il Presidente della Repubblica, Ciampi, intervenga per riconsegnare la libertà allo sfortunato collega con un atto di grazia e che il ministro della Giustizia, Castelli, più volte invitato ad iniziare il dialogo con la Fnsi sulla legge di riordino dei reati a mezzo stampa interrotta dalla fine della legislatura passata, trovi il tempo di riceverci e di riprendere quel percorso che riporti serenità e certezze tra la magistratura e il mondo dell’informazione". (21 maggio 2002, ore 20:30) Il punto di vista dei lettori (alcuni dei commenti pubblicati su il Nuovo.it) Detenuto in attesa di giudizio Era il titolo di un famoso film con Alberto Sordi, da rivedere e riflettere. Quello che è accaduto a Surace (avete fatto benissimo a informarci su questo episodio) può accadere a chiunque di noi. Non solo, ma anche prima di essere giudicati, si può finire in galera. Certo, avendo buoni avvocati si può uscire ma in galera ci si va! E chi non ha mezzi per pagarsi avvocati? Questo è un episodio 'curioso', ma le centinaia di casi che rimarranno sconosciuti? Spesso certi giudici giocano sulla pelle delle persone senza pensare alle conseguenze ed ai danni procurati. Per quanto riguarda Surace, beh, ovviamente spero venga rilasciato al più presto. Le Ore, è stata una rivista culto per noi adolescenti degli anni 70, da vedere di nascosto! Mercoledi 22 Maggio 2002 - 09:29 seifertmp@bluewin.ch LA GRAZIA! LA GRAZIA! Quale giudice, quale magistrato, per arcigno che sia, non ha mai sfogliato, anche per caso, un numero de 'Le Ore' senza provare almeno un minimo di turbamento? Quale Pubblico Ministero, per quanto severo e ligio non ha dedicato un pensiero affettuoso, al culmine dell'eccitazione autoerotica, ad una delle belle e ruspanti galline che si davano, con goffa passione, dalle pagine del mensile, agli sguardi vogliosi dei maschi di tutte le età? Quale membro (parola censurata negli anni '60) di giuria non concederebbe all'imputato tutte le attenuanti per incipiente e incontrollabile afflusso di sangue in tutte le estremità del corpo, che offusca la vista e obnubila le coscienze?. Chi non suggerirebbe l'erezione (altra parola equivoca) di un monumento alla libertà della fantasia? Presidente Ciampi, lei che adesso alla maglia numero nove del centravanti, ci faccia sognare, e spedisca, per una volta di proposito, dal dischetto del rigore la palla in tribuna. Per favore. Mercoledi 22 Maggio 2002 - 09:14 W la moglie di Pippo LIBERO! ennesimo esempio di incivilta´ italiana. Mercoledi 22 Maggio 2002 - 08:06 fra Ma certe condanne ... non vanno in prescrizione? Mercoledi 22 Maggio 2002 - 01:09 MM UN'OCCASIONE PER UN'ATTO EQUO... Ecco una buona occasione per dimostrare che fare leggi.... 'retroattive'... non è che le si fa per favorire solo qualcuno (che se le può fare)... ma per il bene del paese... Se poi si fosse così lungimeranti da associarle ad un 'bella botta definitiva ad ogni censura e riaffermazione del principio di laicità dello stato'... beh ci eviteremo qualche caso Galileo e Giordano Bruno di più di cui doverci un giorno vergognarci... Il guaio è che Surace... a torto o a ragione... semplicemente NON ha il potere.... ed è questo è il vero colpevole reato... in questo nostro bel paese di santi, poeti, navigatori... e controllati-che-controllano i controllori. Martedi 21 Maggio 2002 - 23:36 Fiona Petito I veri problemi! Sono fiero di appartenere a questo Paese! Qui sì, che ci si occupa dei veri problemi! Speriamo che arrestino altri pornografi e non perdano tempo con cose meno importanti, come omicidi, terrorismo, rapine, stragi, dissesti economici e geologici, ecc. Martedi 21 Maggio 2002 - 22:56