I vecchi capi redattori spiegavano che giornalisti si diventa consumando la suola delle scarpe. Oggi va bene anche consumare le tastiere, per passare al setaccio database e motori di ricerca. L’adeguamento tecnologico e le opportunità fornite dai nuovi strumenti sono tra gli argomenti principali di cui si è discusso all’anteprima del Festival Internazionale di Giornalismo Investigativo che si è appena concluso a Roma.
Vari sono stati gli interventi e gli spunti interessanti ascoltati nella sala Tobagi della Federazione Nazionale della Stampa Italiana che ha ospitato l’evento. Tra i relatori si sono alternati esperti di settori molto diversi tra loro: dall’informatica alla magistratura, dall’investigazione all’economia con l’obiettivo di evidenziare le tendenze in atto. "Alle fonti non vanno chiesti i documenti, ma i database, che sono molto più difficili da manipolare” sintetizza Leo Reitano, presidente dell’Associazione di Giornalismo Investigativo che ha organizzato il Festival.
Per Giovanni Rossi, presidente FNSI, “un giornalista a cui viene passato un documento è sempre un giornalista che viene utilizzato. I giornalisti del Watergate erano strumenti dell'intelligence americana per far fuori un presidente. Ma probabilmente si prestarono perché condividevano l'obiettivo". Alberto Cisterna, magistrato antimafia ricorda come "la fonte che passa carte giudiziarie al giornalista vuole essere citata: nel pezzo la fonte c'è sempre". Giorgio Sicurella di IBM ha mostrato per la prima volta a un pubblico di giornalisti come funziona I2, il più potente software di analisi investigativa al mondo. Marianna Vindiadis (country manager di Kroll) ha messo in guardia i giornalisti sui rischi della ricerca su internet e i database e sulle contromisure per evitare di veder spiato il proprio lavoro. I giornalisti Andrea Palladino e Luciano Scalettari hanno raccontato la loro difficile inchiesta sull’omicidio di Ilaria Alpi e il ruolo dei servizi segreti in una vicenda ancora con molti punti oscuri. Alberto Spampinato di Ossigeno per l’informazione ha illustrato la mappa regione per regione dei giornalisti minacciati in Italia. Anche Anatoly Gulyaev, membro della Commissione etica giornalistica bielorussa, ha posto l’attenzione sui problemi a fare il proprio lavoro liberamente per i giornalisti del suo Paese. Molto interessante il contributo di Miranda Patrucic, giornalista investigativa di punta del network internazionale di giornalisti OCCRP:"I giornalisti non dovrebbero competere tra loro quando possono collaborare. Collaborare significa: più impatto, più prospettive, più protezione e risparmio di tempo e soldi". L’anteprima del Festival di giornalismo investigativo si è conclusa con alcuni workshop gratuiti molto apprezzati dal pubblico in cui sono state mostrate le tecniche di Osint (Open source intelligence), sicurezza informatica, crittografia e analisi di database.
Maggiori informazioni sono disponibili su http://www.ricercheonline.org/.
L’appuntamento con l’edizione del Festival è a settembre.