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Osservatorio sui media 19 Ott 2005

Giornalismo, a Roma il 4 novembre seminario sul razzismo “inconsapevole”

“I giornalisti italiani non sono xenofobi: quasi nessuno lo è dichiaratamente, la maggior parte si sforza di non esserlo. Il problema sono spesso gli schemi entro cui si lavora: gabbie linguistiche, prassi redazionali, cinismo elevato ad arma di difesa dalle “pressioni” della realtà che si deve raccontare. E anche un po’ della solita e molto umana pigrizia

“I giornalisti italiani non sono xenofobi: quasi nessuno lo è dichiaratamente, la maggior parte si sforza di non esserlo. Il problema sono spesso gli schemi entro cui si lavora: gabbie linguistiche, prassi redazionali, cinismo elevato ad arma di difesa dalle “pressioni” della realtà che si deve raccontare. E anche un po’ della solita e molto umana pigrizia

(Astro9colonne) - Roma, 19 ott - “I giornalisti italiani non sono xenofobi: quasi nessuno lo è dichiaratamente, la maggior parte si sforza di non esserlo. Il problema sono spesso gli schemi entro cui si lavora: gabbie linguistiche, prassi redazionali, cinismo elevato ad arma di difesa dalle “pressioni” della realtà che si deve raccontare. E anche un po’ della solita e molto umana pigrizia”. Parte da questa premessa il seminario che la Caritas (attraverso la redazione del Dossier Statistico Immigrazione) e l’agenzia “Redattore Sociale”, che fa capo alla Comunità di Capodarco, organizzano il 4 novembre prossimo a Roma. “Striscia nella notizia” – questo il titolo dell’ appuntamento – si propone come il primo seminario di formazione per giornalisti sui pericoli del razzismo e della xenofobia. Nei riguardi dell’immigrazione, l’Italia – ricordano le due associazioni - spende l’80% delle risorse per la repressione e solo il 20% per favorire l’integrazione. “Un modello che si riflette esattamente nel modo in cui i mezzi di informazione parlano di immigrati. E che contribuisce, inconsapevolmente, ad alimentare paura e intolleranza”. Lo scopo dell’incontro – che si terrà a partire dalle 9 nell’aula magna del Caritas, in via Baldelli 41 - è aiutare “chi ha scelto questo scomodo e appassionante mestiere a lavorare meglio, uscendo dagli schemi, combattendo i propri limiti, rafforzando la sensibilità”.

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