Tredici giornalisti genovesi, sette del Secolo XIX tra cui anche il direttore Lanfranco Vaccari e 6 del Corriere Mercantile, sono stati condannati a 117 giorni di carcere commutati in una multa da 5.586 euro per aver pubblicato, mentre erano in corso le indagini da parte della polizia, l'identikit del maniaco dell'ascensore, poi identificato in Edgar Bianchi, 28 anni, barista, arrestato dopo due anni di aggressioni a ragazze spesso minorenni.
Il giudice per le indagini preliminari Adriana Petri, su richiesta del pubblico ministero Giovanni Arena, ha condannato i giornalisti per aver violato l'articolo 684 del codice penale, che riguarda la pubblicazione di atti coperti dal segreto. (AGI) Il comunicato dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani Fa’ “scandalo” la sentenza del gip di Genova che ha condannato 13 cronisti del secolo XIX e del Corriere Mercantile, che hanno pubblicato l’identikit del maniaco che ha aggredito decine di donne in attesa dell’ascensore nei loro palazzi, per pubblicazione di atti coperti dal segreto. Lo afferma Guido Columba, Presidente dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani. Columba sottolinea che “lo scandalo nasce dal fatto che la magistratura genovese che, assieme alle forze dell’ordine, non è riuscita a trovare il colpevole per due anni mentre la paura dilagava per tutta la città, infierisce contro i cronisti i quali hanno svolto il loro lavoro professionale di preminente interesse sociale mettendo sull’avviso la popolazione di Genova delle sembianze del maniaco”. Il presidente dell’Unci rileva anche che il decreto di condanna del gip colpisce unicamente i cronisti senza minimamente porsi il problema che l’identikit è stato elaborato dagli inquirenti e che, quindi, a monte del comportamento dei giornalisti c’è il reato commesso dal pubblico ufficiale che lo ha diffuso. La condanna, conclude Columba, si inquadra nel clima di crescente insofferenza per la libertà di stampa e il diritto di cronaca che trova uno dei punti piu’ alti nella normativa sulle intercettazioni predisposta dal ministro Clemente Mastella.