«Il Coordinamento dei Cdr del gruppo Gedi prende atto con stupore della decisione della proprietà di non accogliere la richiesta di incontro avanzata dalle assemblee di giornalisti e giornaliste della Stampa e Repubblica. Una richiesta semplice, condivisa, espressione diretta delle redazioni e motivata dall’urgenza di comprendere prospettive e strategie che riguardano il nostro futuro, respinta al mittente. Decisione che esclude anche ogni riflessione su quanto di utile può nascere da un dialogo tra proprietà, lavoratrici e lavoratori». Lo si legge in un comunicato diffuso martedì 21 ottobre e firmato dai Cdr di Repubblica, La Stampa, Gedi Visual, Huffington Post, Radio Capital e La Sentinella del Canavese.
«Questa chiusura – prosegue la nota - incrina il rapporto di fiducia necessario per un confronto plurale, aperto e democratico tanto più indispensabile in un momento delicato per il destino del nostro gruppo: la mancanza di dialogo con le redazioni non fa che alimentare tensione. Nessuna sfida è possibile senza il coinvolgimento di chi ogni giorno garantisce l’uscita del giornale e dell'online con professionalità, rigore e senso di responsabilità».
La nota prosegue: «Dopo lo spezzatino dei quotidiani locali ex Finegil, prima negato e poi realizzato, le voci di possibili cessioni di testate del gruppo Gedi preoccupano sempre più il coordinamento dei Cdr. È pieno diritto di un imprenditore vendere, ma è imprescindibile ricordare e riconoscere la funzione che le nostre società editoriali svolgono per la democrazia nel Paese. Non possiamo prevedere quali saranno i destini del nostro gruppo, ma non siamo disposti a rinunciare a un progetto di sviluppo solido, precise garanzie sulla qualità del lavoro giornalistico, la sua indipendenza e la sua coerenza con il patrimonio identitario delle singole testate».
Il Coordinamento dei Cdr conclude: «Il dialogo non può essere unidirezionale. Di certo noi non mancheremo di rivolgerci alle lettrici e ai lettori, nonché alle istituzioni, anche raccontando come questo patrimonio editoriale, di conoscenza e di cultura, è stato svilito da scelte imprenditoriali prive di visione e coerenza con i proclami fatti sinora». (anc)
Stampa Subalpina: «Solidarietà al Coordinamento dei Cdr Gedi»
Nel Gruppo Gedi il silenzio e le smentite di questa proprietà già in passato hanno anticipato, anche solo di poche ore, svolte e cessioni importanti. Per questo riteniamo inaccettabile il rifiuto dei rappresentanti di Exor di incontrare le rappresentanze sindacali dei giornalisti che lavorano nelle testate del Gruppo.
"Attraverso le testate la Repubblica, La Stampa, e i diversi portali online, GEDI produce informazione e contenuti multimediali che ogni giorno descrivono con professionalità, onestà e impegno come cambia il mondo". Così si descrive lo stesso Gruppo Editoriale Gedi. Ecco, appunto.
E aggiungiamo che Gedi è anche emittenti radio (Radio Deejay, Radio Capital e M2o), "content hub" (La Zampa, Il Gusto, Italian Tech, soltanto per citarne alcuni), periodici (National Geographic Traveler, Limes). È un gruppo da centinaia di dipendenti, in maggioranza giornalisti, che - per storia, per persone, per numeri - insiste con grande forza sul Piemonte.
Per questo le indiscrezioni sempre più insistenti, dettagliate e non smentite, circa la cessione delle testate Gedi a cordate venete, pugliesi, greche o arabe preoccupano innanzitutto le colleghe e i colleghi che in quelle testate lavorano, dei quali condividiamo i timori e le inquietudini e ai quali ci sentiamo particolarmente vicini e rinnoviamo il sostegno a qualsiasi iniziativa sindacale intendano intraprendere. Ma tali "mormorii" creano apprensione anche nella società civile tutta, segnatamente piemontese e non solo, che su quelle fonti di informazione e approfondimento, di occupazione e di sviluppo fa affidamento. Anche perché Gedi è legata a un gruppo imprenditoriale come Exor che, attraverso la Fiat, ha rappresentato un punto di riferimento imprescindibile per il tessuto economico piemontese, un gruppo che in questi anni, prima con lo spostamento delle sedi legali, e poi con la cessioni di imprese importanti sta perdendo sempre più le radici in questa Regione.
L'Associazione Stampa Subalpina, nel ribadire la piena solidarietà alle colleghe e ai colleghi del Gruppo Gedi, si unisce al Coordinamento dei Cdr di Repubblica, La Stampa, Gedi Visual, Huffington Post, Radio Capital e La Sentinella del Canavese nella richiesta alla proprietà delle testate di non sottrarsi al dialogo con le lavoratrici ed i lavoratori del Gruppo per "descrivere con onestà e impegno" se e come si intende cambiarlo.
La Subalpina chiede, altresì, alle istituzioni di Torino, del Piemonte e del Paese di porre la massima attenzione ad ogni operazione che dovesse investire in maniera così importante non soltanto l'occupazione e l'economia, ma lo stesso tessuto "connettivo" - pluralista, e democratico - della società piemontese e nazionale.