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Editoria 12 Feb 2013

Franco Siddi: un piano straordinario per l'editoria o nel nostro Paese l'informazione rischia di morire

''La crisi, da oggi palese, del gruppo Rcs che prospetta, tra l'atro, 800 posti in meno tra Italia (640) e Spagna, rende evidente per tutti che un settore rilevante dell'industria italiana cui è legato un bene pubblico come quello del diritto all'informazione è arrivato ad un punto di allarme acuto''. Lo dichiara il segretario della Fnsi, Franco Siddi.  ''Non si può parlare più - come tanti con molta faciloneria  hanno fatto in questi mesi - di area secondaria della vita economica e civile del Paese - prosegue Siddi - ma di un vero e proprio fronte di preoccupazione estrema su cui occorrono atti di corresponsabilità importanti a tutti i livelli: non solo dalle parti sociali (sindacati e editori) ma anche dei governi e della politica.

''La crisi, da oggi palese, del gruppo Rcs che prospetta, tra l'atro, 800 posti in meno tra Italia (640) e Spagna, rende evidente per tutti che un settore rilevante dell'industria italiana cui è legato un bene pubblico come quello del diritto all'informazione è arrivato ad un punto di allarme acuto''. Lo dichiara il segretario della Fnsi, Franco Siddi.  ''Non si può parlare più - come tanti con molta faciloneria  hanno fatto in questi mesi - di area secondaria della vita economica e civile del Paese - prosegue Siddi - ma di un vero e proprio fronte di preoccupazione estrema su cui occorrono atti di corresponsabilità importanti a tutti i livelli: non solo dalle parti sociali (sindacati e editori) ma anche dei governi e della politica.

La scadenza elettorale pare abbia cancellato dalle tante agende dei competitori politici tanti temi veri delle urgenze del Paese per ricostruire un tessuto democratico ed economico''.
''L'editoria deve stare invece ai primi posti, anche per ruolo e funzione che può assumere quale motore di una fase nuova di ripresa - prosegue Siddi -. C'è bisogno di impedire che si impoverisca il quadro dell'informazione italiana, e del suo pluralismo, e con esso le attività e l'occupazione che ne derivano. Nessun governo può immaginare che il rilancio possa avvenire solo per impulso delle parti. C'è l'esigenza di una riforma delle leggi dell'editoria e di un fondo pubblico valido almeno un triennio per l'innovazione, la trasformazione industriale, un welfare attivo del lavoro che consenta di gestire nella maniera meno traumatica possibile le uscite anticipate per la crisi coniugandole con l'ingresso  di professionalità giovani da formare con l'aiuto dell'esperienza di chi è a fine carriera''.
 ''Oggi, di fronte ai grandi numeri dei possibili esuberi dell'Rcs, ma anche della Mondadori e di tutti i gruppi dell'editoria italiana, si vanno esaurendo le risorse per un'adeguata protezione sociale - conclude Siddi -. La Fnsi, solidale oggi con i colleghi della Rcs come con tutti coloro il cui posto di lavoro è minacciato dalla crisi, ricorda di aver avanzato concrete proposte per un finanziamento speciale di nuove politiche di welfare anche attraverso un prelievo di un'aliquota dalla pubblicità televisiva e dalle risorse delle fondazioni bancarie per le attività culturali. Alla Fieg un appello a trovare il coraggio di azioni comuni per un nuovo equilibrio di sistema, nel rispetto delle autonomie specifiche delle parti sociali e della dignità dei lavoratori''.   (ROMA, 11 FEBBRAIO - ANSA)

@fnsisocial

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