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Sindacale 02 Ott 2008

Fnsi: “Stop ai tagli all’editoria, strategici come quelli per l’Alitalia” Si mobilitano le testate a rischio Paolo Bonaiuti il 7 e l’8 in Parlamento Preoccupazione della Cgil

Un'immediata 'marcia indietro' del governo sul fronte dei tagli all'editoria contenuti nel decreto Tremonti e del nuovo regolamento che disciplina l'erogazione dei contributi pubblici al settore: disposizioni che mettono a rischio la sopravvivenza di numerose cooperative e giornali di partito, dal Manifesto alla Padania, da Europa al Secolo d'Italia.

Un'immediata 'marcia indietro' del governo sul fronte dei tagli all'editoria contenuti nel decreto Tremonti e del nuovo regolamento che disciplina l'erogazione dei contributi pubblici al settore: disposizioni che mettono a rischio la sopravvivenza di numerose cooperative e giornali di partito, dal Manifesto alla Padania, da Europa al Secolo d'Italia.

È la richiesta della Federazione nazionale della stampa e del coordinamento dei cdr delle testate interessate, rivolta in primo luogo al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria, Paolo Bonaiuti, che sarà ascoltato in via informale martedì 7 ottobre in commissione Affari Costituzionali al Senato e mercoledì 8 in commissione Cultura alla Camera. ''L'informazione - ha sottolineato in una conferenza stampa alla Camera il segretario della Fnsi, Franco Siddi - è un settore strategico quanto e più dell'Alitalia, nel quale lavorano 15.600 giornalisti a contratto e 18 mila precari, senza considerare le oltre 100 mila persone impiegate nel comparto. Con i tagli contenuti nel decreto, che pesano sui quotidiani a bilanci già chiusi e legano i contributi all'andamento dei conti dello Stato, e con le nuove norme contenute nel regolamento si va verso l'asfissia: serve una correzione di rotta immediata, in primo luogo ripristinando il diritto soggettivo ai contributi. Altrimenti saranno spente le voci più deboli''. La Fnsi, ha annunciato il presidente Roberto Natale, invierà al sottosegretario Bonaiuti e alle commissioni parlamentari competenti le proprie osservazioni e nei giorni prossimi parteciperà a tutte le iniziative organizzate dalle testate in lotta: martedì 7 ottobre il Manifesto dà appuntamento al Circolo degli Artisti alle 18, mentre il coordinamento dei cdr sta pensando di organizzare un sit in davanti a Montecitorio mercoledì 8, per coinvolgere i parlamentari della commissione Cultura prima dell'audizione di Bonaiuti. ''Va rimosso questo colpo letale al pluralismo - ha commentato Natale - se il governo vuole procedere a una seria riforma dell'editoria in un clima bipartisan''. Citando un intervento del 2006 nel quale Bonaiuti sottolineava la necessità di ''resistere ai tagli'', il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti ha chiesto al sottosegretario di ''rispettare il suo pensiero, ritirare il regolamento e reintegrare i fondi necessari. Se non si aggira questo ostacolo, decade la nostra disponibilità a una seria riforma del settore. È una battaglia - ha sottolineato Giulietti - che non combattiamo solo per i giornali che ci sono vicini, ma per tutti, anche quelli a noi più lontani o che non conosciamo''. Testimonianze di solidarietà e di impegno anche da Vincenzo Vita e Ricardo Franco Levi (Pd) e da Marcello De Angelis (Pdl): ''Non è una battaglia ideologica - ha detto De Angelis - ma necessaria per garantire una molteplicità di voci e l'occupazione nel settore''. Per l'ex sottosegretario Levi, ''togliendo certezza di risorse alle imprese e ridurre i fondi vuol dire violare l'articolo 21 della Costituzione. Il regolamento è illegittimo e viziato da un eccesso di delega, perché contiene norme che andrebbero invece disciplinate per legge. Il vero disegno che emerge è quello di un'editoria soggetta alla discrezionalità dell'esecutivo. Come Pd ci batteremo fino in fondo contro questo orrore''. (ANSA) Ordine del giorno sui tagli all’editoria approvato all’unanimità dal Comitato Direttivo Nazionale Cgil Il direttivo della Cgil, riunito il 30 settembre 2008, esprime contrarietà e grande preoccupazione per le conseguenze del pesante taglio ai contributi pubblici diretti all’editoria edita in cooperativa, politica e no profit, decisa dal governo con il decreto 112 del luglio scorso. Si tratta di giornali che, già oggi, vivono una difficile situazione finanziaria, con il rischio della chiusura e della riduzione dei livelli occupazionali. Queste testate della carta stampata, ma anche radio e tv private, esprimono idee e rappresentano opinioni di movimenti, associazioni ed organizzazioni della società italiana. Sono organi di informazione che non godono dei favori del mercato pubblicitario, ma che sono radicati nella vita politica e sociale del paese e sono parte significativa del pluralismo dell’informazione. La Cgil ritiene invece indispensabile e urgente che il Parlamento discuta in una sede propria una vera riforma dell’editoria, che difenda il pluralismo e riordini i criteri di erogazione del contributo pubblico ai giornali, anche per evitare abusi e discriminazioni, incoraggiando processi innovativi e la qualità delle pubblicazioni. Ma per fare questo i tagli devono essere ritirati. Per questo un’iniziativa di denuncia e mobilitazione deve essere sviluppata fino alla modifica di queste norme sbagliate e più in generale è necessario riprendere una iniziativa, anche di carattere culturale, per un diritto di libertà costituzionale come il pluralismo e la libertà di informazione.

@fnsisocial

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