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Sindacale 10 Dic 2010

Fnsi: “Lo sciopero Rai mostra l’orgoglio e la voglia di riscatto di un’intera azienda, ora si apra un confronto vero” Carlo Verna (Usigrai): “Storica risposta al malgoverno”

Lo sciopero messo in atto oggi dai dipendenti della Rai - giornalisti inclusi - e la partecipatissima manifestazione in viale Mazzini mostrano quanto siano profondi e diffusi il disagio, la preoccupazione e la voglia di riscatto della gran parte dei lavoratori e delle lavoratrici del servizio pubblico.

Lo sciopero messo in atto oggi dai dipendenti della Rai - giornalisti inclusi - e la partecipatissima manifestazione in viale Mazzini mostrano quanto siano profondi e diffusi il disagio, la preoccupazione e la voglia di riscatto della gran parte dei lavoratori e delle lavoratrici del servizio pubblico.

Chi raffigura le vicende Rai come uno scontro tra pochi nomi noti oggi ha avuto la risposta: una azienda intera, fatta di coloro che quotidianamente realizzano il prodotto, si è fermata per chiedere che cessino le esternalizzazioni, che la si pianti con gli sprechi, che le strutture interne vengano messe in grado di dispiegare appieno il loro potenziale, attualmente mortificato da una gestione che svuota il servizio pubblico delle sue funzioni. E’ una grande giornata di orgoglio Rai, per rammentare al Direttore Generale e al CdA, alle istituzioni, alla politica e all’opinione pubblica cosa potrebbe fare, cosa vuol fare un’azienda stanca di dover pagare i prezzi della sottomissione politica e di logiche clientelari. Questa protesta è un voto di fiducia nelle capacità e nelle qualità che la Rai può ancora esprimere: come chiede tanta parte del Paese, ancora disposta a concedere ascolto e credito al servizio pubblico quando la sua offerta si mette al servizio della crescita civile. La Fnsi, che stamattina ha preso parte alla manifestazione romana, è al fianco dell’Usigrai e di tutte le altre organizzazioni del lavoro Rai nel reclamare l’apertura di un confronto vero su questi temi, in cui trovino attenzione le proposte dei dipendenti.

RAI. DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO NAZIONALE USIGRAI CARLO VERNA

Con lo sciopero, insieme alle sigle sindacali dei lavoratori e con la solidarietà dei dirigenti, stiamo dando una storica adeguata risposta ad un'azienda che sventola i nostri successi per celare il proprio malgoverno. Che dire degli ostacoli che hanno dovuto superare Annozero e Vieni via con me? L'Usigrai respinge tutte le affermazioni contenute nel controcomunicato aziendale,in onda nelle edizioni in forma ridotta di telegiornali e giornali radio, cogliendo come positivo solo il pentimento laddove si parla di "ripresa del confronto con tutte le componenti sindacali" come modo per ricercare soluzioni. La Rai avrebbe dovuto semmai parlare di avvio del confronto, visto che il direttore generale arrocandosi su alcune pregiudiziali lo ha di fatto precluso. Per quanto riguarda nello specifico i giornalisti anche le variazioni di palinsesto sono state deliberate dal consiglio di amministrazione su proposta di Masi, senza che il confronto previsto dal contratto fosse stato fatto. Per questa ragione siamo anche dinanzi al giudice del lavoro (prossima udienza il 15 dicembre), cui chiediamo di dichiarare anti sindacale il comportamento tenuto dal capo azienda in persona. Fa sorridere amaramente il preambolo del controcomunicato Rai, secondo cui il diritto di scioperare va sempre rispettato e garantito. C'e' già la Costituzione a dircelo, non abbiamo bisogno di ulteriori concessioni. Piuttosto la risposta che ci attendiamo dall'azionista e dal CdA, anche dopo il referendum su Masi, è sulla legittimazione dell'attuale Dg. E poi come andare ad un tavolo di confronto con una controparte che si mostra senza reticenze "annoiata" da quel che diciamo? Ci si può sedere solo con precise garanzie. Va bene dunque l’auspicio espresso dal presidente Garimberti,ma chiederemo a lui e al consiglio di amministrazione (bene anche Verro e Rizzo Nervo) una partecipazione attivA.

Il segretario Usigrai Carlo Verna

SCIOPERO GENERALE DEI LAVORATORI RAI
Per ribadire il no a un piano industriale, confermato dal CdA, che impoverisce la più grande azienda culturale del paese, alle cessioni di asset aziendali, alla esternalizzazione del lavoro e ai conseguenti esuberi di personale, le organizzazioni sindacali Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Tlc, Snater, Libersind-Confsal, rappresentative degli operai, impiegati e quadri della Rai, confermano lo sciopero generale dei lavoratori dell'azienda indetto per oggi, venerdì 10 dicembre.
Allo sciopero generale ha aderito anche l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, per esprimere solidarietà ai dipendenti e la propria contrarietà al piano industriale. In concomitanza con lo sciopero è stata organizzata la manifestazione nazionale sotto la sede Rai di viale Mazzini a Roma, dalle 11 alle 14.
Nel corso della manifestazione si esibiranno anche i lavoratori dell'Orchestra Nazionale della Rai e interverranno esponenti politici e rappresentanti della società civile, artisti, intellettuali. Gli sprechi, la cattiva gestione, i favori ai potenti, che sono la malattia del servizio pubblico all'italiana, sono anche un danno per il lavoro. Per questo i sindacati stanno chiedendo da mesi un tavolo di confronto che superi l'impianto dell'attuale Piano Industriale al fine di sviluppare una Piattaforma che comprenda la riduzione dei costi, degli sprechi, dei provvedimenti sbagliati, e che rilanci gli investimenti, la formazione e l'attenzione alla qualità del lavoro, con il mantenimento della Rai di proprietà pubblica provvista di tutti i suoi asset e le sue peculiarità. La Rai è informazione ed è cultura. Giornalisti, registi, tecnici, montatori, autori, impiegati, tutti i dipendenti della Rai ogni giorno creano, inventano, assemblano e sviluppano contenuti che dal 1954 hanno costituito per molti italiani un processo formativo garantito dallo Stato. Tutto questo i sindacati lo vogliono tutelare, preservare, sviluppare.

RAI: AZIENDA IN SCIOPERO; MASI, INIZIATIVA CONTROPRODUCENTE

Oggi niente tg e radiogiornali. La Rai è in sciopero per esprimere contrarietà al Piano Industriale 2010-2012. L'astensione dal lavoro è stata proclamata da Slc Cgil, Uilcom Uil, Snater, Ugl Comunicazioni, Libersind Conf.Sal, rappresentative degli operai, impiegati e quadri della Rai, con l'adesione dell'Usigrai. "I Telegiornali ed i Giornali Radio della Rai - spiega una nota pubblicata sul sito internet del Tg3 - andranno in onda in forma ridotta e senza servizi in voce per l'astensione audio video dei giornalisti indetta dall'Usigrai in concomitanza e in adesione allo sciopero generale degli operai, impiegati e quadri proclamato da Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Confsal in risposta al Piano Industriale". In un comunicato, l'Usigrai spiega l'astesione in risposta "al Piano Industriale che esternalizza il lavoro, cede settori strategici della Rai, espelle lavoratori riducendo la capacità produttiva, ideativa e informativa del servizio pubblico radio televisivo, mettendo di fatto a rischio il futuro della più grande azienda culturale del Paese, che deve essere garanzia di pluralismo e democrazia. In una giornata di protesta di tutti coloro che lavorano per la Rai, anche i dirigenti devolveranno una somma a Telethon in segno di solidarietà e partecipazione". In una nota le ragioni dell'azienda: "Il diritto di sciopero va sempre rispettato e garantito ma i radioascoltatori devono sapere che in questo caso si tratta di uno sciopero contro una Rai impegnata a risanare per la prima volta, in maniera seria e responsabile, il proprio bilancio e pertanto a difendere i posti di lavoro; contro una Rai in grado di vincere, e quest'anno con un distacco record, la competizione degli ascolti; contro una Rai capace, in pochi mesi, di moltiplicare la propria offerta passando dagli storici 3 canali analogici ai 14 digitali tutti a titolo gratuito con un grande vantaggio per i telespettatori. Rai continua a ritenere che vadano rigettate tutte le provocazioni e le strumentalizzazioni politiche e che invece la ripresa del confronto con tutte le componenti sindacali sia la maniera per poter ricercare soluzioni strutturali e governare i processi di cambiamento in atto".
Black out totale dell'informazione dunque ad eccezione di alcune 'finestre' informative con notizie lette da componenti dei Cdr delle testate o incaricati dai Cdr. Allo sciopero non ha aderito la Fistel Cisl che parla di iniziativa 'fuori tempo' e assolutamente controproducente in questa dinamica fase di discussione con l'azienda. Le sigle che hanno proclamato lo sciopero dicono "no ad un piano industriale che impoverisce la più grande azienda culturale del paese; no alle cessioni di asset aziendali; no alla esternalizzazione del lavoro; no ai conseguenti esuberi di personale". I sindacati stanno chiedendo da mesi un tavolo di confronto che superi l'impianto dell'attuale Piano Industriale al fine di sviluppare una Piattaforma che comprenda la riduzione dei costi, degli sprechi, dei provvedimenti sbagliati, e che rilanci gli investimenti, la formazione e l'attenzione alla qualità del lavoro, con il mantenimento della Rai di proprietà pubblica provvista di tutti i suoi asset e le sue peculiarità. In una nota, la Fistel Cisl spiega le ragioni della sua mancata adesione: "è uno sciopero fuori tempo e assolutamente controproducente in questa dinamica fase di discussione con l'azienda. In un contesto di oggettiva espansione della Rai e della sua offerta televisiva con l'avvento del Digitale terrestre, portandola da 3 a 14 canali televisivi con i conseguenti, rilevanti incrementi di ideazione e di produzione dei contenuti e di nuove opportunità di lavoro, il sindacato - proseguono - è fermamente convinta che il sindacato, oggi più di ieri, non può limitarsi ad esternare 'intuizioni' o manifestare semplicemente preoccupazioni, ma ha la responsabilità di governare il processo di cambiamento, ritenendo il 'tavolo permanente di concertazione' il mezzo più idoneo e concreto per ricercare quelle soluzioni strutturali che diano prospettive di futuro all'Azienda e di tutti coloro che in essa operano". Secondo la Fistel Cisl è una priorità politica "la difesa della centralità della Rai nel sistema informativo nazionale e la definizione di nuove regole di 'governance' della Rai orientate a mitigare le interferenze portatrici di istanze estranee dal contesto produttivo aziendale". Per il direttore generale Mauro Masi, "lo sciopero è un diritto fondamentale dei lavoratori e va rispettato e garantito ma - rileva - non si possono non apprezzare le ragioni per le quali una grande organizzazione come Fistel Cisl abbia deciso di non aderire". Per Masi, si tratta di uno sciopero "che rischia di essere fuori tempo, controproducente, perché determina un vulnus a quel dialogo necessario per affrontare e risolvere le problematiche di bilancio e strutturali lasciate a marcire per troppo tempo". Ambienti vicini alla Direzione Generale hanno contestato i dati sul bilancio resi noti da Michele Santoro in apertura della trasmissione Annozero: "Non corrispondono in nessun modo alla realtà. I dati ufficiali relativi al 2010 e alle previsioni per il 2011 saranno presentati da Mauro Masi mercoledì prossimo in Cda e "si vedrà che sono completamente diversi da quelli indicati da Michele Santoro". (AGI)

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