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Greta Beccaglia con il presidente dell'Ast, Sandro Bennucci (Foto: Marco Mori - dicembre 2021)
Sentenze 20 Dic 2022

Firenze, condannato il tifoso che molestò Greta Beccaglia in diretta tv. Fnsi e Ast: «Denunciare sempre»

Un anno e sei mesi all'uomo accusato di violenza sessuale, che dovrà  risarcire la cronista e sindacato e Ordine, parti civili. In aula, al fianco della collega, il presidente dell'Assostampa Sandro Bennucci e il presidente dell'Odg Toscana, Giampaolo Marchini.

Un anno e sei mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni morali e materiali. Questa la pena inflitta, martedì 20 dicembre 2022, dal Gup di Firenze al 46enne che il 27 novembre 2021, fuori dallo stadio di Empoli, toccò il sedere alla giornalista Greta Beccaglia mentre era impegnata in una diretta televisiva per l'emittente Toscana Tv.

Il giudice ha disposto la sospensione della pena per 5 anni subordinandola alla partecipazione a specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero di soggetti condannati per il reato di violenza sessuale. L'uomo dovrà versare a Beccaglia 10mila euro a titolo di provvisionale e 5mila euro ciascuno alla Fnsi e al Cnog, parti civili al fianco della cronista.

In aula erano presenti Sandro Bennucci, presidente dell'Associazione Stampa Toscana, in rappresentanza della Federazione nazionale della Stampa italiana, e Giampaolo Marchini, presidente dell'Odg Toscana, per il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti.

«La Fnsi ringrazia l'Assostampa e l'Ordine della Toscana, che hanno seguito dall'inizio la vicenda e hanno deciso di procedere insieme nella costituzione di parte civile e in ogni altra iniziativa a sostegno della collega, e l'avvocato Giulio Vasaturo, che per l'ennesima volta ha rappresentato le ragioni delle giornaliste e dei giornalisti in tribunale», commenta il sindacato.

«L'invito a tutte le colleghe e i colleghi – conclude la Fnsi – è a denunciare sempre ogni tentativo di intimidazione, minaccia o aggressione perché ognuno di questi episodi è un attacco non solo al singolo operatore dell'informazione, ma a tutta la categoria dei giornalisti».

@fnsisocial

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