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Sindacale 05 Giu 2006

Fieg presenta documento per sostegno editoria Serventi Longhi: “Regole e contratto”

Il Segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Le rivendicazioni che gli editori della Fieg si preparano a presentare al Governo Prodi, illustrate stamane dal Presidente Boris Biancheri, sono condivisibili per alcuni aspetti ma non possono ignorare i gravissimi problemi di chi lavora nel settore dell’editoria ed in particolare dei giornalisti.

Il Segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Le rivendicazioni che gli editori della Fieg si preparano a presentare al Governo Prodi, illustrate stamane dal Presidente Boris Biancheri, sono condivisibili per alcuni aspetti ma non possono ignorare i gravissimi problemi di chi lavora nel settore dell’editoria ed in particolare dei giornalisti.

Sull’attuale fase pesano infatti la mancata soluzione della vertenza contrattuale con la Fnsi, aperta da oltre un anno e mezzo, e l’assenza di regole certe per l’occupazione giornalistica. Sarebbe infatti davvero necessario un quadro di misure strutturali e congiunturali di sostegno del settore, così come chiede la Fieg, se queste fossero condivise e tenessero conto di tutti i problemi delle imprese e del lavoro. Ricordo che la Fnsi ha condotto negli ultimi anni una dura battaglia, spesso nel silenzio degli editori, contro la legge Gasparri, per un maggiore equilibrio nella distribuzione delle risorse pubblicitarie, per la riduzione del Sic ed a favore di alcune delle misure del disegno di legge Bonaiuti, frutto peraltro di un lavoro parlamentare bipartisan, tendenti a sostenere l’editoria italiana, e in generale l’informazione. Siamo favorevoli al superamento del tetto degli investimenti multimediali ed nello stesso tempo a limiti antitrust ed alla riduzione degli affollamenti pubblicitari. Non siamo contrari ad un testo unico della legislazione sull’editoria, nell’ambito di norme Europee più rigorose di quelle in discussione, ma riteniamo che la Fieg non ponga con la necessaria forza il problema di garantire a tutta l’informazione l’autonomia dai poteri e la qualità dei prodotti informativi. Occorre, tra l’altro, che la tutela del diritto d’autore e la disciplina delle rassegne stampa avvengano attraverso una equa ripartizione delle risorse tra editori e giornalisti, come prevede il contratto di lavoro. Così come nuove regole sulla diffamazione, che la Fnsi rivendica da anni, devono passare per una depenalizzazione che non riguardi solo aziende e direttori ma anche i singoli giornalisti. Giustamente la Fieg chiede la riduzione degli oneri fiscali e il sostegno all’innovazione, ma le misure di agevolazione e di sostegno non possono non essere condizionate dal rispetto delle regole contrattuali e contributive, mettendo fine al dilagante utilizzo da parte di molte imprese del lavoro precario, sfruttato e mal pagato. La stessa Fnsi ha già chiesto al Governo il rifinanziamento del fondo dei giornalisti in disoccupazione per crisi aziendale e gli sgravi contributivi per l’assunzione a tempo indeterminato dei giornalisti disoccupati e con contratti a termine. In un quadro generale che vede molte aziende annunciare attivi di bilancio e consistenti utili, sarebbero incomprensibili provvedimenti che non puntino a rafforzare l’occupazione ma anche l’autonomia e la qualità del lavoro giornalistico. Così come è incomprensibile che la Fieg abbia finora respinto ogni ipotesi formulata dalla Fnsi di ripresa del negoziato per il rinnovo del contratto”. FIEG, NUOVE NORME E AGEVOLAZIONI PER SVILUPPO Perché le imprese editrici italiane siano sane e forti, ''necessario presupposto per una informazione libera'', servono misure strutturali e misure congiunturali di sostegno, a partire dal rispetto dei limiti di affollamento pubblicitario, da nuove regole nel settore tv e della pubblicità, passando per la revisione del Sic, fino a norme asimmetriche e riduzione degli oneri fiscali a favore della carta stampata. Lo chiede la Federazione italiana editori giornali che ha messo a punto un documento di ''Proposte per la competitività e lo sviluppo dell'editoria'', presentato oggi. Come ha spiegato il presidente Boris Biancheri, illustrando il testo, il documento ''sarà distribuito nei prossimi giorni a tutti i parlamentari delle commissioni competenti, al dipartimento editoria di Palazzo Chigi, al Ministro delle Comunicazioni. Ora siamo alle primissime battute. La mia speranza - ha aggiunto - è che questo documento rifletta idee che venivano maturando già nella passata legislatura. Ad esempio la Legge Bonaiuti non ha trovato vere difficoltà se non quella del tempo, e un certo accordo bipartisan si andava creando''. Insomma quella degli editori vuole essere una base di partenza per assicurare un futuro più tranquillo alle imprese editoriali italiani: ''siamo in un momento epocale - ha spiegato ancora Biancheri - e al centro della comunicazione oggi c'è la multimedialità che esige regole di libero accesso ai mercati, e insieme regole che disciplinino una materia che in parte non è regolamentata''. Al primo posto c'è la questione della raccolta pubblicitaria, visto che oggi la maggior parte dei ricavi vengono da lì ''mentre dalla diffusione si può attendere solo stabilità''. ''È questo uno dei punti critici - ha detto ancora Biancheri - perché in Italia c'è squilibrio, con la tv che assorbe una quota sproporzionata. La statistica più ottimistica dice che il 56% va alla televisione e il 35,8% alla carta stampata e la forbice si è allargata negli ultimi tempi''. Ecco quindi la richiesta del rispetto delle regole esistenti, di sanzioni più efficaci da parte dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ma soprattutto di una revisione dei limiti della Gasparri, che ha ''certamente aggravato la situazione'', ha sostenuto il presidente Fieg. Si chiede quindi che il limite orario di affollamento valga per ogni forma di pubblicità, che il tempo delle telepromozioni torni ad essere incluso nell'affollamento, che si riformuli e riveda il Sic. Soprattutto vanno ripensati ''i limiti antitrust per la raccolta pubblicitaria televisiva, abrogati dalla Gasparri, prevedendo vincoli per i soggetti verticalmente integrati che contrallano contemporaneamente la distribuzione e la produzione di contenuti televisivi''. Viene rimarcata la diversità di trattamento tra le concessionarie di pubblicità della carta stampata, soggette a stringenti limiti e quelle della tv che sono soggette solo ad una verifica ex post. Servono, per la Fieg, norme asimmetriche a favore della carta stampata, dove s'intende ad esempio limiti più bassi dell'affollamento pubblicitario orario; norme più severe sulle interruzioni pubblicitarie; la previsione di 'fasce protette'; divieto di telepromozioni fatte da presentatori o personaggi che conducono i programmi adiacenti. Per quanto riguarda la direttiva Tv senza frontiere, la Fieg denuncia i ''profili di criticità'' della formulazione attuale che, se approvata ''provocherebbe una ulteriore accentuazione degli squilibri esistenti sul mercato''. Più in generale per gli editori è necessaria l'emanazione di un Testo unico di riordino delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di editoria. Nello scenario di attuale evoluzione verso la multimedialità infatti per la Fieg si configura un serio problema di tutela del diritto d'autore e di disciplina della rassegna stampa sia nelle forme tradizionali sia in quelle digitali (internet). Non va dunque dimenticato il capitolo su Internet che del resto era nella Legge Bonaiuti mai nata, e si chiede ad esempio una disciplina della responsabilità dei siti editoriali su Internet. ''Servono regole di fondo sulla diffamazione - ha spiegato ancora Boris Biancheri - e questo è un punto importante perché tanto più veloce è la comunicazione, tanto più difficile diventa la forma di responsabilità tradizionalmente affidata al direttore. Ad esempio l'uso appropriato della smentita, se fatta nei tempi e nei modi stabiliti da una nuova legge, può essere utile''. E si prevederebbe la non punibilità in caso appunto di avvenuta rettifica. Quanto al tema della rete di vendita, per la Fieg ''il sistema va potenziato, servono interventi sotto il profilo fiscale ed investimenti'', come ha spiegato ancora Biancheri. Gli editori chiedono dunque aiuti agli investimenti per l'ammodernamento delle strutture, per l'informatizzazione della rete di vendita e per la formazione dei rivenditori. Infine il capitolo dell'eliminazione dei limiti fiscali al processo di convergenza multimediale. A tale proposito si propone l'applicazione dell'aliquota Iva del 4% all'offerta multimediale, e anche la riduzione degli oneri fiscali escludendo dal calcolo della base imponibile ai fini Irap il costo del lavoro giornalistico. In più si vorrebbe l'ammissione ai costi giornalistici al beneficio della riduzione dell'1%: ''Qui - ha spiegato Biancheri - c'è stata per gli editori una vera e propria discriminazione''. Si chiede di reintrodurre il credito d'imposta per l'acquisto della carta (''c'è stato un aumento dei costi della carta - ha detto ancora il presidente - di una media del 7%, mentre sono state soppresse le provvidenze''); quello sugli investimenti per il periodo 2006-2008 ''in modo da consentire il completamento del 'full color' e delle innovazioni tecnologiche'', l'incremento delle risorse disponibili per la fruizione del credito agevolato perché ''le somme stanziate dalla Finanziaria 2006 (pari a 35 milioni di euro per tutto il triennio 2006-2008) risultano del tutto insufficienti''. Infine, tra l'altro, si vorrebbe la proroga del fondo per interventi di sostegno a favore dei giornalisti dimissionari di imprese in crisi fino al 2009. (ANSA)

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