Un avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato dalla Procura della Repubblica di Bari all'ex editore della Gazzetta del Mezzogiorno Mario Ciancio Sanfilippo, 90 anni, al figlio Domenico Natale Enzo Ciancio Sanfilippo, 48 anni, e a Franco Capparelli, 79 anni, uomo di fiducia del primo, in relazione al fallimento delle società editoriali Edisud e Mediterranea. Le accuse sono, per quanto riguarda la gestione di Edisud, di concorso in bancarotta fraudolenta aggravata. Le indagini sono condotte dal sostituto procuratore della Repubblica Lanfranco Marazia. Il provvedimento è firmato dall'altro sostituto Luisanna Di Vittorio e dal procuratore capo Roberto Rossi.
La Edisud venne dichiarata fallita dal tribunale civile di Bari con sentenza del 15 giugno 2020. Secondo l'accusa i tre avrebbero compiuto "atti di dissipazione e/o depauperamento consistiti in rimborsi spese e spese di rappresentanza prive di giustificazione economica, negli anni dal 2016 al 2018, per complessivi 192,489 mila euro". Inoltre, sempre secondo l'accusa, rivestendo i ruoli rispettivi in seno alla società e ''istigando e/o determinando l'altrui volontà'', avrebbero causato ''per effetto di operazioni dolose il fallimento della società Edisud spa".
Tra le operazioni dolose vi sarebbero "la dispersione e/dissipazione dei valori dell'attivo, tra cui la partecipazione in Mediterranea Spa; il progressivo aggravamento del dissesto per almeno 11,5 milioni attraverso la prosecuzione dell'attività aziendale pur in presenza di crescenti perdite di bilancio che evidenziavano, dal 2012 al 2019, senza soluzione di continuità, il costante decremento dei ricavi e la cronica incapacità dei ricavi di coprire i costi di struttura aziendali, tanto da determinare un deficit monetario pari a euro 15,8 milioni, pari ai costi di esercizio non coperti da ricavi di esercizio per gli anni 2016-2019".
Per quanto riguarda la società 'Mediterranea spa' sono indagati in concorso per bancarotta fraudolenta (e reati simili) Franco Capparelli e Domenico Enzo Natale Ciancio Sanfilippo. Il primo in qualità di legale rappresentante pro tempore e presidente del Cda dal 23 dicembre 2015 fino alla data della dichiarazione di fallimento da parte del tribunale civile di Bari (15 giugno 2020) ed anche come amministratore di fatto, avrebbe dissipato e/o depauperato il patrimonio mediante "rimborsi spese e spese di rappresentanza prive di giustificazione economica, per gli anni dal 2016 al 2018, per complessivi 152.937 euro".
Capparelli, nelle funzioni già menzionate, in concorso con Domenico Enzo Natale Ciancio Sanfilippo, presidente del cda dal 25 giugno al 23 dicembre 2015, avrebbe compiuto operazioni dolose consistite, come si legge nell'atto di notifica dell'avviso di conclusione delle indagini, "nella dispersione e/o dissipazione dei valori aziendali, tra cui il valore della testata storica denominata 'Gazzetta del Mezzogiorno', valutato in 25 milioni di euro circa; nel progressivo aggravamento del dissesto per almeno 5,6 milioni di euro, attraverso la prosecuzione dell'attività aziendale, pur in presenza di crescenti perdite di bilancio che evidenziavano, dal 2013 al 2018, senza soluzione di continuità, il costante decremento dei ricavi e la cronica incapacità dei ricavi di coprire i costi di struttura aziendali, tanto da determinare un deficit monetario pari a 3,5 milioni di euro, pari ai costi di esercizio non coperti da ricavi di esercizio per gli anni 2016-2019; nella costituzione di ipoteca, per un valore pari a 12 milioni di euro, su un proprio cespite immobiliare''. Si tratta della sede della Gazzetta in viale Scipione l'africano, a Bari, messa ''a garanzia dei due mutui ipotecari erogati da Antonveneta-Monte dei Paschi di Siena spa e da Banca Popolare di Bari Spa in favore della controllante Edisud Spa''.
«Parole ingiuste. Per il mantenimento dei valori attivi, tangibili e intangibili, nonché per la salvaguardia della forza lavoro impiegata nella conduzione dello storico quotidiano, sono intervenuto con il mio patrimonio personale versando, dal 1996 ad oggi, più di 30 milioni di euro», la replica dell'editore Mario Ciancio Sanfilippo alla notizia dell'avviso di conclusione indagine della Procura di Bari nell'ambito dell'inchiesta su fallimento della società Edisud, editrice della Gazzetta del Mezzogiorno.
«Quando nel 2020 mi sono reso conto che la crisi del settore era diventata per me insostenibile - aggiunge Ciancio Sanfilippo - le mie partecipazioni in Edisud e Mediterranea sono state messe gratuitamente e ufficialmente a disposizione di chiunque volesse rilevarle, purché con intenti e impegni seri che rispettassero la testata ed i suoi lavoratori. Sono felice che un nuovo editore stia consentendo al giornale che si identifica nella Puglia e nella Basilicata di proseguire una storia straordinaria iniziata nel 1887. E dimostrerò che ho sempre sostenuto la Gazzetta del Mezzogiorno con convinzione, garantendo autonomia e indipendenza a tutti i giornalisti che vi hanno lavorato, mai facendo mancare – chiosa Mario Ciancio Sanfilippo – ogni concreto sostegno, almeno fino a quando le mie finanze lo hanno consentito, per far sì che potessero esprimersi in piena libertà».