Definì Renato Farina, oggi parlamentare Pdl, "spione", "poco onorevole" e "faccia di tolla". Il diretto interessato fece causa, ma il giudice lo ha condannato a ripagare a Giorgio Frasca Polara, giornalista parlamentare di lungo corso ed autore dello scritto (un articolo pubblicato nel 2008 sul sito dei Ds), le spese degli avvocati. L'importante, scrive nella motivazione il giudice, è che "tali affermazioni siano collegate alla manifestazione di un dissenso ragionato" e non si risolvano "in un'aggressione gratuita e distruttiva dell'onore e della reputazione del soggetto interessato".
La causa è stata dibattuta presso il tribunale di Brescia.
Farina ha chiesto prima 250.000 euro di danni, poi 120.000.
Frasca Polara si è difeso ricordando che Farina era stato effettivamente condannato con patteggiamento per i suoi rapporti con i servizi segreti, nonché radiato dall'albo dei giornalisti,e quindi eletto deputato del Pdl. Il giudice Laura Bertoli ha stabilito che l'espressione "spione" è storicamente vera. Quanto a "poco onorevole" e "faccia di tolla", si tratta di espressioni che "pur lesive della reputazione altrui" possono essere usate "se collegate alla manifestazione di un dissenso ragionato dall'opinione o comportamento preso di mira, e non si risolvano in un'aggressione gratuita e distruttiva dell'onore e della reputazione del soggetto interessato".
Anche perché, ha avuto modo di rilevare Frasca Polara nel dibattimento, "faccia di tolla" è esattamente l'epiteto usato da Farina nei confronti di Travaglio, Vauro e Santoro nel 2007. (AGI)